I conigli mannari della climatologia – Vivendo, cantando che male ti fo?

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https://twitter.com/stefanofait

Chi sta seguendo il dibattito sul cambiamento climatico avrà notato che gli scettici sono meno aggressivi dei serristi (= “il recente cambiamento climatico non è un fatto naturale ma è causato essenzialmente dall’uomo”). Questo fatto è particolarmente evidente nei forum dei quotidiani, dove è diventato impossibile contestare certe affermazioni senza essere aggrediti con una violenza verbale inaudita.

Chi dissente (fosse pure un climatologo, un astrofisico, un geologo, un ingegnere, ecc.) viene bollato come ignorante, antiscientifico, corrotto, complottista, egoista, negazionista, ecc. Le sue ragioni e i dati che presenta vengono automaticamente ignorati, anche se sono i dati ufficiali impiegati da entrambi gli schieramenti, anche se le sue ragioni sono quelle di climatologi che, pur non avendo abbandonato la tesi che l’uomo è il principale responsabile, hanno espresso pubblicamente dei dubbi sulla spiegazione ufficiale. Tale è la coazione all’allineamento, che persino gli esperti – es. Hans Von Storch, Lovelock, Gavin Schmidt, Fritz Vahrenholt, Richard Lindzen, titolare della cattedra di Meteorologia al MIT, Judy Curry, ecc. – non devono mostrare incertezze e tentennamenti. Sono compagni che sbagliano. Cieca lealtà alla vera fede.

Gli inquisitori della vera fede arrivano a bruciare i libri dei dissidenti

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/05/02/cosa-motiva-i-fanatici-del-cambiamento-climatico-globale-causato-dalluomo/

E a raccomandare la loro rieducazione

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/04/05/ce-chi-mici-paragona-agli-schiavisti-ed-ai-segregazionisti/

Il CLIMA che si è creato è davvero insalubre, per la psiche e per la società e, pur dovendo ammettere che una parte di me se ne rallegra, perché se i serristi fossero così certi di avere ragione, essendo ancora maggioritari e godendo del totale appoggio dell’establishment (incluse le compagnie petrolifere, le banche d’affari e i leader politici più potenti e discussi), dovrebbero dimostrare maggior autocontrollo, liberalità, disponibilità al dialogo e confronto, curiosità e volontà di riesaminare le proprie posizioni alla ricerca condivisa della verità.

Così non è. Loro si giustificano spiegando che è uno stato d’emergenza e che noi siamo d’intralcio. Ma che minaccia possiamo rappresentare se è vero che il mondo scientifico, il mondo politico, il mondo economico, il mondo finanziario sono schierati dalla loro parte e la loro egemonia è inviolabile, soprattutto perché (a sentir loro), la loro visione del mondo è corroborata dalla realtà?

Invito a riflettere bene su quanto ho scritto. Golia ha davvero paura di Davide? E perché? Forse perché Davide ha la fionda, ossia ha l’evidenza empirica dalla sua parte? Forse si sentono molto più insicuri di quel che vogliono ammettere? Forse dopo anni di predicazione il fatto che i loro modelli si siano dimostrati TUTTI errati, che i ghiacci artici siano ancora lì, i ghiacciai alpini siano ancora lì, i ghiacci antartici continuino ad espandersi, gli inverni non siano più miti ma anzi più rigidi e nevosi, le temperature globali si siano stabilizzate nonostante l’anidride carbonica stia battendo ogni record, ecc.

Una persona assennata e desiderosa di avvicinarsi al vero, a questo punto, abbasserebbe la cresta e si degnerebbe di analizzare le tesi dei suoi interlocutori, rispettosamente.

Un fanatico, invece, si chiuderebbe a riccio ed uscirebbe solo per attaccare chi non la pensa come lui, invece di lasciarlo in pace ed attendere che rinsavisca.

Ecco, allora, alcune considerazioni sulla tolleranza, il pluralismo, la libertà d’espressione, l’apertura mentale, la curiosità, la ragionevolezza, la democrazia, la maturità morale e spirituale, il fanatismo

Un uomo che toglie la libertà a un altro uomo è prigioniero dell’odio, è chiuso dietro le sbarre del pregiudizio e della ristrettezza di pensiero

Nelson Mandela

Un fanatico è un uomo che fa ciò che ritiene che Dio farebbe se fosse veramente al corrente di come vanno le cose quaggiù

Anonimo

Il fanatico è un punto esclamativo che cammina. Non ha una vita privata. Appare come un altruista, visto che si interessa soprattutto agli altri. Ma non lo fa per capire l’altro, lo fa solo per costringere l’altro a essere ciò che lui pensa sia giusto essere. Per costoro, nessuna forma di mediazione è possibile.

Amos Oz

Il fanatico è un uomo che raddoppia gli sforzi quando si dimentica dei fini

George Santayana

Non essendo loro stessi giunti alla maturità dopo tutto, lo scopo fondamentale di ogni tradizione spirituale è la trasformazione e il dominio del proprio spirito – impongono agli altri una trasformazione che non sono riusciti a compiere, imposizione che è all’origine di odio, di attaccamento e di molte altre passioni negative che sono tipiche dell’integralismo.

Dalai Lama

Perché mai chi propugnava una teoria liberatrice e umanistica come il socialismo ha finito per fare del patibolo, delle prigioni, delle deportazioni e dei massacri i suoi mezzi? Davvero la pressione delle minacce contingenti giustifica tutto?

Valerio Evangelisti

Almeno due terzi delle miserie umane derivano dalla stupidità degli uomini, dalla loro malvagità e da quei grandi istigatori e giustificatori della malvagità e della stupidità: idealismo, dogmatismo e zelante proselitismo, frutti della religione o del pensiero politico.

Aldous Huxley

Una mente debole è come un microscopio: ingrandisce le piccolezze, ma è incapace di comprendere le cose grandi

Lord Chesterfield

Discutere con gente siffatta, sarebbe gettare via le perle. Basta semplicemente mantenere con loro una posizione ferma, che non implica inutili sforzi. Discutere con loro è non solo inutile, ma anche dannoso al nostro scopo. Essi vi costringono a dire più di quanto voi non vorreste, vi fanno irritare, vi provocano a sostenere cose inutili e poco precise, ad esagerare il vostro pensiero, e poi, lasciando da parte il nucleo essenziale del vostro discorso, si attaccano solo a questo

Lev Tolstoj

Se l’umanità ha un qualsiasi attributo che la distingue dagli animali, è la capacità di interrogarsi e di dubitare. Qualunque cosa o chiunque voglia sopprimere il desiderio di conoscere e capire va condannato. Quindi prego tutte le persone che hanno già raggiunto una conclusione, per quanto rapidamente, di consentire agli altri la possibilità di arrivare alle proprie conclusioni ragionandoci sopra con la propria testa.

Stefano Fait, per gli internauti in buona fede

Nulla, tranquillo. Non puoi capire. Non sforzarti che ti fa male la testa. Calmati rilassati e torna nel nulla. Fidati.

Stefano Fait, per i troll

Ciò che è giusto deve continuare ad essere giusto

Franz Stangl, comandante austriaco dei campi di sterminio di Sobibor e Treblinka

Comprese ad un tratto che tutto quel male di cui era stato testimone nelle case di pena e l’imperturbabilità di chi lo commetteva, proveniva dal fatto che gli uomini volevano compiere un’impresa impossibile: correggere il male, essendo essi stessi malvagi. Uomini corrotti pretendevano di correggere altri uomini corrotti e pretendevano di arrivare allo scopo per via meccanica. E come unico risultato, uomini bisognosi e avidi, che s’eran fatti una professione di questo preteso punire e correggere la gente, erano essi stessi corrotti fino all’estremo limite e non facevano che peggiorare le persone costrette a subire i loro maltrattamenti.

Lev Tolstoj

I predatori ci hanno dato la loro mente, che è diventata la nostra. La mente dei predatori è barocca, contraddittoria, tetra, ossessionata dal timore di essere smascherata. Benché tu non abbia mai sofferto la fame, sei ugualmente vittima dell’ansia da cibo e la tua altro non è che l’ansia del predatore, sempre timoroso che il suo stratagemma venga scoperto e il nutrimento gli sia negato. Tramite la mente che, dopotutto, è la loro, i predatori instillano nella vita degli uomini ciò che più gli conviene, garantendosi un certo livello di sicurezza che va a mitigare la loro paura.

Don Juan

Sonmi-451 e Thomas Sankara – quando finzione e realtà riecheggiano

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a cura di Stefano Fait, direttore di FuturAbles

La preghiera di Sonmi~451 (2144)

Archivista “Ricordati non è un interrogatorio, né un processo, la tua versione della verità è ciò che conta”

Sonmi~451 “La verità è singolare, le sue versioni sono non-verità”

Archivista “Qual è il primo catechismo?”

Sonmi~451 “Onora il tuo consumatore”

Yoona~939 “Io non sarò mai soggetta a maltrattamenti criminosi”

Sonmi~451 “La nostra vita non è nostra, da grembo a tomba, siamo legati ad altri, passati e presenti, e da ogni crimine e ogni gentilezza generiamo il nostro futuro”

Sonmi~451 “Puoi mantenere il potere sulle persone finché dai loro qualcosa, deruba un uomo di ogni cosa e quell’uomo non sarà più in tuo potere”

Hae-Joo Chang “Spesso la sopravvivenza richiede coraggio”

Sonmi~451 “Ma io sono solo la servente di una mangeria, non sono stata genomata per alterare la realtà”

Generale An-kor Apis “Nessun rivoluzionario lo è mai stato”

Sonmi~451 “Non importa se siamo nati in una vasca o in un grembo, siamo tutti purosangue. Dobbiamo tutti combattere, e se necessario morire, per insegnare alle persone la verità”

Sonmi~451 “Essere vuol dire essere percepiti, pertanto conoscere se stessi è possibile solo attraverso gli occhi degli altri. La natura della nostra vita immortale è nelle conseguenze delle nostre parole e azioni, che continuano a suddividersi nell’arco di tutto il tempo.

Archivista “Nella tua rivelazione hai parlato delle conseguenze della vita di un individuo che si spandono per tutta l’eternità. Questo vuol dire che credi in una vita nell’aldilà, nel paradiso e nell’inferno?”

Sonmi~451 “Io credo che la morte sia solo una porta, quando essa si chiude, un’altra si apre. Se tenessi a immaginare un paradiso, io immaginerei una porta che si apre e dietro di essa, lo troverei lì, ad attendermi”

Archivista “Se posso fare un’ultima domanda, dovevi sapere che la rivolta dell’unione sarebbe fallita”

Sonmi~451 “Si”

Archivista “E perché hai accettato di farlo?”

Sonmi~451 “E’ questo che il generale Apis mi aveva chiesto”

Archivista “Cosa, di essere giustiziata?”

Sonmi~451 “Se io fossi rimasta invisibile, la verità sarebbe stata nascosta, non lo potevo permettere.”

Archivista “E se nessuno credesse a questa verità?”

Sonmi~451 “Qualcuno ci crede già”

A Nuova Seoul (Nea So Copros), l’ingegneria genetica viene impiegata per produrre cloni inseriti in caste inferiori, con uno status morale inferiore. Possono essere oggetto di abuso senza che ciò sia sanzionato, ma sia i cloni sia i consumatori (“purosangue”) sono all’oscuro del destino di questi servitori: dopo un prematuro pensionamento dopo 12 anni di servaggio, sono uccisi e trasformati in cibo per cloni (sedato per intontire i servitori in modo che non si mettano in testa strane idee) e tessuti organici per fabbricare altri cloni.

Coesistono tre caste: la “razza padrona”, i servitori e i consumatori, che hanno il dovere costituzionale di consumare una certa somma, calcolata in funzione del loro status sociale, e di obbedire alle direttive della tirannia che li domina. I consumatori cercano solo apatia spirituale, comfort e gratificazioni fisiche. Sono distinguibili dai cloni che li servono per il fatto di possedere dalla nascita un microchip sull’indice, mentre i servitori hanno un collare che li può uccidere se disobbediscono.

Con il passare del tempo le distinzioni di classe e di casta hanno perso il loro carattere arbitrario, artificiale, fittizio per acquistare una vita propria, una certa naturalità e quindi ineluttabilità: “le cose stanno così perché è giusto e normale che sia così”.

Questo è il “progresso” che conduce alla Caduta e ad un mondo post-apocalittico.

Gattaca

Di sviluppi del genere se ne discute da anni negli ambienti della bioetica (si veda anche Gattaca):

http://fanuessays.blogspot.it/2011/10/leugenetica-e-un-complotto-scientista.html

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/05/06/ethical-aspects-of-genetic-engineering-and-biotechnology/

o “In Time”

In-Time

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/03/01/in-time-occupy-hollywood-e-la-lotta-di-classe-del-terzo-millennio/

È un avvelenamento progressivo dell’umanità e del mondo, che si perpetua a causa di una popolazione sedata dal consumismo, dalla propaganda che filtra l’informazione che può essere comunicata e dall’ignoranza che ne consegue. È l’oblio della realtà che conserva strutture di potere tossiche e, nel lungo periodo, autodistruttive. Un potere predatorio, cannibalistico, che si sostiene grazie alla sua capacità di definire una narrazione univocamente vantaggiosa, che colonizza le menti delle masse e razze subordinate, predicando una supposta superiore condizione esistenziale, naturale, intellettuale e morale della casta dirigente che giustifica lo status quo.

Questi colonialisti, veri e propri conquistadores, sono cannibali, consumano ciò che li circonda per sostentarsi ed espandere la loro fonte di reddito e potere. Il potere, in particolare, va mantenuto ed esteso, a spese di tutti gli altri ed a qualunque costo, in una frenetica scalata della piramide sociale e naturale che dovrebbe dare un senso ad esistenze ossessionate dalla bramosia insaziabile, una fame inestinguibile, e dalla paura di decadere, di trovarsi sempre più parassiti sul groppone e sempre meno vittime da vampirizzare. Una splendida illustrazione del circolo vizioso che rappresenta la condanna esistenziale degli psicopatici/sociopatici: così terribili eppure così tragicamente prigionieri della loro natura.

Vyvyan Ayrs, ultra-nietzscheano ode una sinfonia in un sogno di un mondo futuristico in cui tutte le cameriere di un locale sotterraneo sono identiche ed ogni giorno ripetono gli stessi gesti e le stesse frasi per accogliere i clienti. La vuole riprodurre per affermare la propria grandezza e come tributo al suo “prezioso Nietzsche”:

E sapete voi che cosa é per me il mondo? Devo mostrarvelo nel mio specchio? Questo mondo é un mostro di forza, senza principio, senza fine, una quantità di energia fissa e bronzea, che non diventa né più piccola né più grande, che non si consuma, ma solo si trasforma, che nella sua totalità é una grandezza invariabile […] Questo mio mondo dionisiaco che si crea eternamente, che distrugge eternamente se stesso, questo mondo misterioso di voluttà ancipiti, questo mio al di là del bene e del male, senza scopo, a meno che non ci sia uno scopo nella felicità del ciclo senza volontà, a meno che un anello non dimostri buona volontà verso di sé, per questo mondo volete un nome? Una soluzione per tutti i suoi enigmi? E una luce anche per voi, i più nascosti, i più forti, i più impavidi, o uomini della mezzanotte? Questo mondo è la volontà di potenza e nient’altro! E anche voi siete questa volontà di potenza e nient’altro! (F. Nietzsche, La volontà di potenza)

Non è il possesso del potere che produce piacere ma l’incessante ricerca di più potere. Non serve dire che questa brama senza fine è una prigionia. Se questo incremento di potenza non ce lo possiamo garantire da noi stessi, ci legheremo sempre più strettamente alla fazione più promettente. Il che spiega come, nel corso della loro vita, molti militanti di un colore politico sono passati a quello opposto: per loro l’ideologia è solo un pretesto, un mezzo per accumulare potenza. Se il partito o movimento che hanno abbandonato tornasse in auge si riavvicinerebbero in breve. Anche la lealtà o slealtà rispetto ad una particolare azienda o nazione segue le stesse logiche (es. si osservi la parabola del sionismo, una causa che era di “sinistra”/“progressista” solo un paio di generazioni addietro).

La ribellione di Sonmi-451 apparentemente fallisce. Viene catturata, interrogata, giustiziata. Migliaia, milioni di altri ribelli come lei sono stati inghiottiti dall’oblio, il loro eroismo si è dimostrato inutile: una goccia in un oceano, appunto. Però gli esseri umani sono tanti, sono come gli spermatozoi, se mi si passa il parallelo non particolarmente elegante. Basta che uno solo riesca a far arrivare il messaggio a destinazione che qualcosa di prodigioso si manifesta (la vita, la libertà).

Se ci pensiamo, è un po’ il fato di Thomas Sankara, martire della dignità e libertà africana, tornato improvvisamente in auge nell’Europa oppressa dai dogmi neoliberisti e dagli attacchi degli speculatori e delle agenzie di rating (chi l’avrebbe mai detto?):

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/12/05/thomas-sankara-e-il-terzo-mondo-europeo-piigs/

http://mauropoggi.wordpress.com/2013/01/20/thomas-sankara-un-documentario-e-un-appello/

o quello di Joel Olson, docente ed attivista morto prematuramente, poco dopo aver realizzato un’analisi che è stata poi fatta circolare viralmente sulla rete, specialmente tra gli indignati:

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/11/16/la-democrazia-bianca-e-la-nostra-prigione/

Questi esempi valorizzano e comprovano il contenuto di verità di Cloud Atlas: un messaggio di valore universale resisterà al tempo e riaffiorerà carsicamente al momento giusto, anche in un altro luogo del mondo: laddove ci sia chi ne ha bisogno.

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Il messaggio di Sonmi-451 ce la fa a sopravvivere: è così autentico, vibrante, pregnante, universale, rivoluzionario, da lasciare scossi alcuni dei guardiani del sistema tirannico di Nuova Seoul (Nea So Copros). Non servirà a salvare la civiltà umana del ventiduesimo secolo, ma darà speranza ai superstiti nei secoli seguenti e la speranza è un bene di valore inestimabile quando si conduce un’esistenza miserabile.

Grazie ad un film di un’epoca precedente, ed in particolare ad una battuta – “Io non sarò mai soggetto a maltrattamenti criminosi!” – che ha il potere di scuotere dal torpore persino chi è nato per essere schiavo, Sonmi-451 comprende che esistono dei diritti universali e che occorre battersi per riaffermarli, perché questi possono essere sovvertiti esattamente come il granito può essere eroso, dato che l’ignoranza produce paura, la paura partorisce l’odio, l’odio genera violenza e la violenza prolifera fino a quando l’unico diritto riconosciuto è la volontà di chi è più forte e spietato in un dato momento.

I forti restano al comando grazie alle illusioni. Dunque la libertà vera è quella dalle illusioni (di separazione, differenza, gerarchia come parte di un “ordine naturale”) che vengono perpetrate da rapporti di forza iniqui ed artificiali. Il coraggio proviene dalla ferma volontà di combattere queste illusioni: “Sarai solo una goccia nell’oceano” – “Cos’è l’oceano se non una moltitudine di gocce?”. Di combatterle per sé e per tutti quanti, a nome di tutti quanti.

Cloud Atlas ci chiede di essere più empatici e più audaci nell’estensione verso il prossimo della nostra empatia, nel nostro riconoscimento della nostra comune condizione, comuni esigenze, comune destino. L’empatia, l’amore e la meraviglia sono le fondamenta della società. Il cinismo è ciò che la corrode e minaccia la nostra sopravvivenza come civiltà e come specie degna di esistere. La strada per l’ascensione, di Sonmi-451 e di tutti noi, passa per la disponibilità a trattare gli altri con decenza e rispetto, riconoscendone la dignità intrinseca, e per il rifiuto di accettare una società costruita intorno a convenzioni che discriminano gli uni ed avvantaggiano gli altri e che, se trasmesse di generazione in generazione, finiscono per apparire come un fatto naturale, un prodotto dell’evoluzione che l’uomo non ha il diritto di mettere in dubbio e cambiare.

La storia di Sonmi-451 ci insegna che, sebbene il mondo possa essere destinato ad una caduta – il che può certamente essere il nostro caso –, il percorso non è predeterminato. Le scelte dei singoli hanno la capacità di creare narrazioni diverse, con conclusioni diverse. Le scelte interrelate di molte persone hanno considerevoli ramificazioni (effetto del battito d’ali di una farfalla).

Per questo è indispensabile credere in un futuro alternativo (es. a quello deciso per noi dalle autorità monetarie e dalle oligarchie finanziarie) e plasmare un mondo nuovo. Il futuro è aperto e c’è sempre l’opportunità di considerare verità alternative e di scoprire una conoscenza insperata che può condurci verso altri futuri.

Se un numero sufficiente di persone, una massa critica, mette in discussione la narrazione egemonica che condiziona il comportamento di tutti, è possibile arrivare ad un cambiamento duraturo.

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Per un’analisi più generale:

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/01/18/cloud-atlas-uno-studio-antropologico/

Cloud Atlas – uno studio antropologico del libro e del film

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a cura di Stefano Fait, direttore di FuturAbles

Web Caffè Bookique [Facebook]

 

Certo che credo nella reincarnazione – guardate mia sorella!

Andy Wachowski riferendosi a Lana Wachowski (già Laurence Wachowski, dopo l’operazione per il cambio di sesso)

 

Cloud Atlas - James D'Arcy and Ben Whishaw

Il viaggio nel pacifico di Adam Ewing (1849)

Adam Ewing “La domanda che egli pone è, se Dio ha creato il mondo, come sappiamo quali cose cambiare e quali cose devono rimanere sacre e inviolabili?”

Adam Ewing “Ho paura che il tuo destino sia affar tuo, e io non desidero farne parte”

Autua “Allora uccidi io”

Adam Ewing “Non dire assurdità”

Autua “Se tu non aiutare, uccidere è stessa cosa, è verità…”

Autua “Dolore forte si, occhio di amico più forte”

Dr. Henry Goose “Esiste una sola regola che unisce tutte le persone, un solo principio dominante che definisce ogni rapporto nella verde terra di Dio: il debole lo abbatte, il forte che lo inghiotte.”

Padre di Tilda “Adam, stammi a sentire, per il bene di mio nipote se non per il tuo, c’è un ordine naturale a questo mondo e coloro che tentano di capovolgerlo non finiscono bene. Questo movimento non sopravvivrà, se ti unisci a loro tu e l’intera tua famiglia verrete schivati, al meglio esisterete come paria, oggetto di sputi e bastonate, al peggio sarete linciati o crocifissi. E per cosa, per cosa, qualunque azione vogliate non ammonterà più che a una singola goccia in un oceano sconfinato”

Adam Ewing “Ma cosa è l’oceano, se non una moltitudine di gocce”

Lettere da Zedelghem (1936)

Robert Frobisher “Un libro letto a metà è, dopotutto, una storia d’amore incompiuta”

Robert Frobisher “A questo punto della mia vita so soltanto, Sixsmith, che le forze invisibili che fanno girare il mondo sono le stesse che ci straziano il cuore”

Vyvyan Ayrs “La reputazione è tutto nella nostra società”

Robert Frobisher “Sixsmith, salgo i gradini dello Scott monument ogni mattina, e tutto diventa chiaro. Vorrei poterti fare vedere tutta questa luminosità, non preoccuparti, va tutto bene, va tutto così perfettamente maledettamente bene. Capisco ora che i confini tra rumore e suono sono convenzioni. Tutti i confini sono convenzioni, in attesa di essere superate; si può superare qualunque convenzione, solo se prima si può concepire di poterlo fare. In momenti come questi, sento chiaramente battere il tuo cuore come sento il mio, e so che la separazione è un’illusione. La mia vita si estende ben oltre i limiti di me stesso”

Robert Frobisher “Credo che esista un altro mondo che ci attende Sixsmith, un mondo migliore, e io ti attenderò lì. Credo che non restiamo morti a lungo. Cercami sotto le stelle della Corsica dove ci siamo dati il primo bacio. Tuo, in eterno, RF.

 

Il primo caso di Luisa Rey (1972)

Luisa Rey “Devi fare, tutto quello che non puoi non fare”

Isaac Sachs “La fede, come la paura o l’amore, è una forza che va compresa come noi comprendiamo la teoria della relatività, il principio di indeterminazione, fenomeni che stabiliscono il corso della nostra vita. Ieri la mia vita andava in una direzione, oggi va verso un’altra, ieri credevo che non avrei mai fatto quello che ho fatto oggi, queste forze che spesso ricreano tempo e spazio, che possono modellare e alterare chi immaginiamo di essere, cominciano molto prima che nasciamo e continuano dopo che spiriamo. Le nostre vite e le nostre scelte, come traiettorie dei quanti, sono comprese momento per momento, a ogni punto di intersezione, ogni incontro suggerisce una nuova potenziale direzione”

Luisa Rey “Perché noi continuiamo a ripetere gli stessi errori ogni volta?”

L’orribile impiccio del signor Cavendish (2012)

Timothy Cavendish “Libertà, il frivolo motivetto della nostra civiltà, ma solo quelli che ne sono privati hanno il benché minimo sentore di cosa sia realmente”

Uno dei fuggitivi, rivolto a Cavendish “La domanda è, vecchio mio, credi di sapere il fatto tuo?”

La preghiera di Sonmi~451 (2144)

Archivista “Ricordati non è un interrogatorio, né un processo, la tua versione della verità è ciò che conta”

Sonmi~451 “La verità è singolare, le sue versioni sono non-verità”

Archivista “Qual è il primo catechismo?”

Sonmi~451 “Onora il tuo consumatore”

Yoona~939 “Io non sarò mai soggetta a maltrattamenti criminosi”

Sonmi~451 “La nostra vita non è nostra, da grembo a tomba, siamo legati ad altri, passati e presenti, e da ogni crimine e ogni gentilezza generiamo il nostro futuro”

Sonmi~451 “Puoi mantenere il potere sulle persone finché dai loro qualcosa, deruba un uomo di ogni cosa e quell’uomo non sarà più in tuo potere”

Hae-Joo Chang “Spesso la sopravvivenza richiede coraggio”

Sonmi~451 “Ma io sono solo la servente di una mangeria, non sono stata genomata per alterare la realtà”

Generale An-kor Apis “Nessun rivoluzionario lo è mai stato”

Sonmi~451 “Non importa se siamo nati in una vasca o in un grembo, siamo tutti purosangue. Dobbiamo tutti combattere, e se necessario morire, per insegnare alle persone la verità”

Sonmi~451 “Essere vuol dire essere percepiti, pertanto conoscere se stessi è possibile solo attraverso gli occhi degli altri. La natura della nostra vita immortale è nelle conseguenze delle nostre parole e azioni, che continuano a suddividersi nell’arco di tutto il tempo.

Archivista “Nella tua rivelazione hai parlato delle conseguenze della vita di un individuo che si spandono per tutta l’eternità. Questo vuol dire che credi in una vita nell’aldilà, nel paradiso e nell’inferno?”

Sonmi~451 “Io credo che la morte sia solo una porta, quando essa si chiude, un’altra si apre. Se tenessi a immaginare un paradiso, io immaginerei una porta che si apre e dietro di essa, lo troverei lì, ad attendermi”

Archivista “Se posso fare un’ultima domanda, dovevi sapere che la rivolta dell’unione sarebbe fallita”

Sonmi~451 “Si”

Archivista “E perché hai accettato di farlo?”

Sonmi~451 “E’ questo che il generale Apis mi aveva chiesto”

Archivista “Cosa, di essere giustiziata?”

Sonmi~451 “Se io fossi rimasta invisibile, la verità sarebbe stata nascosta, non lo potevo permettere.”

Archivista “E se nessuno credesse a questa verità?”

Sonmi~451 “Qualcuno ci crede già”

Sloosha Crossing e tutto il resto (2321)

Zachry “Chi ha fatto lo sgambetto alla caduta se non Giorgy”

Meronym “Il vero vero? Gli antichi stessi”

Zachry “E’ tutto una massa di fumo. Gi antichi c’hanno saviezza, hanno piegato malattie e semi fatto miracoli, volati nel cielo”

Meronym “vero, tutto vero, ma c’hanno altra cosa, una fame in loro cuori, fame più forte di tutte le loro saviezze”

Zachry “Fame, di cosa?”

Meronym “Fame di altro”.

Zachry “Andare, Andare dove, prescienti e noi stessa barca, nessuno c’ha casa”

Meronym “Ma, non ancora”.

Zachry “Credi che qualcuno sente tue preghiere e viene giù da cielo?”

Meronym “Può forse, può forse un giorno”

Zachry “Un giorno è pulce di speranza”

Meronym “Si, e da pulci non ti liberi facile”

http://miscellaneo.wordpress.com/2013/01/13/cloud-atlas-citazioni-e-aforismi-del-film/

 

Cloud Atlas (libro e film) mi piace perché è l’opera giusta al momento giusto: in una civiltà al lumicino, l’unica cosa intelligente da fare è mettercela tutta per creare una nuova narrazione, di un futuro diverso, da costruire assieme, pensando ed agendo in modo diverso, perché non c’è nessun salvatore disinteressato che verrà a toglierci le castagne dal fuoco. È un investimento sul futuro.

1849: un giovane avvocato viene avvelenato a poco a poco da un “medico” senza scrupoli che vuol il suo oro. Uno schiavo clandestino chiede il suo aiuto e poi gli salva la vita. L’esperienza lo spinge ad abbracciare la causa dell’abolizionismo della schiavitù.

1936: un giovane aspirante compositore bisessuale assiste un vecchio compositore sifilitico.

1973: una giornalista in California s’imbatte in un complotto e cerca di comprenderlo e renderlo noto.

2012: un anziano editore inglese con problemi economici viene rinchiuso in un ospizio-carcere.

2144: un clone coreano capisce di non essere inferiore ai “normali” e diventa un esempio per un’umanità oppressa

2321: un isolano selvaggio post-apocalittico incontra un’esploratrice dei Prescienti (altri superstiti che però hanno preservato una parte del livello tecnologico pre-apocalittico) e la aiuta a salvare la sua gente e se stesso.

Ogni episodio è legato da una testimonianza-retaggio del passato (un diario, un libro, una sinfonia, un’inchiesta, un film, una confessione registrata): “La nostra vita non ci appartiene. Dal grembo alla tomba, siamo legati agli altri. Passati e presenti. E da ogni crimine e da ogni gentilezza, generiamo il nostro futuro”.

http://it.wikipedia.org/wiki/Cloud_Atlas

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In breve, Cloud Atlas è la storia di un gruppo di anime che si incarnano in varie epoche storiche, incrociandosi ed interagendo – “sestetto per solisti che si sovrappongono, per pianoforte, clarinetto, violoncello, flauto, oboe e violino, ognuno nella sua chiave, dimensione e colore”. Lo fanno in un contesto di sofferenza, patimento, violenza gratuita e sterile, a causa della loro tendenza a commettere gli stessi errori. Errori determinati in gran parte dal loro ossequio ad una visione del mondo social-darwinista (neoliberista) per cui l’unica legge del cosmo/universo è “il debole lo abbatte, il forte che lo inghiotte”.

Il bene e il male che compiono si riverberano nel passato e nel futuro (rifiuto della concezione lineare del tempo)

Il cammino si conclude quando superano gli esami che la vita pone loro di fronte e comprendono le varie ramificazioni della massima “non fare agli altri quel che non vorresti fosse fatto a te” (e fai agli altri solo quello che ti chiedono di fare), tra le quali l’imperativo morale di costruire un mondo fondato su libertà, uguaglianza e fratellanza (tangibilmente, non astrattamente: sono principi che, come gli esseri umani, trionfano assieme ed affondano insieme).

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Uno dei due motivi centrali è quello del potere e del controllo nelle relazioni umane: si può essere parassitari, oppure simbiotici. La prima è una relazione di mutua compensazione (mutualismo) ed equilibrio: è feconda e benefica per entrambe le parte: “Io vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri. Com’io v’ho amati, anche voi amatevi gli uni gli altri” [Giovanni 13, 34]. “Ma se uno ha dei beni di questo mondo, e vede il suo fratello nel bisogno, e gli chiude il proprio cuore, come dimora l’amor di Dio in lui?” [1 Giovanni 3:17]

Il rapporto parassitario è quello dove una parte consuma l’altra, come fa la tenia: “Non semplicemente costanza dell’energia, ma massima economia dei consumi: sicché il voler diventare più forti, per ogni centro di forza, è l’unica realtà – non conservazione di sé, ma volontà di appropriazione, di diventare padroni, di diventare di più, di diventare più forti” (F. Nietzsche, “La volontà di potenza”). Il parassita, come lo psicopatico, che ne è la quintessenza, è dominato dalla paura di perdere il controllo e dalla sete di potere e non può quindi essere altro che violento. È autolesionistico, perché consumando chi gli dà la vita pone le basi per la sua morte.

È quel che spiega Meronym a Zachry in merito alla caduta della civiltà umana: gli antenati resero i miracoli un evento ordinario ma non riuscirono mai a controllare una cosa, cioè a dire la fame nel cuore umano, la fame di cibo, di velocità, di longevità, di comodità, di potere. Il mondo non era grande abbastanza per loro e continuarono a manipolare l’esistente finché persero definitivamente il controllo della natura, contaminando le terre, i mari, l’aria e i loro corpi, per poi tornare allo stato tribale, salvo rare eccezioni.

È la tenia in azione (cf. Jung/Gurdjieff).

La storia è un incessante confronto tra queste due personalità archetipiche, il simbionte e la tenia: chi cerca di rallentare lo sviluppo umano, farlo sfiorire per controllarlo (la “decrescita infelice”) e chi desidera espanderlo (limite esterno, illimitatezza interiore).

http://www.informarexresistere.fr/2012/01/18/la-sindrome-del-feto-egoista-come-vivono-e-cosa-pensano-gli-angeli-caduti/#axzz2ILQu9kO7

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L’altro tema cardine è che l’unica ascensione possibile per l’umanità è attraverso la consapevolezza. La conoscenza permette di comprendere la propria condizione miserevole, di immaginare circostanze di esistenza più dignitose, di cercare di abolire quelle correnti.

Ciascuno dei sei protagonisti, a modo suo, ostacolato dai suoi vizi e manie e quindi non sempre con successo, è un emancipatore di se stesso, ma anche di altre persone che incrociano il suo percorso. E anche se apparentemente nulla sembra cambiare, perché le forme di dominio e subordinazione evolvono in maniera tale da mimetizzarsi meglio ed agire più sottilmente ed efficacemente (la schiavitù finale è quella di chi crede di essere libero) – come in un eterno ritorno nietzscheano – Cloud Atlas illustra come la sommatoria di tante piccole azioni liberatorie, abolizioniste, altruistiche, rivoluzionarie, può fare la differenza.

Queste si riverberano nel tempo – nel futuro come nel passato (tramite visioni, sogni ed intuizioni) – alterando il corso degli eventi per milioni di persone, persino su altri pianeti. E anche se la ribellione di Sonmi-451 non salva la civiltà umana nel 2144, l’ultimo segmento postapocalittico, ambientato nel ventiquattresimo secolo, mostra come il suo esempio abbia ispirato i superstiti, salvandoli dall’abbrutimento al quale si sono abbandonate le bande di predoni cannibali, eredi diretti degli oligarchi corporativi della decadente Nea So Copros, degli schiavisti delle isole Chatham, del vanaglorioso “mecenate” che spinge al suicidio il promettente artista bisessuale, dei guardiani/carcerieri di Aurora.

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Le parti assegnate a Tom Hanks rappresentano un’allegoria dello sforzo umano di progredire imparando dai propri errori.

Inizia come brigante travestito da medico (Goose) che raccoglie i denti delle vittime di cannibalismo per venderli e per impiantarli nella sua bocca che ha assunto un’apparenza ferina: uccide invece di curare, i suoi desideri sono puramente materialistici ed egoistici. Si comporta come un conquistador: per l’oro è disposto ad uccidere, slealmente.

Nella vita successiva gestisce un albergo e sfrutta uno stato di difficoltà del giovane Frobisher per ricattarlo. Però non uccide nessuno.

La successiva incarnazione è il fisico Isaac Sachs che cerca di aiutare la giornalista (Halle Berry) a smascherare un terribile complotto. Pur essendo stato un ingranaggio nella macchina per tutta la sua vita, muore dopo aver fatto la cosa giusta.

In seguito però ricade nel solco della violenza: Dermot Hoggins è uno scrittore che non tollera una recensione feroce ed uccide il critico letterario che l’ha “disonorato”.

Infine Zachry, nell’isola post-apocalittica, subisce una trasformazione da codardo superstizioso a eroe pronto a sacrificarsi per il prossimo e per una causa che non riguarda direttamente né lui né la sua famiglia.

Si scopre così che il suo meglio lo dà solo quando entra in contatto con la sua “anima gemella” (Halle Berry – Luisa Rey e Meronym).

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Nel corso delle sue esistenze abbandona la filosofia egoistica dell’autoperpetuazione ad ogni costo e diventa un saggio ed un uomo di pace.

In una vita un uomo è cattivo, in un’altra è un’eroina. Ogni volta che un’anima ritorna alla vita terrena ha la possibilità di imparare ad esistere in diversi contesti storici, culturali, economici ed in diversi ruoli (razza, genere, status, potere). Sono esistenze esperite lungo una catena di molte permutazioni diverse, che definiscono un percorso di evoluzione personale. Una sola vita non basta, servono tante lezioni lungo l’iter educativo personalizzato per mettere alla prova le proprie peculiari debolezze.

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Il messaggio finale è che non dobbiamo accettare una società costruita intorno a convenzioni che discriminano gli uni ed avvantaggiano gli altri e che, se trasmesse di generazione in generazione, finiscono per apparire come un fatto naturale, un prodotto dell’evoluzione che l’uomo non ha il diritto di mettere in dubbio e cambiare. Il passato, il presente e perfino il futuro ci possono venire in soccorso, se abbiamo raggiunto un certo livello di consapevolezza.

Sonmi-451 e Yoona-939, nati schiavi e destinati a servire prima come cameriere e poi come nutrimento e materiale organico, sono oppresse in una misura che il meschino Timothy Cavendish, che pure è alle prese con una casa di riposo gestita tirannicamente, neppure può immaginarsi. Ciò nonostante, sono le sue parole – “Io non sarò mai soggetto a maltrattamenti criminosi!” – quelle di cui questi cloni avevano bisogno per concepire e formulare quei principi di dignità e libertà estranei alla loro società.
La conoscenza è uno specchio – dichiara Sonmi-451 – e, per la prima volta nella mia vita, mi è stato concesso di vedere chi ero e che cosa ero diventata”.

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L’uso degli stessi attori per ruoli diversi, maschili e femminili, neri e asiatici, giovani ed anziani è importante per arrivare a capire che l’esteriorità è un dettaglio e che ciò che conta è quel che c’è dentro di noi e quel che riusciamo ad esprimere, che le nostre tribù non devono restare separate, che ciò che ci distingue non è l’essenza di quel che siamo, che esiste una comune umanità, un comune spirito che trascende i confini e i muri insormontabili che ci imponiamo e che “giustificano” lo sfruttamento, la prevaricazione, la tracotanza, la violenza, l’egoismo. Una verità che, per quanto scontata, deve ancora essere assimilata e che molti considerano ancora come un affronto personale (es. le critiche che ci sono piovute addosso per aver scritto “Contro i miti etnici”.

Viviamo in un sistema piramidale così devoto al divide et impera che se fosse possibile porre delle barriere alla trasmigrazione delle anime, lo si farebbe in un batter d’occhio.

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Al termine del romanzo Adam Ewing capisce che la storia non segue alcuna regola, ammette solo esiti. Questi esiti sono determinati da vizi e virtù, buone e male azioni. Queste azioni sono la risultante di convinzioni. Perciò se noi crediamo che l’umanità debba essere divisa per categorie, ciascuna delle quali va collocata su un gradino diverso della scala evolutiva, e che la storia è l’arena in cui il forte sopprime il debole, allora quello è il tipo di umanità che si affermerà in una data epoca. Sarà difficile opporsi a questo “ordine naturale” ma l’esito non sarà augurabile per nessuno. Un mondo puramente predatorio consuma se stesso (parassitismo, entropia). In una persona, commenta Ewing, l’egoismo abbrutisce l’anima; nella specie umana, comporta l’estinzione.

Se invece crediamo che l’umanità possa elevarsi al di sopra della legge della giungla, che razze e credenze diverse possano convivere pacificamente, che ci possano essere governanti giusti, che la violenza possa essere arginata, che i potenti debbano rispondere delle loro azioni, che le ricchezze della terra e degli oceani vadano condivise equamente, un altro mondo sarà possibile (simbiosi) e si realizzerà. Questo anche se è il più difficile da concretizzare, dato che i progressi conquistati penosamente nel corso di molte generazioni possono essere persi con un tratto di penna di un presidente o la sciabola sguainata di un generale.

E tuttavia, conclude Ewing, quello è l’unico mondo degno per suo figlio, l’unico che questi non dovrà temere, l’unico per cui vale la pena di lottare.

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Il suocero non è dello stesso avviso. Lo accusa di sciocco sentimentalismo, di non essere in grado di capire che nessun bianco crederà mai di essere pari ad un nero, nessun nero crederà mai di essere un bianco con la pelle nera e nessuno accetterà di buon grado di perdere le sue proprietà in nome di diritti inalienabili. Lo avverte: riceverà sputi, gli urleranno contro, lo linceranno, lo corromperanno, lo ostracizzeranno, lo crocifiggeranno per la sua ingenuità. Per aver osato duellare con l’idra della natura umana, pagherà con indicibili sofferenze; e con lui la sua famiglia. E solo all’ultimo istante di vita arriverà a capire che la sua vita non contava più di una goccia in un oceano sconfinato.

La replica di Adam Ewing è diventata la citazione più famosa di “Cloud Atlas” (del libro e del film):  “Ma cos’è l’oceano, se non una moltitudine di gocce?”

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ULTERIORI LETTURE SU QUESTI TEMI

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/01/21/sonmi-451-e-thomas-sankara-quando-finzione-e-realta-riecheggiano/
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/07/12/heliofant-i-pet-goat-ii-il-nostro-futuro/

Quei sant’uomini dei fratelli Kennedy

Signore e signori, la parola “segretezza” è ripugnante in una società libera e aperta e noi, come popolo, ci siamo opposti, intrinsecamente e storicamente, alle società segrete, ai giuramenti segreti e alle riunioni segrete. Siamo di fronte, in tutto il mondo, ad una cospirazione monolitica e spietata, basata soprattutto su mezzi segreti per espandere la sua sfera d’influenza, sull’infiltrazione anziché sull’invasione, sulla sovversione anziché sulle elezioni, sull’intimidazione anziché sulla libera scelta. È un sistema che ha reclutato ampie risorse umane e materiali nella costruzione di una macchina affiatata, altamente efficiente, che combina operazioni militari, diplomatiche, di intelligence, economiche, scientifiche e politiche. Le sue azioni non vengono diffuse, ma tenute segrete. I suoi errori non vengono messi in evidenza, ma vengono nascosti. I suoi dissidenti non sono elogiati, ma ridotti al silenzio. Nessuna spesa viene contestata. Nessun segreto viene rivelato. Ecco perché il legislatore ateniese Solone decretò che evitare le controversie fosse un crimine per ogni cittadino. Sto chiedendo il vostro aiuto nel difficilissimo compito di informare e allertare il popolo americano. Sono convinto che con il vostro aiuto l’uomo diventerà ciò che per cui è nato: un essere libero e indipendente.

J.F.Kennedy, discorso all’hotel Waldorf-Astoria di New York, 27 aprile 1961

La guerra non ci si propone più come un’alternativa razionale. L’umanità deve porre fine alla guerra, o la guerra porrà fine all’umanità.

JFK, messaggio all’ONU del 25 settembre 1961

Il grande nemico della verità molto spesso non è tanto la menzogna – deliberata, creata ad arte e disonesta – quanto il mito – persistente, persuasivo ed irrealistico.

JFK, discorso alla Yale University, New Haven, Connecticut, 11 giugno 1962

Dunque non concentriamoci solo sulle nostre differenze, ma pensiamo anche ai nostri interessi comuni e a come superare tali differenze. E se le nostre divergenze non possono essere risolte oggi, almeno possiamo cercare di rendere il mondo un luogo sicuro per le diversità. Perché, in fin dei conti, il nostro più elementare legame è che tutti noi abitiamo questo piccolo pianeta, respiriamo la stessa aria, ci preoccupiamo per il futuro dei nostri figli, e siamo tutti mortali.

JFK, discorso all’American University, 10 giugno 1963

Robert F. Kennedy, “Sogno cose che non sono state mai: discorsi 1964-1968”, Torino: Einaudi, 2012.

Chi viaggia in aereo sopra l’Europa verso l’Africa o l’Asia, in poche ore trasvola oceani e paesi che furono il crogiolo della storia dell’umanità. In pochi minuti ripercorre gli itinerari che gli uomini seguirono nel corso delle loro migrazioni lungo migliaia di anni; e basta qualche secondo per oltrepassare campi di battaglia dove combatterono e morirono milioni di persone. Le frontiere non le vede, non ci sono profondi abissi o alte muraglie a dividere i popoli: vede solo la natura e le opere dell’uomo: case, fabbriche, fattorie che rispecchiano dovunque lo sforzo comune per rendere più bella la vita. Dappertutto nuove tecniche e nuovi mezzi di comunicazione avvicinano uomini e paesi, accomunando sempre più i loro interessi e le loro preoccupazioni.
Questa nuova vicinanza obbliga a gettare la maschera, ad abbandonare l’illusione che le differenze esistano, illusione che sta alla radice dell’ingiustizia, dell’odio e della guerra. Soltanto l’uomo che rimane attaccato alla crosta della terra si aggrappa ancora all’oscura e velenosa superstizione che il mondo abbia per confine il colle più vicino; che l’universo finisca sulla riva del fiume, che l’umanità sia tutta racchiusa nella stretta cerchia delle persone che abitano insieme a lui nella stessa città, che hanno le sue stesse opinioni e lo stesso colore della pelle.

24: Capitol Hill, Washington D.C., 15 agosto 1966: È la distruzione del senso, e spesso della realtà, della comunità, del dialogo umano, delle migliaia di fili invisibili dell’esperienza e del proposito comuni, dell’affetto e del rispetto che uniscono gli uomini ai loro simili. È ciò che si esprime con termini come comunità, vicinanza, orgoglio civico, amicizia. È ciò che procura quella forza sostentatrice che è il calore umano, il sentirsi sicuri in mezzo agli altri, e la consapevolezza che il proprio significato come uomini risiede nel piacere dello stare insieme e della fratellanza

34: Waldorf-Astoria Hotel, Columbus Day, 11 ottobre 1966: il desiderio di erigere una civiltà in grado di liberare in pieno le capacità del proprio popolo e di prendere su di sé l’onere di contribuire a illuminare le vite di tutti gli uomini

41: Berkeley – 22 ottobre 1966, University of California: “Il futuro…apparterrà a coloro che capiscono che la saggezza può solo emergere dallo scontro tra punti di vista contrastanti, dall’appassionata espressione di convinzioni profonde e contrarie. Platone diceva: “una vita senza critica non è degna di essere vissuta”. …Non è sufficiente, infatti, consentire il dissenso. Dobbiamo esigerlo. Perché vi è molto su cui dissentire. Dissentiamo sul fatto che milioni di persone restino intrappolate nella povertà mentre le nazioni si arricchiscono. Dissentiamo sulle condizioni e sulle ostilità che negano una vita piena ad alcuni nostri concittadini a causa del colore della loro pelle. Dissentiamo sulla assurda mostruosità di un mondo dove le nazioni si tengano pronte a distruggersi l’un l’altra, e gli uomini devono uccidere i loro simili. Dissentiamo sul fatto che buona parte dell’umanità viva in povertà, colpita dalla malattia, minacciata dalla fame e condannata a una morte prematura dopo una vita di continui stenti. Dissentiamo sulla condizione delle città che ottundono i nostri sensi e che fanno sì che gli atti ordinari della vita quotidiana diventino una lotta penosa. Dissentiamo dalla consapevole ed incurante distruzione della gioia e della bellezza della natura. Dissentiamo su tutte quelle strutture, della tecnologia e della società stessa, che privano gli individui della dignità e del calore della condivisione dei compiti che accomunano tutti noi ed il paese”.

Ivi: “La Costituzione salvaguarda allo stesso modo la saggezza e l’ignoranza, la compassione e l’egoismo.

42: “Quel dissenso che consiste semplicemente in azioni sporadiche e sensazioni sostenute né dal continuo lavoro né dalla ricerca, quel dissenso che tenta di demolire mancando nel frattempo sia del desiderio sia della direzione per ricostruire, quel dissenso che in modo sprezzante o per pigrizia trascura i mezzi e gli strumenti del cambiamento e del progresso, quel genere di dissenso è meramente auto indulgenza. Soddisfa probabilmente chi lo pratica, ma non risolverà i problemi della nostra società. Non aiuterà coloro che sono seriamente impegnati nel difficile e frustrante lavoro per la nazione. E quando sarà del tutto esaurito, non avrà illuminato o arricchito la vita neppure di una singola porzione di umanità in una singola parte del globo. Abbiamo tutti il diritto di dissipare le nostre energie e il nostro talento come meglio crediamo. Ma chi è serio riguardo al futuro ha l’obbligo di dirigere quelle energie e quei talenti verso obiettivi concreti, coerenti con gli ideali che professa”.

45: Berkeley 22 ottobre 1966: SULLA VIOLENZA: non dobbiamo opporci alla violenza meramente per le sue conseguenze sulla possibilità di cooperazione tra bianchi e neri…il male principale della violenza è rappresentato da ciò che fa a tutti noi, a coloro che la praticano così come a coloro che ne sono vittime. La crudeltà e la violenza sfrenata possono pure alleviare temporaneamente un senso di frustrazione, un senso di impotenza. Ma ben più grave è il danno che subiscono coloro che le commettono…di tentativi di giustificare ingiustizie presenti sulla base di offese passate, o di punire ciò che non è giusto rendendo il mondo ancora più ingiusto, ne abbiamo già visti a sufficienza.

47: SULLA XENOFOBIA: Possiamo capire l’apprensione di quegli americani bianchi che sentono minacciata la loro persona e la loro proprietà. Tuttavia si chiede loro soltanto di consentire ad altri ciò che essi esigono per se stessi, una pari opportunità di partecipare alla vita americana. L’intera esperienza della nostra nazione mostra come ogni qual volta è emersa una minoranza, coloro che erano arrivati prima abbaino temuto di vedere danneggiato il loro modo di vivere e come ogni volta si siano sbagliati. Ciò che ogni gruppo è riuscito a realizzare ha avuto l’effetto di ampliare le prospettive di tutti. Direbbe il presidente Kennedy: “L’alta marea solleva tutte le barche”. Questo sarà ciò che sperimenteremo anche nel caso dei neri….chiunque omretta una soluzione senza costi, sforzi o difficoltà, deluderà se stesso e le persone a cui si rivolge.

49: FUTURO: La storia vi giudicherà e, col passare degli anni, in ultimo vi giudicherete da voi stessi, sulla misura in cui avete utilizzato le vostre doti per illuminare ed arricchire le vite del vostro prossimo. Nelle vostre mani, non nei presidenti e nei capi, vi è dunque il futuro del vostro mondo e la realizzazione delle migliori qualità del vostro stesso spirito.

63: University of Kansas, 18 marzo 1968, Il PIL non calcola, invece, la salute dei nostri figli, né la qualità della loro istruzione o la gioia nel loro giocare. Non include la bellezza della nostra poesia né la forza dei nostri matrimoni, l’intelligenza del nostro dibattito pubblico e l’integrità dei nostri pubblici funzionari. Non misura né la nostra arguzia, né il nostro coraggio; né la nostra saggezza, né il nostro apprendimento; né la nostra compassione né la nostra devozione al paese; in breve, misura qualsiasi cosa, eccetto ciò che rende la vita degna di essere vissuta. E ci può dire tutto sull’America, fuorché le ragioni per cui siamo orgogliosi di essere americani

Indianapolis, Indiana, 4 aprile 1968, annuncia la morte di Martin Luther King: 71-72: Noi, come paese, possiamo muoverci in questa direzione, verso una netta polarizzazione: i neri fra i neri e i bianchi fra i bianchi, pieni di odio gli uni verso gli altri. […]. [Ma] ciò di cui abbiamo bisogno negli Stati Uniti non è la divisione; ciò di cui abbiamo bisogno negli Stati Uniti non è l’odio; ciò di cui abbiamo bisogno negli Stati Uniti non è la violenza, né l’illegalità; abbiamo invece bisogno di amore e di saggezza, di compassione gli uni verso gli altri e di un senso di giustizia verso coloro che ancora soffrono nel nostro paese, siano essi bianchi oppure neri…Dedichiamoci a ciò che i Greci scrissero tanto tempo fa: a domare la ferocia dell’uomo e a rendere mite la vita di questo mondo

76: Cleveland, Ohio, 5 aprile 1968: “Troppo spesso onoriamo la spavalderia, la millanteria e chi ricorre alla forza; troppo spesso giustifichiamo coloro che sono disposti a costruire le proprie vite sui sogni infranti degli altri”

77-78: “Non sono venuto qui a proporre una lista di rimedi specifici, né esiste una simile lista. A grandi linee però sappiamo che cosa si debba fare. Quando insegni a un uomo a odiare e a temere il proprio fratello, quando gli spieghi che è un uomo inferiore a causa del suo colore, delle sue credenze o delle politiche che persegue, quando insegni che chi è diverso da te è una minaccia per la tua libertà o per il tuo lavoro o per la tua famiglia, allora anche tu impari a trattare gli altri non come concittadini ma come nemici, da affrontare non con spirito di cooperazione bensì come spirito di conquista, da soggiogare e da dominare. Impariamo, alla fine, a considerare i nostri fratelli come degli estranei, gente con cui condividiamo una città, ma non una comunità; gente a cui ci lega l’essere vicini di casa, ma nessuna cooperazione. Impariamo a condividere solo una paura comune, solo un comune desiderio di allontanarci gli uni dagli altri, solo un comune impulso a reagire al disaccordo con la forza. Per tutte queste cose non ci sono risposte risolutive. […]. Le nostre vite su questo pianeta sono troppo brevi e il lavoro da compiere è troppo grande per consentire a questo spirito di prosperare ancora sulla nostra terra. Ovviamente non possiamo sconfiggerlo per mezzo di un programma o di una risoluzione. Forse però possiamo ricordare, almeno per una volta, che coloro che vivono insieme a noi sono nostri fratelli, che condividono con noi lo stesso breve periodo dell’esistenza, che non cercano, proprio come noi, niente altro se non la possibilità di vivere la propria vita dandole un senso e un po’ di serenità, cercando la soddisfazione e l’appagamento che potranno ottenere. Certamente questo vincolo di una fede comune, questo vincolo di un fine comune, può cominciare a insegnarci qualcosa. Di sicuro possiamo almeno imparare a guardare a coloro che ci sono intorno come ad altri uomini, e di sicuro possiamo cominciare a sforzarci un po’ di più per curarci reciprocamente le ferite e tornare ad essere nei nostri cuori fratelli e compatrioti.

Sono finiti male entrambi, per ragioni non troppo difficili da capire.

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