Il Sole procede verso l’ibernazione (e non è colpa nostra!)

https://twitter.com/stefanofait

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gli Estranei: saranno loro ad assumere il controllo del pianeta?

Winter is coming: “Nel frattempo, oltre la Barriera, Jon Snow e i Guardiani della Notte si preparano all’impatto con forze oscure e dimenticate”

PREMESSA: quando si legge “il 97% degli esperti è concorde nell’affermare che il riscaldamento globale è causato dall’uomo” quel dato (non verificato, ma in questo caso non è importante) si riferisce anche agli scienziati che considerano le attività umane in parte responsabili, pur ritenendo che l’attività solare sia la maggior responsabile.
Nessuno può negare che l’uomo c’entri qualcosa, il fatto è che il suo impatto è trascurabile rispetto a quello dei cicli naturali.
Questa è sempre stata la mia posizione, fin dal mio primo post di fine 2011:
http://fanuessays.blogspot.it/2011/10/il-riscaldamento-globale-e-solo-in.html

I fatti stanno dando ragione a quelli che la pensano come me. L’anidride carbonica batte un record dopo l’altro, eppure le temperature globali si sono stabilizzate (aggiornate a giugno)

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http://www.kaltesonne.de/?p=11437

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Esperti incapaci di spiegare la ragione per cui l’attività solare ha raggiunto minimi record quando invece dovrebbe essere ai suoi massimi. Si ipotizza il sopraggiungere di una glaciazione:
http://www.irishtimes.com/sun-s-bizarre-activity-may-trigger-another-ice-age-1.1460937

http://solarscience.msfc.nasa.gov/predict.shtml

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Da notare che Leif Svalgaard l’aveva previsto già nel 2005

http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1029/2004GL021664/abstract

Ma mi pare, per quel che posso capire, che Salvatore del Prete abbia le idee più chiare di tanti altri e stia mirando più vicino al bersaglio, nel senso che Svalgaard dovrà presto rinunciare al suo approccio gradualista e accettare il fatto che le glaciazioni possono verificarsi in tempi sorprendentemente rapidi.
Dibattito sterilmente polemico tra i due (ma qualcosa di utile ne viene fuori):
http://wattsupwiththat.com/2013/07/15/newsbytes-suns-bizarre-activity-may-trigger-another-little-ice-age-or-not/

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L’attuale “apocalittico” riscaldamento globale di meno di un grado centigrado è stata solo una piccola interferenza nel ciclo glaciale.

Se, come è assai probabile e plausibile, il clima è governato principalmente dal Sole e se i vari studi (incluso quello della NASA) che prevedono l’ibernazione solare sono corretti
http://news.nationalgeographic.com/news/2011/06/110614-sun-hibernation-solar-cycle-sunspots-space-science/

allora siamo arrivati a settembre, la fine dell’estate, l’approssimarsi del Gran Minimo. Fa ancora relativamente caldo, ma le temperature non salgono più e si avvicina il momento in cui comincerà a fare fresco (già nel 2014?) e poi entreremo nel lungo inverno – winter is coming – del ciclo glaciale (dal 2018-2019 in poi). Non ci saranno più riprese della temperatura globale e, nel giro di pochi anni, si potrebbe verificare un Minimo di Maunder, un Minimo di Dalton, oppure le temperature medie potrebbero diminuire fino a 18-20 gradi rispetto alla media attuale. Altro che la bazzecola dei 0,6 gradi di aumento del riscaldamento globale. Altro che piccola era glaciale.

il prossimo massimo dovrebbe collocarsi nel 2030.

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Progressivi “aggiustamenti” verso il basso nelle previsioni del Met Office – il centro meteorologico britannico – resi necessari da: “doloroso impatto con la realtà” (tra l’altro sono gli unici al mondo a considerare il 1998 più freddo del 2007)

Per aggiornamenti su FB, vi rimando al benemerito gruppo “attività solare

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Passo del Susten (Svizzera), al tempo dei Romani e ai nostri giorni

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Non è scettico Fritz Vahrenholt, anzi, è convinto che l’uomo abbia ci abbia messo del suo nelle dinamiche del clima. Ma non vuole più fidarsi dell’IPCC e, ovviamente, anche di tutto il movimento salva-pianeta da cui il Panel è stato a suo dire ideologicamente contaminato.

Il perché lo spiega lui, ed è semplice. Come esperto di rinnovabili ha partecipato al processo di revisione dell’ultimo Report del Panel ONU sulle risorse rinnovabili, trovando più di qualcosa che non andava. I suoi rilievi, racconta, sono stati semplicemente messi da parte. Questo gli ha fatto sorgere il dubbio che l’approccio potesse essere simile anche nel report per i cambiamenti climatici, e quindi ha fatto un po’ di ricerca.

Risultato, questo libro. Ottocento citazioni bibliografiche e decine di illustrazioni con cui invita caldamente a non fidarsi più dell’IPCC e a non dare ascolto ai presagi catastrofici, con cui documenta che il ruolo del Sole non è stato solo sottostimato, è stato del tutto ignorato, probabilmente, come egli asserisce, con cognizione di causa. Tutto con lo scopo di mantenere in piedi la traballante sovrastima del ruolo delle emissioni antropiche.

http://www.climatemonitor.it/?p=23441

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Climatologi serristi che ammettono che il riscaldamento globale ristagna

5 July, 2005

The scientific community would come down on me in no uncertain terms if I said the world had cooled from 1998. OK it has but it is only 7 years of data and it isn’t statistically significant…,” Dr. Phil Jones – CRU emails.

7 May, 2009

“No upward trend” has to continue for a total of 15 years before we get worried,” Dr. Phil Jones – CRU emails.

15 Aug 2009

“…This lack of overall warming is analogous to the period from 2002 to 2008 when decreasing solar irradiance also countered much of the anthropogenic warming…,” Dr. Judith L. Lean – Geophysical Research Letters.

19 November 2009

At present, however, the warming is taking a break.[…] There can be no argument about that,” Dr. Mojib Latif – Spiegel.

19 November 2009

It cannot be denied that this is one of the hottest issues in the scientific community. [….] We don’t really know why this stagnation is taking place at this point,” Dr. Jochem Marotzke – Spiegel.

13 February 2010

Phil Jones: “I’m a scientist trying to measure temperature. If I registered that the climate has been cooling I’d say so. But it hasn’t until recently – and then barely at all.”

BBC: “Do you agree that from 1995 to the present there has been no statistically-significant global warming?”

Phil Jones: “Yes, but only just.”

2010
“…The decade of 1999-2008 is still the warmest of the last 30 years, though the global temperature increment is near zero…,” Prof. Shaowu Wang et al – Advances in Climate Change Research.

20 giugno 2013

Finora, nessuno è stato in grado di fornire una risposta convincente al perché il cambiamento climatico sembra essersi preso una pausa. Siamo di fronte ad un puzzle. Le emissioni di CO2 recenti sono effettivamente aumentate e in maniera più rapida di quel che temevamo. Di conseguenza, secondo la maggior parte dei modelli climatici, dovremmo avere temperature aumentate di 0,25 gradi Celsius (0,45 gradi Fahrenheit) nel corso degli ultimi 10 anni. Questo non è successo. In realtà, l’aumento negli ultimi 15 anni è stato solo di 0,06 gradi Celsius (0,11 gradi Fahrenheit) – Un valore molto vicino a zero. Questo è un serio problema scientifico che il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC), dovrà affrontare quando si presenta la prossima relazione di valutazione alla fine del prossimo anno” Hans von Storch – Spiegel

IL MECCANISMO CHE CAUSA GLACIAZIONI ANCHE SENZA VARIARE DRASTICAMENTE LE TEMPERATURE NEL RESTO DEL MONDO (POSSONO RIMANERE ANCHE MOLTO ELEVATE):
“lf the less active sun does cause cooling, then am beginning to understand how it could do it and that the cooling could be sudden. Because during summer we have been getting a Polar jet that has been splitting in two. Where you get these splits you often have areas of high pressure sitting in the middle of them. What would be a real worry is that this pattern lasts into the winter. As these highs will set up large pools of cold air, due to drawing cold air down from the north and heat loss by clearer skies.
But because you got the jet running to the north and south of them. Then you will have areas of low pressure running to the north and south of them as well, along with the weather fronts they bring.
This sort of set up would bring cold and snowy winters to large areas of the northern half of the Northern Hemisphere. lf this sort of pattern sets in for a dozen years or more, then you could be looking at the process of what causes ice ages to form…
What risks happening with the Polar jet pattern l have outlined is that it locks in a climate within these splits. Outside to the south of these patterns it can be warm as toast. But within these patterns you will get bitter winter weather. Also when the Polar jet splits the southern part will track further to the south. Pushing the cloud cover and colder air further to the south as well. While further to the north where the highs are clearer sky’s and snow cover will allow very rapid cooling. Any increase in moisture is likely to lead to more snowfall which would only add to the problem.

Spiegato da “taxed” in questo forum

Nemesi, la Stella della Morte – chiarimenti ed aggiornamenti

a cura di Stefano Fait, direttore di FuturAbles

 

Oltre l’80% di tutte le stelle fa parte di un sistema stellare multiplo, contenente due o più stelle:

http://chandra.harvard.edu/xray_sources/binary_stars.html

è dunque molto più probabile che il Sole sia una stella binaria, ossia possieda almeno una compagna. Se non la vediamo è perché si tratta di una nana bruna, e quindi è difficilissimo scorgerla, finché non si avvicina sufficientemente al Sole, tanto da essere illuminata.

Non può trattarsi del fantomatico Nibiru che, secondo certe ipotesi, dovrebbe avvicinarsi alla Terra entro la fine del 2012: è  matematicamente impossibile che ciò possa accadere:

http://arxiv.org/abs/1009.1374

Nemesi non si spingerebbe all’interno dell’orbita di Plutone:

http://arxiv.org/pdf/1101.2634v6.pdf

“Nemesis è un oggetto astronomico ipotetico più precisamente una stella nana rossa o nana bruna in orbita intorno al Sole ad una distanza da (circa) 50.000 a 100.000 UA, poco oltre la Nube di Oort. L’esistenza di questa stella è stata originalmente postulata come parte di una possibile spiegazione dei cicli di estinzioni di massa nella storia della Terra.

[…]

Due squadre di astronomi (Whitmire & Jackson e la squadra Davis, Hut e Muller) hanno pubblicato nel 1984, indipendentemente, ipotesi simili per spiegare le estinzioni di massa avanzate da Raup e Sepkoski nella rivista Nature.[2][3] Una di queste ipotesi propone che il sole potrebbe avere una stella compagna non ancora definita, in un’orbita ellittica molto ampia, la quale, periodicamente, disturberebbe la Nube di Oort, causando un incremento del numero di comete in viaggio verso il centro del nostro Sistema solare con un conseguente incremento di eventuali impatti sulla Terra. Questa ipotetica stella prende il nome di Nemesis o, come fu prontamente ribattezzata dai media[4], Death Star (“Stella della morte”, in inglese). Ammessa l’esistenza di tale stella, l’esatta natura di Nemesis è ancora incerta. Richard A. Muller suggerisce che molto probabilmente l’oggetto è una nana rossa con una magnitudine tra 7 e 12[5]; mentre Daniel P. Whitmire ed Albert A. Jackson sostengono che essa sia una nana bruna. Da precedenti studi sulle stelle di tipo solare, era emerso che l’84% di esse fa parte di un sistema binario[4].

[…].

Dal 2000 in poi, sono stati osservati dei planetoidi (oltre Nettuno), come (148209) 2000 CR105, aventi un’orbita ellittica molto accentuata ed un elevato valore del perielio tale da fare escludere l’influenza di Nettuno su questi planetoidi. In questi casi, in genere, si invoca la remota possibilità del passaggio di giganti gassosi o di stelle nell’estrema periferia del Sistema Solare (nel nostro caso potrebbe coincidere con Nemesis)”.

http://it.wikipedia.org/wiki/Nemesis_%28astronomia%29

“L’ipotesi di una stella compagna (Nemesis) orbitante attorno al Sole è stata introdotta per spiegare la periodicità delle estinzioni terrestri (Raup e Sepkoski 1984), per mezzo di piogge di comete (Whitmire e Jackson 1984; Davis et al. 1984; Hills 1984; Hut 1984; Vandervoort e Sather 1993; Muller 2002).

Una recente disamina critica circa le prove a favore e contro gli impatti astronomici sul cambiamento climatico e le estinzioni di massa la si trova in Bailer-Jones (2009); Melott e Bambach (2010) per i più recenti sviluppi delle indagini sul ruolo di Nemesis in tali fenomeni.

Anomalie nella distribuzione degli afeli e degli elementi orbitali delle comete nella regione esterna della nube di Oort hanno portato a postulare l’esistenza di un corpo di massa gioviana orbitante attorno al Sole (Matese et al. 1999). Altri studi sull’interazione tra un ipotetico pianeta X e le comete: Matese et al. (1986); Murray (1999), Horner ed Evans (2002). Per indagini quantitative più recenti su un tale oggetto gioviano, ora chiamato Tyche (Matese e Whitmire 2011), che non va confuso con Nemesi, poiché non sarebbe in grado di indurre tempeste cometarie, si veda Matese e Whitmire (2011) e  Fernandez (2011).

L’esistenza di un pianeta non ancora identificato orbitante oltre Plutone è stata proposta in Maran et al 1997; Collander-Brown et al 2000; Brunini e Melita 2002; Melita et al. 2003, 2004; Matese et al. 2005; Gomes et al. 2006; Lykawka e Mukai 2008), con alterne fortune, per spiegare diverse caratteristiche concernenti la configurazione e la storia della dinamica della cintura della regione trans-nettuniana (Cintura di Kuiper). Vedi Lykawka e Mukai (2008) per i recenti sviluppi di un tale scenario.

Un ipotetico pianeta X è stato anche invocato (Gunn, 1970; Rawlins 1970; Seidelmann 1971; van Flandern 1981, Anderson e Van Flandern 1982; Anderson 1987; Seidelmann e Harrington 1988; Harrington 1988, e Gomes Ferraz-Mello 1988; Gomes 1989; Powell 1989; van Flandern 1991) per spiegare alcune apparenti irregolarità nei moti orbitali di Urano e Nettuno rilevate anche anticamente (Brunini 1992); una questione poi risolta da Standish (1993). Si veda Standish (1996) per le questioni legate ai residui orbitali di Plutone, probabilmente di origine non-dinamica.

Harrison (1977) ha suggerito che sarebbe possibile spiegare le anomalie di alcune pulsar, ipotizzando che il baricentro del sistema solare sia accelerato, probabilmente a causa di una stella compagna del Sole fino a quel momento non identificata, in un’orbita associata o aperta. Si veda anche Cowling (1983) e Zakamska e Tremaine (2005) per ulteriori studi su tale argomento.

Analizzando alcuni dati radiotecnici della sonda Cassini, Iorio (2010) ha rilevato che un grande e distante oggetto puntiforme nelle regioni esterne del sistema solare può spiegare l’anomala precessione retrograda del perielio di Saturno (Pitjeva 2008)”.

Lorenzo Iorio, “Constraints on the location of a putative distant massive body in the Solar System from recent planetary data”, General Relativity and Quantum Cosmology, 112:117-130, 2012

http://arxiv.org/abs/1101.2634

articolo di divulgazione scientifica in inglese

http://www.astrobio.net/exclusive/3427/getting-wise-about-nemesis

articolo di astrofisici statunitensi:

http://www.ucs.louisiana.edu/~dpw9254/MS7292.pdf
articolo di astrofisici indiani:

http://www.tifr.res.in/~vahia/neme.pdf

Preciso che la periodicità delle catastrofi terrestri è un falso problema. È evidente che quasi tutte le comete/asteroidi che non avessero colpito nessun corpo celeste del Sistema Solare continuerebbero ad orbitare intorno al Sole, e quindi le ciclicità sarebbero multiple e non necessariamente legate agli spostamenti di Nemesi.

Cosa sta succedendo al Sistema Solare?

 

 

a cura di Stefano Fait

 

Il Sole dovrebbe essere al suo massimo o prossimo al suo massimo, dovrebbe essere iperattivo e sventagliare intorno a sé raffiche di brillamenti di intensità anche migliaia di volte superiori a quel che sta facendo, invece è debolissimo: “In definitiva, abbiamo un ciclo solare dato potenzialmente per esplosivo che però in realtà balbetta e sembra essere in una condizione di stallo a livello magnetico”:

http://daltonsminima.altervista.org/?p=19136

Il riscaldamento globale non è un fenomeno unicamente terrestre e si è verificato simultaneamente su altri pianeti del sistema solare (non colonizzati dall’umanità)

http://web.mit.edu/newsoffice/2002/pluto.html

“PLUTONE is undergoing global warming, researchers find”

http://web.mit.edu/newsoffice/1998/triton.html

“MIT researcher finds evidence of global warming on Neptune’s largest moon [TRITONE]“

http://news.nationalgeographic.com/news/2007/02/070228-mars-warming.html

“MARTE Melt Hints at Solar, Not Human, Cause for Warming, Scientist Says”

http://mars.jpl.nasa.gov/odyssey/newsroom/pressreleases/20031208a.html

“Odyssey Studies Changing Weather And Climate On MARTE”

http://www.nature.com/nature/journal/v428/n6985/abs/nature02470.html

“Prediction of a global climate change on GIOVE”

“Di recente è stato osservato che tutti i pianeti del sistema solare starebbero subendo un aumento della temperatura[56]. I telescopi spaziali attraverso i sensori termici constatano un aumento della temperatura per il pianeta Giove di 10 °C come temperatura media. Su Marte l’aumento della temperatura è indicato anche dalla forte diminuzione delle calotte polari (che sono molto più fredde di quelle terrestri, contengono anidride carbonica ghiacciata, il famoso ‘ghiaccio secco’ usato per creare l’effetto nebbia negli spettacoli, oltre all’acqua ghiacciata).[57]. Anche nei pianeti più lontani come Urano, Nettuno e Plutone si constatano aumenti di temperatura. Fattori estranei alla Terra sembrerebbero quindi influenzare l’aumento della temperatura nel sistema solare, ma è ancora poco chiaro se si tratti dell’influenza del Sole (che come detto ha variato poco la sua attività -vedi grafico- ed è molto lontano dai pianeti coinvolti), delle variazioni di quantità della polvere interstellare (che filtra i raggi solari) o siano dovute ad altri fattori ancora sconosciuti[58]“

http://it.wikipedia.org/wiki/Riscaldamento_globale
Ora le cose stanno cambiando:

“Sulla base della lettura di oltre 30.000 stazioni meteorologiche, infatti, a fine gennaio il Met Office e l’University of East Anglia hanno pubblicato nuove analisi che stravolgono quelle che per alcuni erano “certezze” ma che, almeno qui su MeteoWeb, abbiamo sempre divulgato con estrema cautela.

Dai dati diffusi dai prestigiosi centri di ricerca inglesi emerge che il riscaldamento globale s’è bloccato nel 1997 e che da quel momento la temperatura del nostro pianeta non solo è stabile, ma addirittura in lieve calo.

Contemporaneamente gli stessi esperti hanno voluto focalizzare la loro attenzione sul sole e sulle sue emissioni di energia, “insolitamente elevate nel corso del ventesimo secolo ma adesso verso un nuovo grande minimo che minaccia estati fredde e inverni rigidi”.
A questo punto, quando si parla del sole, gli esperti britannici si appellano alla Nasa a all’University of Arizona che avrebbero rilevato alcune misure del campo magnetico 120 mila miglia sotto la superficie del sole e da ciò è emerso che il prossimo ciclo solare, il 25°, sarà contraddistinto da una straordinaria debolezza della stella e avrà un picco nel 2022.
Secondo un documento pubblicato la scorsa settimana dal Met Office, c’è un 92% di possibilità che il ciclo 25 del sole sarà più debole del “minimo di Dalton” del periodo 1790-1830, quando le temperature medie sono diminuite, almeno in Europa, di circa 2°C. Ma non viene escluso (è il rimanente 8%) che la debolezza solare del prossimo ciclo sia pari a quella del “minimo di Maunder” che tra 1645 e 1715 determinò la fase più fredda della piccola era glaciale, quando anche il Tamigi ogni anno si congelava per molti mesi”.

http://www.meteoweb.eu/2012/02/met-office-shock-dimentichiamo-il-global-warming-adesso-ci-preoccupa-il-ciclo-25-del-sole/119896/#chiudi_adv

 

Non è solo questo il problema.

La velocità di rotazione di Saturno

http://www.newscientist.com/article/dn9100-saturns-rotation-puts-astronomers-in-a-spin.html

e di Venere

http://www.universetoday.com/93494/is-venus-rotation-slowing-down/

ha cominciato a ridursi e gli astrofisici non hanno saputo/voluto spiegare perché.

È aumentato il numero di comete:

http://www.universetoday.com/81994/soho-finds-its-2000th-comet/

http://science.nasa.gov/science-news/science-at-nasa/2011/12jan_cometstorm/

Abbiamo dunque diverse anomalie che si stanno verificando in questi ultimi anni nel Sistema Solare, come se qualche forza operasse dall’esterno influenzandolo nel suo complesso.
Io credo che si tratti della stella compagna del Sole (una nana bruna/marrone):

http://www.segnidalcielo.it/nemesis_stella_oscura.html

http://www.astrobio.net/exclusive/3427/getting-wise-about-nemesis

http://fanuessays.blogspot.com/2011/10/ipotesi-nemesis.html

Come ipotizzato già da diversi astrofisici tra i più rinomati:

http://www.ucs.louisiana.edu/~dpw9254/MS7292.pdf
http://www.tifr.res.in/~vahia/neme.pdf

 

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