a cura di Stefano Fait

La NATO ha usato la forza per obbligare il regime semi-autoritario di Milosevic a cessare la sanguinosa persecuzione degli albanesi del Kosovo. Ma la Guerra ha prodotto più danni di quelli preesistenti e ha generato le condizioni di un nuovo turno di persecuzione, meno violenta di quella precedente, e a parti invertite: è la maggioranza albanese che adesso discrimina la minoranza serba. […]. La guerra del Kosovo è stata, infatti, un facile successo militare e un completo fallimento politico. […]. I leader politici occidentali che l’hanno iniziata hanno dichiarato di combatterla per il bene delle popolazioni locali. Ma queste sono uscite dal conflitto in condizioni certamente peggiori di prima.
[…]. Prima del 24 marzo 1999, le vittime della guerra civile tra il Fronte di Liberazione del Kosovo (Kla) e le forze ufficiali e paramilitari serbe erano state circa 3mila, e non c’era evidenza di un piano di sterminio di massa da parte del governo di Belgrado. Durante le 11 settimane di bombardamenti sono state
uccise nella provincia oltre 10mila persone. […]. Il tentativo di pulizia etnica, quindi, se c’è stato, è stato un effetto perverso della guerra e non una sua causa.
Pino Arlacchi, prefazione ad Antonio Evangelista, “La torre dei crani. Kosovo 2000-2004”, Roma: Editori Riuniti, 2007.
Il testo di Rambouillet, che chiedeva alla Serbia di ammettere truppe NATO in tutta la Jugoslavia era una provocazione, una scusa per iniziare il bombardamento
Henry Kissinger, Daily Telegraph, 28 June 1999.
Penso che i termini imposti a Milošević a Rambouillet fossero assolutamente intollerabili; come avrebbe mai potuto accettarli? Fu una scelta deliberata
John William Gilbert, ministro della difesa inglese, 20 giugno 2000
Molte grandi opere pertanto della città vostra (Atene) si ammirano, ma a tutte una ne va di sopra per grandezza e per valore; perocché dice lo scritto di una immensa potenza [Atlantide] cui la vostra città pose termine, la quale violentemente aveva invaso insieme l’Europa tutta e l’Asia, venendo fuori dal mare Atlantico.
Platone, “Timeo”.
Inizialmente chi, come me, era contrario all’intervento in Libia, è stato oggetto di feroci critiche. Poi alcuni di quei critici hanno ammesso che avevo ragione, altri forse lo hanno ammesso solo con se stessi ed altri ancora hanno chiuso il capitolo libico ed ora si dedicano alla Siria, dimostrando che della sorte dei Libici e della verità non gliene poteva fregar di meno. La cosa non mi disturba più di tanto: chi è senza peccato scagli la prima pietra.
Spero comunque che, come nel caso libico, nei prossimi anni risulterà più chiaro a molti che NATO+Israele sono stati (finché hanno potuto, poiché verranno sconfitti: è quel che succede sempre ai bulli impenitenti) la vera minaccia per la pace e la prosperità del mondo e che la Russia (sì, la Russia di Putin!) era di gran lunga il male minore (pur essendo un male, appunto: ci mancherebbe!).
In uno scontro NATO-Russia non ho alcun problema a dire che tiferò, provvisoriamente, per la Russia e contro di “noi”, quali che siano le conseguenze per la mia persona (l’integrità della coscienza viene prima di tutto il resto).
Chi sta con la NATO non ha ancora capito molto di quel che sta succedendo e pensa davvero che in Libia e Siria i “nostri” interventi siano stati umanitari e che non abbiamo gettato noi nel caos quei paesi, offrendoci poi come soluzione (un classico, e funziona sempre, forse anche su altri pianeti!).
Eppure la vicenda del Kosovo (per non parlare di Afghanistan e Iraq) è lì a testimoniare la letale malafede occidentale.
Mi rendo conto che sia difficile andare oltre la propaganda dei nostri media, come lo è sempre stato per ogni popolo, eternamente convinto di essere dalla parte del bene o comunque del male minore, fino alla sconfitta ed all’emersione di tutto il marcio che era stato celato dai rispettivi governanti. Molti sono convinti che Bush fosse una parentesi e che l’Europa è un’altra cosa rispetto agli Americani. Queste sono convinzioni frutto di ignoranza, ingenuità, pregiudizio e carenza di quell’umiltà necessaria a confrontarsi con i fatti. Fatti che parlano chiaro:
http://fanuessays.blogspot.it/2011/10/un-po-di-chiarezza-sullintervento-in.html
“E così oggi sappiamo che abbiamo fatto la guerra del Kosovo per far vincere i peggiori criminali. Lo dicevamo già da tempo, ma a darcene conferma oggi è il Consiglio d’Europa: “I leader di etnia albanese dell’Esercito di liberazione del Kosovo (Uck) erano responsabili dei traffici di organi umani alla fine degli anni novanta. Lo afferma nel suo ultimo rapporto Dick Marty, che indaga su tali crimini per conto del Consiglio d’Europa“.
E questa non è una notizia “tendenziosa” lanciata da un giornale pacifista. La troviamo oggi sul sito web del quotidiano La Stampa di oggi.
Che cosa è accaduto? “I membri indipendentisti dell’Uck rapivano serbi e altri civili per condurli in Albania, dove venivano loro espiantati gli organi che venivano poi venduti al mercato nero”. Ci hanno raccontato nel 1999 che andavamo a fare una guerra umanitaria per liberare il Kosovo dalla “pulizia etnica”. Ma ci siamo alleati con i trafficanti di droga dell’Uck, l’esercito indipedentista kosovaro che chiedeva a gran voce la “guerra umanitaria”.
I boss della droga hanno partecipato alle trattative prima della guerra.
Ai negoziati francesi che portarono alla guerra c’era proprio Hashim Thaci, accusato si essere coinvolto anche in un traffico di armi e di droga. E’ oggi ritenuto un boss mafioso – secondo l’inchiesta del Consiglio d’Europa sul crimine organizzato che oggi campeggia su tutte le informazioni.
Tachi dette un contributo determinante alla “guerra umanitaria” e in questo momento governa il Kosovo.
Che nell’Uck ci fossero dei trafficanti di droga lo si sapeva ma lo si è taciuto perché mica potevamo dire che si faceva una guerra umanitaria con dei delinquenti incalliti. Racconta Ennio Remondino, giornalista RAI autore del libro “La televisione va alla guerra” (ed. RAI-ERI), che fu trovata una notevole quantità di “polvere bianca” nel bagaglio di uno dei delegati kosovari dell’Uck a Rambouillet, durante le trattative svolte in Francia che decretarono il via libera alla guerra. “Non era farina o borotalco”, annota Remondino nel capitolo “Borotalco” che nel libro è dedicato a questa paradossale vicenda.
Ma era bene tacere e non indagare oltre.
Si andava verso una guerra “giusta” e nessun dubbio doveva tormentare la coscienza degli italiani.
D’Alema difese la l’intervento armato perfino in un libro titotalo “Gli italiani e la guerra”.
Ancora oggi sul sito web di D’Alema si legge che con quella guerra l’Italia veniva “restituita al ruolo e al prestigio internazionali che merita; i cittadini italiani che hanno dimostrato, ancora una volta, quanto profonda e radicata sia in loro la vocazione alla solidarietà“.
E così con quella guerra si è affermato Hashim Thaci, ora capo di governo.
“Il capo del governo del Kosovo – anticipano il Guardian e la Bbc – viene indicato come il boss di un racket che ha iniziato le sue attività criminali nel corso della guerra del Kosovo proseguendole nel decennio successivo. Il rapporto, che conclude due anni di indagini e cita fra le sue fonti l’Fbi e altri servizi di intelligence, scrive che Thaci ha esercitato un “controllo violento” nell’ultimo decennio sul commercio di eroina“
Secondo le testimonianze raccolte dal rapporto del Consiglio d’Europa (Ce), venivano uccisi con un colpo di arma da fuoco alla testa i prigionieri di guerra serbi e altri civili vittime del traffico di organi di cui sarebbero responsabili i leader di etnia albanese dell’Esercito di liberazione del Kosovo (Uck).
Forse sarebbe utile una nuova edizione aggiornata del libro di D’Alema su Kosovo”.
http://www.peacelink.it/conflitti/a/32941.html
Non contenti, ora siamo pronti ad accogliere nell’Unione Europea e nella NATO proprio il Kosovo, un narcofeudo mafioso che è stato riconosciuto come paese indipendente solo da 89 delle 193 nazioni aderenti all’ONU (51 sono contrari) e che ha un tasso di disoccupazione che fa impallidire quello dei giovani spagnoli, naturalmente con la sponsorizzazione statunitense:
http://www.eubusiness.com/news-eu/us-kosovo-diplomacy.fz2/
Perché USA, NATO e UE sono così eccitati all’idea di ufficializzare la sovranità kosovara, facendosi carico di un paese che corrompe tutto ciò con cui entra in contatto?
http://eastjournal.net/2012/04/10/kosovo-arrestato-per-corruzione-il-capo-dellanti-corruzione-chi-controlla-i-controllori/
Un po’ perché il Kosovo stesso è diventato una base americana, una vera e propria Guantánamo europea (tra l’indifferenza generale):
http://www.balcanicaucaso.org/aree/Kosovo/Una-Guantanamo-nei-Balcani
Un po’ per questioni sconvenienti che è opportuno sottacere:
http://eastjournal.net/2011/10/28/mafija-la-via-dei-balcani-tra-la-mafia-e-la-guerra/
Un po’ perché, a dispetto della caduta del Muro di Berlino, la Russia è rimasta l’obiettivo principale delle strategie americane.
I Russi volevano controllare l’Afghanistan? Si invade l’Afghanistan.
I Russi vogliono una base navale a Bengasi ed ottengono il benestare di Gheddafi?
http://www.france24.com/en/20081031-gaddafi-offers-host-russian-naval-base-libya
Rivolta in Libia.
I Russi si accontenterebbero di una base navale a Tartus in Siria?
http://www.wallstreetitalia.com/article/1300412/siria-flotta-russa-attraccata-in-base-navale-tartus.aspx.
Rivolta in Siria.
I Russi stringono accordi con l’Iran e collaborano al suo programma nucleare?…
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/03/24/e-se-liran-avesse-gia-latomica-osservazioni-sconvenienti-sullarmageddon-che-verra/
Siamo i cattivi, credetemi.
Siamo quelli col cappello nero e gli altri hanno un cappello grigio scuro.
Quelli col cappello nero alla fine ci lasciano le penne.
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