“E’ tutto a posto, tornate nelle vostre camere!”

L’Unione europea, tranne pochissime eccezioni, è in una recessione che si profila come una vera e propria nuova depressione.
Regno Unito (che non fa parte dell’eurozona, ma è governato dai neoliberisti più feroci), Italia, Grecia, Spagna, Portogallo, Finlandia, Cipro sono in recessione, la Francia ristagna da tempo a crescita zero (forse trucchi contabili continuano a mascherare la sua effettiva recessione?), i Paesi Bassi arrancano (e si preparano a votare per un movimento anti-neoliberista) e solo la Germania cresce in misura sostanziale. La crescita dei BRICS è in costante rallentamento. La disoccupazione americana non scende.  Una nuova bolla dei derivati pende come una Spada di Damocle sull’economia globale, senza che gli stati possano permettersi di salvare un’altra volta le loro banche a spese dei contribuenti:

http://www.ilsole24ore.com/art/finanza-e-mercati/2012-06-19/mina-derivati-vale-meta-225442.shtml?uuid=AbRQOBvF
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-06-07/derivati-bolla-record-sale-064454.shtml?uuid=Aa2AbkdD

L’intero sistema economico-finanziario è, a tutti gli effetti, alla frutta e gli economisti più accorti, quelli che hanno previsto questa crisi, vedono nero
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/07/13/il-celebre-economista-nouriel-roubini-paventa-un-2013-con-banchieri-impiccati-ai-lampioni-e-guerra-mondiale-in-corso/

La gente non dovrebbe farsi trovare impreparata, perché ha avuto tutto il tempo del mondo per metabolizzare l’evento e prendere alcuni provvedimenti cautelativi:
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/06/13/game-over-consigli-su-come-salvare-cio-che-ce-di-piu-prezioso/

Come se ciò non bastasse, la siccità epocale di quest’estate farà impennare i prezzi dei generi alimentari in tutto il mondo ed il governo israeliano, constatato il prevedibile fallimento dei colloqui con l’Iran, è in preda ad un’altra crisi isterica e ricatta Obama (già invischiato in Siria), sebbene Israele, Turchia e Arabia Saudita siano pedine spendibili e che saranno sacrificate al momento opportuno. Non che gli Stati Uniti non siano a loro volta sacrificabili: nessuno è imprescindibile nel mondo della finanza globale.

Stando così le cose, è davvero stupefacente constatare come così tante persone dimorino ancora in un universo parallelo in cui tutto questo non sta succedendo, Monti & co. risolveranno ogni problema soffocando il tenore di vita e i consumi degli Italiani, le autorità internazionali che hanno protetto e continuano a proteggere e coprire i grandi investitori/speculatori (banche, quelle stesse che continuano a comportarsi come prima del 2008, come se nulla fosse) salveranno il mondo e la pace regnerà finalmente sovrana.

Suggerisco che anime belle, angelisti ed ingenuotti assortiti siano vittime del “pregiudizio di normalità”, che si riferisce allo stato mentale di persone che stanno per subire l’impatto di un disastro. Questo atteggiamento fa sì che le persone sottostimino le possibilità che tale disastro stia per succedere e i suoi possibili effetti. Ciò spesso si traduce in situazioni in cui la gente non si prepara adeguatamente al disastro e, più in generale, nell’incapacità dei governi di preparare le loro popolazioni in misura sufficiente. L’assunto base del “normalcy bias” è che siccome questo tipo di disastro non si è mai verificato non si verificherà mai. Un altro effetto consiste nell’incapacità delle persone di gestire lo shock quando questo si verifica. Le persone che sono abituate a ragionare secondo la logica del Normalcy Bias hanno difficoltà a reagire a qualcosa di cui non hanno mai avuto esperienza. Tendono ad interpretare gli avvisi di pericolo nel modo più ottimistico possibile, insinuando che la situazione sia in realtà molto meno seria di quanto avvertono“le cassandre” (es. Olocausto, nazismo, attacco tedesco all’Unione Sovietica nel 1941, crisi dei derivati del 2008, successiva crisi dell’eurozona, ecc.).

Questa è la ragione per cui solo una minima percentuale di persone tra quelle che si potrebbero salvare riesce a farlo. Le altre si paralizzano o perdono completamente la testa.

 

Il celebre economista Nouriel Roubini paventa un 2013 con banchieri impiccati ai lampioni e guerra mondiale in corso

Le mie previsioni non sembrano più così ardite.

«Una tempesta perfetta», con tanto di «banchieri impiccati per le strade». Se a parlare così fosse un minoritario militante extraparlamentare, quasi tutti alzerebbero le spalle sorridendo. Se a dirlo è «Mr. Doom», forse l’unico economista di statura globale che abbia capito per tempo cosa stava accadendo nel 2007, all’epoca dell’esplosione di una bollicina insignificante come i mutui subprime statunitensi, allora è tutta un’altra faccenda.

L’analisi di Nouriel Roubini è impietosa e senza vie d’uscita visibili. E certo non piacerà né a Monti né a Merkel. Ma centra il problema dei problemi.

«Nulla è cambiato dalla crisi finanziaria. Gli incentivi per le banche (la liquidità a piene mani garantita dalle banche centrali, ndr) permettono loro di agire in modo truffaldino, di fare cose illegali e immorali; l’unico modo per evitarlo è rompere questo grande supermercato finanziario».

Altro che codici di autoregolamentazione, istituti che debbono «riscrivere le regole»… Roubini ritiene che solo delle «sanzioni penali» avrebbero potuto fermare la folle ricostruzione del meccanismo che aveva prodotto la crisi del 2007. «Se alcune persone finiscono in carcere, forse sarà una lezione». Rabbioso, ma probabilmente inefficace e sgradito ai governanti. L’alternativa, avverte Roubini, è che «qualcuno verrà impiccato per le strade» [“If some people end up in jail, maybe that will teach a lesson to somebody – or somebody will hang in the streets”].

Il fatto è che ci ritroviamo al punto di partenza, nella stessa situazione del giorno prima del fallimento di Lehmann Brothers. E quindi «il 2013 sarà peggio del 2008» perché «oggi siamo a corto di contromisure». Di fatto: «nel 2008 si potevano tagliare i tassi di interesse», che oggi sono a zero quasi dappertutto. Allora e finora si poteva «immettere liquidità»; ma oggi «sta diventando sempre meno efficace perché il problema è di solvibilità, non di liquidità». I debitori non pagano, quindi la circolazione si ferma e il denaro resta in cassaforte. Infine gli stati non possono più salvare nessuno, perché «hanno disavanzi bilancio già troppo grandi» per colpa dei salvataggi di qualche anno fa. Diventa dunque impossibile tornare a «salvare le banche»; i governi sono «prossimi a essere insolventi», come la Grecia e, forse, la Spagna.

L’unica mossa di una certa efficacia per procrastinare l’esplosione globale sarebbe a disposizione della Bce, che dovrebbe fare «una monetizzazione non sterilizzata in quantità illimitata». Ma non è nel suo statuto, quindi le è vietato («costituzionalmente illegale»). Naturalmente Nouriel è un economista attento anche all’economia reale. Quindi aggiunge un elemento fin qui ignorato dagli opinionisti alla Giavazzi: «infine c’è il pericolo di una possibile guerra tra Israele, Stati uniti e Iran, che raddoppierebbe il prezzo del petrolio in una notte».

Bingo. Difficile sintetizzare meglio le molte ragioni per cui un sistema economico fondato sull’«avidità» individuale a scapito del benessere collettivo è «obbligato» ad esplodere «a grande velocità». Quando? Roubini è ottimista: «il fondo Efsf-Esm deve essere almeno quadruplicato; in caso contrario si avrà una crisi più grande non tra sei mesi, ma nelle prossime due settimane». Buone vacanze…

Francesco Piccioni

Fonte: www.ilmanifesto.it

10.07.2012

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