Gli zombie scendono in campo

Analyze this:

Un medico che ha studiato l’attacco al giocatore del Chelsea ha ritenuto che fosse così incontrollato che – senza un’assistenza psichiatrica intensiva – sarebbe tornato a ripetere il comportamento entro cinque anni. Che lo abbia fatto dopo un anno è un’ulteriore prova del fatto che ha bisogno di aiuto.
http://www.telegraph.co.uk/sport/football/players/luis-suarez/10923852/Luis-Suarez-needs-help-after-biting-Giorgio-Chiellini-what-he-did-was-not-just-rash-but-entirely-self-destructive.html

Non è un paese per zombie:

L’attaccante dell’Uruguay Luis Suarez è stato squalificato per 9 partite internazionali per il morso rifilato a Giorgio Chiellini nell’ultima partita del girone eliminatorio dei mondiali. La Commissione disciplinare della Fifa lo ha inoltre squalificato per 4 mesi da qualsiasi attività connessa con il calcio, comprese quindi le gare di Premier League, e gli ha inflitto una multa di 100.000 mila franchi svizzeri, pari a poco più di 100.000 euro.

http://www.gazzetta.it/Calcio/Mondiali/26-06-2014/mondiali-2014-saurez-fifa-9-turni-stop-4-mesi-italia-uruguay-chiellini-801051084834.shtml

non è semplice essere uno zombie in un mondo intollerante

non è semplice essere uno zombie in un mondo intollerante

article-2312577-196CEB9A000005DC-603_634x38010 giorni di squalifica nel campionato inglese

pxl_suarez_ajax_bite_2010_04.JPG7 giorni di squalifica nel campionato olandese

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https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/05/30/zombie-apocalypse-ma-che-diavolo-succede/

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2013/09/14/zombie-apocalypse-il-lato-oscuro-della-forza-essere-buoni-paga/

L’egoista

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Si promuove il proprio io e sempre a spese degli altri…la vita vive sempre a spese di un’altra vita – chi non lo comprende, non ha ancora fatto il suo primo passo verso l’onestà.
Nietzsche, “Volontà di Potenza”, 369.

L’essenziale di una buona e sana aristocrazia è che essa…accolga con tranquilla coscienza il sacrificio di innumerevoli esseri umani che per amor suo devono essere spinti in basso e diminuiti fino a diventare uomini incompleti, schiavi, strumenti.
Nietzsche, “Al di là del bene e del male”, 176.

Gli Slavi devono lavorare per noi. Quelli che non ci servono possono pure morire…La fertilità degli Slavi è indesiderabile. Possono usare contraccettivi o praticare l’aborto, più lo faranno meglio sarà. L’educazione è pericolosa. È sufficiente che sappiano contare fino a cento…ogni persona educata è un futuro nemico.
Martin Bormann, Memorandum, 1942.

La forza e la volontà di infiggere grandi sofferenze. Essere capace di soffrire è l’ultima cosa: anche le donne deboli e gli schiavi possono raggiungere l’eccellenza in questo campo. Ma non morire per il disagio interiore e l’insicurezza quando si infligge una grande sofferenza e si ascoltano le grida di dolore – questo è grande, questa è la vera grandezza.
Nietzsche, “La Gaia Scienza”.

La maggior parte di voi sa cosa significa un mucchio di 100 cadaveri, di 500, di mille cadaveri. Aver sopportato tutto ciò e, eccezion fatta per umane debolezze, essere rimasti persone decenti, è ciò che ci ha reso duri. Questa è una pagina gloriosa della nostra società che non è mai stata scritta né mai lo sarà.
Heinrich Himmler, Poznan, 4 ottobre 1943.

In malora il Terzo Mondo: è solo una zavorra.

In malora i PIIGS: vivono al di sopra delle loro possibilità.

In malora i tedeschi dell’est: non possiamo essere noi bavaresi a mantenerli tutti.

In malora gli italiani: non possiamo essere noi lombardi a mantenerli tutti.

In malora i parassiti del welfare: senza di loro ci sarebbero più risorse.

In malora gli immigrati: senza di loro il welfare funzionerebbe.

In malora chi vive nei quartieri poveri: la città è più brutta ed insicura per colpa loro.

In malora mio figlio: è solo un costo.

In malora mia moglie: spende più di quello che guadagna.

In malora la mia mano sinistra: è decisamente meno efficiente della destra.

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Il simbolo dell’uroboro, del serpente che si morde la coda. Medusa è il suo volto mitico più minaccioso, il volto dell’alienazione psicotica. Medusa interrompe il flusso dell’energia vitale, pietrifica ed uccide la vita nel suo accumularla egoistico e disperato.

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Carlo Emilio Gadda (“L’egoista”, 1953) descrive l’egoista come un ego che si considera autarchicamente indipendente da tutto il resto, per nulla in “simbiosi con l’universo”, quando invece “ognuno di noi è il no di infiniti sì, è il sì di infiniti no” e “se una libellula vola a Tokio, innesca una catena di reazioni che raggiungono me”. L’egoismo tirannico spadroneggia ovunque ed estingue la coscienza morale e lo spirito civico, per poi estinguere gli egoisti più estremi: “autostritolatosi nella sua pressione centripeta, nella sua propria ipergravità. La sua disumana forza-centripeta, la disumana coesione del suo io inutilmente io, lo hanno polverizzato, annichilato”.
Per Gadda, c’è un nesso evidente tra egoismo e consumo del prossimo:

L’egoismo è riferibile a un prepotere dell’io fàgico; sì, fàgico, da faghèin che significa manducare, manicare, mangiare: sgranare, come dicono a Firenze. L’egoismo interessa la nostra peristalsi, il nostro io gastro-enterico: discende dalla smania priméva di appropriarci il vitto, la maggior quantità possibile di cibo. è un impulso istintivo, non riflesso: è la liberazione dalla paura atavica, primordiale, belluina, di rimanere senza cibo: è la reviviscente fame dei millenni, ove il trasporto e la distribuzione del grano e delle cibarie non si operava, indi si operava a fatica, e le lunghe notti invernali e il coltrone diacciato delle nevi bloccavano sentieri e tratturi, e cadeva, il mulo, sulla neve, sotto la sferza del vento rovaio. […]. L’egoismo di discendenza fàgica, il duro senso del possesso, lo spietato esercizio del proprio tornaconto, la liruccia disputata alla serva, la schioppettata nella gobba del prossimo per una falciata di fieno; o viceversa quell’amore dei propri comodacci di che l’egoista non si smuove d’un millimetro nemmeno a veder crepare la su’ nonna, è condizione morale, è stato biopsichico oggigiorno così consueto e diffuso, da neppure doverci spendere parola.

L’egoismo dell’istinto di autoconservazione, il desiderio di ego di perseverare nella sua esistenza fisica, di non essere un semplice epifenomeno, di affermare la propria pienezza e permanenza, è anche quello di possedere, controllare, sfruttare chi è più debole. Nella psicologica junghiana il supremo egoista è associato al simbolo dell’uroboro, del serpente che si morde la coda, un emblema dell’individualismo possessivo e parassitario: una forma di vita attaccata alla terra, di sangue freddo e spesso velenosa, imprigionata nel proprio ciclo di morte e rinascita. L’archetipo dell’uroboro è il cerchio dell’eterna immutabilità, simbolo della stagnazione, dell’assenza di crescita ed individuazione, della ricerca ossessiva della sicurezza e del controllo sul prossimo, il dominio sul proprio universo, non della maturazione.

Nella letteratura, un esempio particolarmente calzante è il personaggio del contadino Mazzarò nella novella di Giovanni Verga intitolata “La roba”. Nella filosofia, la più pura incarnazione è quella del superuomo nietzscheano, specchio del senso di inadeguatezza di Nietzsche, che lo cela dietro la sua autocelebrazione: “Perché sono una fatalità?”, “Perché sono tanto saggio”, “Perché sono tanto accorto”, “Perché scrivo così buoni libri”, “Io non sono un uomo, sono dinamite”, “Io sono per natura battagliero”. Nietzsche è “Dioniso”, è “l’Anticristo” è “il più grande filosofo della storia”, è una persona sofferente, sconfitta dalla vita che cerca un riscatto nelle sue fantasie e merita il nostro rispetto, perché è successo a molti di noi.

È questo il Male? Io credo di sì. Bene e Male sono concetti vaghi, largamente interpretabili. Egoismo ed altruismo sono concetti più facilmente circoscrivibili. Compie il male chi, da adulto, si comporta come un bimbo capriccioso, arrogante ed egoista. Chi, invece, ama se stesso attraverso l’amore per il prossimo, l’altruismo, la sollecitudine, la premura, la solidarietà, l’umiltà, l’accettazione della mutua interdipendenza, riconosce pari dignità all’altro, per quanto diverso. Per queste persone la coscienza è un’attività integrativa di interrelazione ed interdipendenza, perché nel prossimo si vede se stesso e proprio per questo lo si assiste, nel rispetto della sua diversità. Questa, a mio avviso, è la migliore approssimazione al Bene che sia concessa agli esseri umani ed è, non a caso, lo spirito della democrazia come è stata interpretata in Europa, in senso liberal-socialista, prima dell’idolatria dell’avidità neoliberista.

Credo che, in questo particolare momento della storia, segnato da un incrudelimento delle tendenze rapaci e cannibalistiche, particolarmente nelle persone più inclini a questo tipo di vulnerabilità, quello di cui le persone hanno bisogno più di ogni altra cosa è il riconoscimento dei loro meriti e della loro bontà, dello sforzo che fanno per restare umani in un mondo disumanizzante. Ci vuole incoraggiamento, non uno sterile imperversare di condanne misantropiche, di auspici che l’umanità si estingua e lasci in pace il pianeta, di cacce alle streghe di turno, di sacrifici al capro espiatorio di turno. Servono parole di incoraggiamento, di sostegno al valore ed alla dignità delle persone, espressioni concrete e quotidiane del rispetto che meritano, anche se pensiamo che c’è chi possa meritare più di altri. Diversamente, il futuro sarà fin troppo conforme al passato.

Don’t touch my Neanderthal & my Pino Silvestre (note sul buonismo museale)

L’uomo di Neanderthal non era il “bruto” che molti si immaginano, ma aveva una sua sensibilità artistica. Lo testimoniano, in mostra, il calco di un flauto ricavato da un osso d’orso è forse il più antico strumento musicale mai scoperto”.

Nota esplicativa contenuta nel pieghevole del Museo Tridentino di Scienze Naturali dedicato alla mostra Homo Sapiens, curata da Luigi Luca Cavalli Sforza e Telmo Pievani

Recentemente, in osservanza dei precetti della fede del Politicamente Corretto, è invalso l’uso di antropomorfizzare ed angelizzare gli animali e i nostri antenati. È un po’ il mito del Buon Selvaggio che riaffiora in un contesto storico di decadenza, ansie apocalittiche e tanatofilia in cui violenza, morte, pornografia e misantropia la fanno da padrone. “Noi umani facciamo schifo, prendiamo esempio da loro” (animali, Neanderthal).

Così anche il Neanderthal, che era obiettivamente un bruto, è diventato un animo dolce e poetico probabilmente estirpato dal brutale Homo Sapiens, cioè da noi, gli unici veri mostri.

I fatti indicano che la realtà non si accorda con i desideri di animalisti e neanderthalisti:

https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/07/04/pinguini-assassini-stupratori-e-necrofili-questo-pianeta-e-malsano-rassegnatevi-animalisti/

Ma la cosa è trascurabile: voler credere è poter credere.

Così, nel corso della visita all’esposizione apprendiamo che il flauto di cui sopra forse non è un flauto. Lo scopritore dice che lo è, diversi esperti lo negano, le analisi di laboratorio non escludono che possa essere stato inciso da un ominide. Questo è quanto. Molti condizionali si convertono magicamente nella certezza di “una sua sensibilità artistica”.

Magari è davvero così, o magari no. Magari non dovremmo vergognarci di essere Homo Sapiens, tanto più che pare che non li abbiamo mai incontrati in Europa. Sono svaniti prima, per ragioni sconosciute: ma ogni occasione è buona per auto-accusarci di essere dei cripto-nazisti.

Cro-Magnon è il primo uomo moderno dal punto di vista delle capacità simbolico-comportamentali ed anatomiche e rappresenta un salto di qualità prodigioso rispetto al passato. Giunge in Europa, dall’Africa o dall’Asia, circa 40mila anni fa, con un bagaglio di facoltà e competenze stupefacente. I Cro-Magnon vivono più a lungo, sono somaticamente indistinguibili da noi ed intellettualmente nostri pari: sono capaci di tessere, dipingono e scolpiscono con stile, immaginazione e grazia (Chauvet, Lascaux, Altamira), costruiscono strumenti musicali (anche a percussione) e introducono le prime, rudimentali, notazioni musicali. Condividono le risorse con la comunità, tengono in gran conto le donne – e non per la loro fertilità, dato che per i cacciatori-raccoglitori non è quasi mai un problema – personalizzano l’architettura delle loro abitazioni, dedicano ricche sepolture ai propri morti, introducono l’arte ceramica almeno 25mila anni fa (Venere di Dolní Věstonice). A differenza dei Neanderthal che, nel corso di decine di migliaia di anni, introducono relativamente poche nuove tecniche e tecnologie, quasi sempre solo come reazione alle pressioni climatiche, i nostri antenati sono sofisticati e creativi innovatori. Le loro armi da caccia e da pesca sono di una tale efficienza da essere impiegate ancora relativamente di recente tra gli Inuit e gli aborigeni australiani. Non si era mai visto nulla del genere su questo pianeta (Tattersall, 1997).

Sono stati i Cro-Magnon i primi a seppellire con premura e riguardo i loro morti, a rifuggire dall’antropofagia, a mostrare evidenti segni di comportamento empatico, di sollecitudine, di ospitalità e convivialità (Tattersall 2012). È perciò del tutto ragionevole contrapporre gli uni (patologicamente egotisti) agli altri (potenzialmente altruisti) e prendere a modello questi ultimi, che sono poi i nostri diretti antenati, anche se pare che possediamo una piccola percentuale di corredo genetico neandertaliano.

A dispetto delle leggende metropolitane, la paleo-antropologia ci insegna che i Neanderthal erano aggressivi, competitivi e promiscui, probabilmente a causa dell’alta concentrazione di androgeni, come il testosterone, “condizioni ormonali che non hanno riscontri nell’essere umano moderno, sia sano che affetto da patologie” (Viegas, 2010). In questo, erano molto più simili agli altri primati che all’uomo moderno (Nelson/Campbell/Cashmore/Shult, 2011). Praticavano sacrifici umani e cannibalismo (Thompson, 2006; Bryner, 2010), con una particolare predilezione per il midollo e le cervella e senza mostrare alcun particolare rispetto per le vittime della loro antropofagia, trattate alla stregua delle altre prede, le ossa convertite in utensili  (Defleur et al., 1999).

Pare che delle porzioni di genoma neanderthaliano ci abbiano fornito un vantaggio evolutivo in termini di metabolismo, robustezza e cicatrizzazione delle ferite, ma abbiano anche aperto la porta alla schizofrenia ed all’autismo (Green et al., 2010). Si sono estinti per conto loro, forse a causa dell’encefalopatia spongiforme (morbo della mucca pazza), contratta a causa del consumo di cervelli umani (Underdown 2008), o forse a causa di una glaciazione, ma non perché i Cro-Magnon li hanno sterminati: non li hanno neppure incontrati (Dalén et al. 2012).
Me ne faccio ben poco della sua asserita sensibilità artistica!

FRATELLO PINO SILVESTRE, SORELLA LUNA – In una sala del museo abbiamo la possibilità di scoprire il grado di parentela che ci lega agli altri esseri viventi. 98-99% di DNA in comune con lo scimpanzé. Uuuuuuuh come siamo simili! C’è aria di famiglia! Poi arriviamo al ratto e scopriamo che siamo al 94-95% delle pantegane. Il che comincia a porci dei quesiti. Arriviamo al pino silvestre e scopriamo che è un fratellastro: abbiamo poco meno del 50% del patrimonio genetico in comune. Uuuuuuuh come siamo simili! C’è aria di famiglia!

Va beh…

Zombie Apocalypse (ma che diavolo succede?)

NEW YORK – Un uomo e’ stato ucciso dalla polizia mentre tutto nudo in strada era intento a strappare a morsi la faccia di un altro uomo. La scena sembra presa per intero da uno dei libri di Thomas Harris sull’assassino seriale e cannibale Hannibal Lecter, ma qui di finzione non ce n’è: e’ successo davvero, in una zona di Miami Beach, in Florida, proprio mentre la citta’ veniva presa d’assalto da una marea di visitatori per il festival dell’Hip Hop.

L’orrore e’ iniziato sabato pomeriggio quando, secondo fonti della polizia, un road ranger ha avvistato un uomo senza nulla indosso che stava addentando il volto di un malcapitato. La guardia gli ha intimato di farsi indietro, mentre nel frattempo una donna che aveva assistito alla scena aveva a sua volta allertato la polizia; che giunta sul posto ha anch’essa chiesto al ‘cannibale’ di farsi indietro. A quel punto, dopo inutili tentativi di far desistere l’uomo, un agente ha aperto il fuoco, ma cio’ nonostante l’assaltatore ha continuato imperterrito ad addentare la sua vittima. Sono stati necessari diversi colpi d’arma da fuoco per fermarlo.

L’intera scena si e’ consumata sotto la sede del quotidiano ‘Miami Herald’. La vittima e’ stata immediatamente trasportata in ospedale e ora versa in condizioni critiche. La sua identita’ non e’ stata resa nota. Secondo gli inquirenti l’uomo potrebbe essere un barbone che si trovava disteso lungo la strada quando il folle gli e’ balzato addosso. L’ipotesi piu’ probabile per spiegare un simile comportamento, scrive il Miami Herald citando fonti di polizia, e’ che il novello Hannibal Lecter soffrisse di ‘psicosi da cocaina’, una follia indotta dalla droga che ‘brucia’ il corpo dall’interno e spesso porta le vittime a spogliarsi nel tentativo di raffreddarsi.

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2012/05/28/Usa-cannibale-addenta-faccia-un-uomo_6944861.html

Dodici casi di cannibalismo in pochi giorni e il tam tam sul web hanno fatto scattare l’incubo pandemia. Tanto che le autorità statunitensi sono state costrette a smentire: “nessuna epidemia da morti viventi”
Vittorio Zucconi, “Allarme zombie: l’ultima psicosi dell’America in crisi di fiducia”, la Repubblica, 5 giugno 2012
Noto che Zucconi, giornalista di discutibile qualità, si guarda bene dal cercare delle spiegazioni per questo fenomeno (12 casi in pochi giorni non sono una bagatella ed un conto è un’epidemia di suicidi, un altro conto è l’emulazione antropofagica), mentre è più che ansioso di prendersela con i “deboli di mente”, come li chiama lui, che sono rimasti scioccati dalla terribile sequenza e non sanno che pesci pigliare.  Vuole forse rassicurare se stesso?

Fumetto commissionato nel 2011 da:

Centers for Disease Control and Prevention
1600 Clifton Rd
Atlanta, GA 30333

Lo potete leggere qui:
http://www.cdc.gov/phpr/zombies/#/page/1

*****
link inattivi perché non voglio associare il blog a queste mostruosità:

un altro identico caso in Louisiana:
http://www.opposingviews.com/i/health/addiction/new-zombie-attack-louisiana-man-carl-jacquneaux-bites-chunk-victims-face

barbona cerca di mangiare un braccio ad un bimbo:
http://www.theblaze.com/stories/police-homeless-woman-snatches-baby-from-stroller-tries-to-eat-its-arm/

studente di ingegneria uccide e divora il suo compagno di stanza (Maryland)
http://www.net1news.org/usa-studente-confessa-ho-mangiato-mio-compagno-di-stanza.html

Questo invece ha morso via le labbra di un gatto (Florida)
http://www.clickorlando.com/news/Deputies-Man-bit-lips-off-kitten/-/1637132/14277994/-/43jv97z/-/index.html

Questo fa la stessa cosa alla moglie e se le mangia (Svezia)
http://www.thelocal.se/41150/20120530/

Donna attaccata nella notte da 6 sconosciute, morsa (Maryland)
http://www.baltimoresun.com/news/maryland/bs-md-ar-stabbing-annapolis-20120525,0,3777053.story

“artista giapponese” serve i suoi propri genitali per una cena da 100mila yen
http://www.tgcom24.mediaset.it/magazine/articoli/1047215/tokyo-lo-chef-consiglia-i-suoi-genitali.shtml

Si è accoltellato all’addome e alle gambe, lanciando poi parti di intestino contro i poliziotti. Wayne Carter, 43 anni di Hackensack, nel New Jersey
http://mobile.ilsole24ore.com/sole24orem/post/959?url=45d73060c6545675ec04cd881b23784b

RIEPILOGO
4-17-2012 – Man tried to bite another man, was stun gunned

5-02-2012 – Man bites girlfriends lips off

5-03-2012 – Man bites off another mans ear in bar fight

5-06-2012 – Man kills wife, eats her forearm and dies

5-18-2012 – Woman bites mans ear, stabs him with seashell

5-21-2012 – Police: Man bites woman’s cheek in Westchester

5-23-2012 – Man bites off tip of cousin’s nose

5-24-2012 – Mao Sugiyama Cooks, Serves Own Genitals At Banquet In Tokyo

5-25-2012 – Woman attacked, cut, bitten by six women in Annapolis

5-26-2012 – Naked Man Eating Victim’s Face Shot And Killed By Police

5-26-2012 – Mexico Mother Accused of Gouging 5-Year-Old Son’s Eyes Out to ‘Save the World’

5-27-2012 – Crazed Florida doctor facing charges for spitting blood on troopers during DUI arrest

5-29-2012 – Police: Hackensack man stabbed himself and threw intestines at officers

5-30-2012 – Swedish doctor cut wife’s lips off and ate them

5-30-2012 – Chinese cannibal arrested for 20+ murders

5-31-2012 – Manhunt in Canada for man who dismembered/cannibalized/committed sex acts on another man

5-31-2012 – Maryland man charged with killing, eating man’s brain, heart

6-03-2012 – Mother beheaded infant son and ate part of his brain

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un blogger propone quella che potrebbe essere una possibile spiegazione:
http://patriziodevero.com/2012/05/20/scopolamina-la-droga-del-controllo-mentale3559/

In alternativa, la crisi, i cambiamenti, lo stress, la paura stanno producendo una pressione tale da sfasciare, letteralmente, la psiche di certe persone.

Oppure ancora: “In questo classico romanzo del “dopo la catastrofe”, Pohl affronta il tema degli indemoniati: uomini che, spinti da una volontà a loro estranea, commettono atti criminali senza averne l’intenzione. Nel mondo in cui vive Chandler, protagonista di questo romanzo, sono penetrati i demoni, i “pitoni” che inducono le persone più comuni a compiere violenze non volute. Chandler, spinto da un impulso irresistibile, è stato autore di una di queste violenze, e ora vaga per il mondo, scacciato. Il suo unico desiderio è quello di scoprire chi l’abbia indotto alla violenza, e con che mezzo. Le sue ricerche lo condurranno alle Hawaii, e laggiù egli apprenderà il segreto dei veri padroni del genere umano. Un romanzo forte e indimenticabile, che alla fine lascia nel lettore una profonda inquietudine, poiché la narrazione di Pohl conferma come il potere corrompa, e il potere assoluto corrompa in modo assoluto”.
http://www.fantascienza.com/catalogo/opere/NILF1065425/la-spiaggia-dei-pitoni/

[Quando era un adolescente, Pohl frequentò la prestigiosa Brooklyn High School of Science, dove conobbe il collega scrittore Isaac Asimov, con il quale formò un’amicizia che durò tutta la vita].
http://it.wikipedia.org/wiki/Frederik_Pohl

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