“Tav subito o sarà troppo tardi” (martedì 15 ottobre 1991)
4 marzo 2012 a 09:44 (Verità scomode)
Tags: 1991, 2012, Alta Velocità, Bruxelles, confindustria, crescita, economia, grandi opere, La Stampa, Moncenisio, no-Tav, Pininfarina, saturazione, Tav, Torino-Lione, Val di Susa
I pro-Tav sono fanatici, i no-Tav sono realisti
29 febbraio 2012 a 10:02 (Resistenza e Rivoluzione, Verità scomode)
Tags: 'ndrangheta, Adriano Sofri, Alta Velocità, Angelo Tartaglia, Austria, cantiere, chimica, commercio, Convenzione di Aarhus, Corrado Passera, costi-benefici, crociati, democrazia, Dio lo vuole, Direction des Ponts et Chaussées, diritti civili, disastro ambientale, efficienza, falde acquifere, fanatici, ferrovie, fisica, flussi, Francia, grandi opere, infrastrutture, inquinamento, Italia, Lione, Luca Mercalli, Lucia Bonavigo, Massimo Zucchetti, Mirco Federici, modelli, Monte Bianco, no-Tav, nonviolenza, Paolo Beria, Partito Democratico, Passera, Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, pro-Tav, radon, Raffaele Grimaldi, realisti, resistenza, sommosse, Stefano Esposito, Svizzera, Torino, Torino-Lione, traffico ferroviario, trasporto, trasporto ferroviario, Università di Siena, uranio, Val di Susa, Ventimiglia, violenza
a cura di Stefano Fait
Che cosa è giusto fare quando si sa e si crede fermamente di avere ragione e si sente che il proprio avversario, dalla parte del torto – in buona fede o cattiva fede – è disposto a tutto pur di non smettere la strada intrapresa? […]. Se si stesse “serenamente” ai fatti, bisognerebbe riconoscere…che i fautori della Tav appartengono a quel partito trasversale e ingordo che si chiama Partito Preso. Il loro avverbio è: Ormai. Ormai, non si può che continuare. Lo ripetono, come per convincersene meglio. Lo direbbero, con la stessa inesorabilità, a proposito del nucleare, se non ci fosse stato l’incidente di Fukushima, e aspettano solo di ricominciare.
Adriano Sofri, “La Val di Susa e l’assimmetria delle ragioni”, Repubblica, 29 febbraio 2012
Avanti con i lavori!
Corrado Passera, Ministro dello Sviluppo Economico e delle Infrastrutture e Trasporti
Deus lo volt
(“Dio lo vuole”)
Grido di battaglia dei crociati
Luca Mercalli, “Alcune domande sul TAV/TAC Torino-Lione”:
http://areeweb.polito.it/eventi/TAVSalute/presentazioni/TAV%20e%20Salute%20Mercalli.pdf
Confronto tra modelli predittivi che dovevano comprovare la necessità della TAV Torino Lione e i flussi di traffico reali:
http://www.lsmetropolis.org/2011/07/bignamino-no-tav-per-non-valsusini/
Studio di Paolo Beria e Raffaele Grimaldi, del Politecnico di Milano: «Difficile da giustificare, dato il calo continuo dei traffici negli ultimi 10 anni».
“TAV in Valle di Susa. Problemi di radioprotezione e impatto ambientale per la presenza di uranio e radon”
Massimo Zucchetti [Professore di I fascia di Impianti Nucleari, Dottore in Ingegneria Nucleare, Docente del Politecnico di Torino], Lucia Bonavigo [Laureata in Ingegneria Energetica presso la I Facoltà del Politecnico di Torino]
http://staff.polito.it/massimo.zucchetti/Seconda_Relazione.pdf
“Una analisi costi-benefici sulla linea ferroviaria Torino-Lione riesce a dimostrare la redditività dell’opera. Un risultato sorprendente considerati i costi altimissimi e lo scarso traffico. Lo si ottiene però sorvolando su alcune prescrizioni previste dalle migliori prassi internazionali e senza considerare per esempio l’impatto ambientale del cantiere. Mentre le previsioni di domanda sono eccessivamente ottimistiche. Ciononostante la redditività è marginale e basterebbe abbassare una delle tante sovrastime per rendere non fattibile il progetto.
La controversa linea ferroviaria Torino-Lione è stata recentemente oggetto di una analisi economica (costi-benefici sociali) commissionata dai promotori dell’infrastruttura: tra il quasi unanime stupore – considerati gli altissimi costi dell’opera e lo scarso traffico – mostra risultati positivi. Qualunque studioso del settore ne dedurrebbe che, se risulta fattibile un’opera con questi numeri, probabilmente non esiste alcun investimento infrastrutturale non fattibile. In ogni caso, la priorità di questa specifica opera risulterebbe bassissima se fosse confrontata con altre. Ma l’analisi in questione, come d’altronde accade sempre nel nostro paese, non è stata fatta in termini comparativi con altri progetti e nemmeno con possibili alternative tecniche dello stesso progetto”.
http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002454.html
Angelo Tartaglia, docente di scienze fisiche, fisica teorica, modelli e metodi matematici al Politecnico di Torino
“Sintesi dei risultati dello studio sulla convenienza economica dell’ipotizzata nuova linea ferroviaria Torino-Lione”
Lo studio ha preso in considerazione i dati ufficiali relativi ai costi di realizzazione del nuovo collegamento ferroviario a standard di Alta Velocità tra Torino e Lione. Includendo i costi di manutenzione/gestione della nuova linea e gli oneri finanziari, da un lato, e valutando in termini economici i benefici ambientali, dall’altro, è emerso che per raggiungere una soglia minima di economicità il nuovo collegamento dovrebbe ospitare flussi di traffico decine di volte superiori a quelli correnti ed anche alla punta massima lungo la direttrice, verificatasi nel 1997. […]. Anche il solo pareggio di gestione, non considerando il recupero dell’investimento, richiederebbe flussi di passeggeri e merci da 5 a 10 volte superiori a quelli correnti.
[…].
Nell’ipotesi di realizzazione parziale, la linea risulterebbe necessariamente in perdita in ogni caso.
[…]
il flusso di merci attraverso la frontiera francese, mettendo insieme tutte le modalità (strada e ferrovia) e tutti i valichi (dal Monte Bianco a Ventimiglia), è in calo da una decina d’anni;
il traffico su rotaia cala in modo molto più marcato che sulla strada;
nello stesso tempo si riscontra una crescita dei flussi lungo la direttrice Nord-Sud (frontiere svizzera e austriaca), con un consistente aumento del traffico per ferrovia. Analizzando il contesto si vede che le ragioni di questi andamenti sono strutturali, in quanto sono legate alla dislocazione delle aree di produzione, come anche di smercio, delle merci di massa verso Est e in particolare verso il lontano oriente asiatico. Partendo dalle tendenze in atto e dalle prospettive di evoluzione del mercato delle merci atte al trasporto ferroviario è possibile valutare i flussi attendibili per il futuro lungo l’asse della Valle di Susae, per la verità, attraverso l’intero arco alpino occidentale. Le valutazioni si basano sull’osservazione che le economie dai due lati della frontiera italo-francese sono mature, con mercati di beni di consumo di massa sostanzialmente saturi. Viceversa i mercati in espansione si trovano in aree il cui tenore di vita è più basso di quello della media dell’Europa occidentale e l’economia è (e potrà essere) in crescita. Ne emerge che incrementi significativi dei traffici sono prevedibili lungo l’asse Nord-Sud e quindi in corrispondenza dei porti, non lungo l’asse Est-Ovest attraverso le Alpi.
Quello che emerge, in sostanza, è che è del tutto immotivata e irragionevole l’ipotesi di un aumento dei traffici tra Italia e Francia nella misura che sarebbe necessaria per giustificare la nuova linea Torino-Lione.
Il flusso di merci attraverso la frontiera italo-francese potrebbe verosimilmente, in condizioni economiche globali migliori di quelle di oggi, risalire ai livelli del 1997 o poco più in alto senza però cambiare di ordine di grandezza. Questa conclusione collima con le valutazioni espresse in un documento della Direction des Ponts et Chaussées predisposto per il Parlamento francese nel 2003. Da quanto sopra consegue che è del tutto infondata la previsione di una saturazione della linea esistente nei prossimi decenni.
Schematizzando, le conclusioni sono che:
1. l’economicità di una nuova linea ferroviaria tra Torino e Lione richiede flussi, in particolare di merci, che sono più di un ordine di grandezza superiori a quelli verificatisi nell’ultimo decennio (fino a 40 volte e più);
2. Il volume di traffico, tanto di passeggeri che di merci, lungo il corridoio della Valle di Susa è da tempo tendenzialmente in calo e non ha motivo di crescere in maniera rilevante nei prossimi decenni;
3. Non vi è alcuna ragionevole prospettiva di saturazione della linea esistente entro tale arco di tempo;
4. Una nuova linea non potrebbe far altro che essere fonte continua di passività;
5. L’opera sarebbe, di conseguenza, del tutto ingiustificata anche in una situazione economica molto migliore di quella presente;
6. I benefici non direttamente economici ipotizzabili non sono tali da modificare la valutazione negativa;
7. In caso di realizzazione parziale della nuova linea con utilizzo della linea storica tra Susa e a piana delle Chiuse l’esercizio risulterebbe comunque in passivo anche se la linea funzionasse in condizioni di saturazione.
Torino, 21/06/2011
http://www.scribd.com/sarti42/d/59819873-Relazione-Prof-AngeloTartaglia
Replica del Prof. Tartaglia alle teorie a favore del TAV Torino-Lione esposte dall’Onorevole Esposito nel suo sito web
Angelo Tartaglia è docente di scienze fisiche, fisica teorica, modelli e metodi matematici al Politecnico di Torino; da molti anni consulente per il TAV della Comunità montana della Valle di Susa, di cui è stato rappresentante nelle diverse commissioni tecniche e, per il periodo 2007-2009, anche nell’Osservatorio sulla Torino-Lione.
Stefano Esposito del Partito Democratico, è ex consigliere provinciale e dal 2008 Deputato del Piemonte; si è sempre distinto per iniziative, spesso dalla carica provocatoria, a favore della realizzazione del TAV Torino-Lione: autore di proposte quali l’espulsione dal proprio partito degli amministratori valsusini contrari all’opera e per l’impiego dell’esercito nell’imporre i cantieri sul territorio.
http://www.notavtorino.org/documenti/tartaglia-smonta-esposito-25-11-10.pdf
Mirco Federici, “Analisi termodinamica integrata dei sistemi di trasporto in diversi livelli territoriali”, Dipartimento di Chimica, Università degli Studi di Siena
La TAV ha impatti ambientali paragonabili al trasporto individuale in auto e addirittura superiori al trasporto merci su gomma. Non migliora l’impatto dovuto alle emissioni, ed anzi peggiora la qualità ambientale con l’invasività delle sue infrastrutture… la TAV non ha ragione di esistere né dal punto di vista dell’offerta di trasporto (troppo bassa) né dal punto di vista dell’efficienza… Inutile e oltretutto dannoso investire risorse e soldi su una tipologia di trasporto che non offre miglioramenti ambientali nel caso del trasporto passeggeri e che addirittura peggiora la situazione per il trasporto merci. Sottolineiamo che se il trasporto merci sulle TAV venisse abbandonato, allora il trasporto passeggeri diverrebbe assolutamente insostenibile, perché l’allocazione dei materiali e dell’energia delle infrastrutture verrebbe imputata interamente su un volume di traffico, che per quanto ottimistico, porterebbe ad una sotto utilizzazione della linea. Se questi risultati venissero integrati dagli altri impatti ambientali relativi alla cantierizzazione della TAV (come le falde acquifere deviate, infiltrazioni e contaminazione di terreni e falde sotterranee, impatto paesaggistico, inquinamento acustico etc.), il giudizio finale delle TAV diverrebbe ancora più negativo:
http://www.notav-valsangone.eu/index.php?option=com_docman&task=doc_details&gid=28&Itemid=93
Appello a Monti sottoscritto da 360 professori universitari, ricercatori e professionisti convinti che il problema della nuova linea ferroviaria ad alta velocità/alta capacità Torino-Lione rappresenti “una questione di metodo e di merito sulla quale non è più possibile soprassedere, nell’interesse del Paese”.
“Il progetto della nuova linea ferroviaria Torino-Lione…non si giustifica dal punto di vista della domanda di trasporto merci e passeggeri, non presenta prospettive di convenienza economica né per il territorio attraversato né per i territori limitrofi né per il Paese, non garantisce in alcun modo il ritorno alle casse pubbliche degli ingenti capitali investiti (anche per la mancanza di un qualsivoglia piano finanziario), è passibile di causare ingenti danni ambientali diretti e indiretti, e infine è tale da generare un notevole impatto sociale sulle aree attraversate, sia per la prevista durata dei lavori, sia per il pesante stravolgimento della vita delle comunità locali e dei territori coinvolti. […]. L’applicazione di misure di sorveglianza di tipo militare dei cantieri della nuova linea ferroviaria Torino-Lione ci sembra un’anomalia che Le chiediamo vivamente di rimuovere al più presto, anche per dimostrare all’Unione Europea la capacità dell’Italia di instaurare un vero dialogo con i cittadini, basato su valutazioni trasparenti e documentabili, così come previsto dalla Convenzione di Aarhus. Per queste ragioni, Le chiediamo rispettosamente di rimettere in discussione in modo trasparente ed oggettivo la necessità dell’opera”:
http://www.notav-valsangone.eu/documenti/letteraMonti9_2_12.pdf
TAV Torino-Lione e ‘ndrangheta piemontese:
Il testo integrale del tanto discusso intervento di Adriano Celentano (per chi giudica solo dopo aver preso visione)
16 febbraio 2012 a 12:35 (Verità scomode)
Tags: Adriano Celentano, Aldo Grasso, Alta Velocità, Avvenire, Canalis, Chiesa, Corriere della Sera, Costituzione, cultura, democrazia, democrazia diretta, don Gallo, Famiglia Cristiana, Gesù il Cristo, intervento, lentezza, Merkel, Montezemolo, Monti, Morandi, morte, paradiso, partitocrazia, Pupo, referendum, Regno dei Cieli, salvezza, Sanremo, Sarkozy, sobrietà, sovranità, umiltà, vita
a cura di Stefano Fait
CELENTANO Avrò girato mille chiese, il Duomo di Milano, piazza San Pietro, Bologna, Firenze, Napoli, Palermo. E morire se durante la predica si capisce qualcosa di quello che dice il prete. Non perché sbagliano a parlare: perché non sanno regolare l’audio negli altoparlanti. O sono troppo bassi oppure non ci sono abbastanza diffusori affinché la voce del prete si senta fino in fondo alle ultime file. Sembra quasi che i preti dicano: “Noi la predica l’abbiamo fatta, poi chi se ne frega se gli ultimi in fondo non sentono”. E sì che il Vangelo è stato chiaro: “Beati gli ultimi”, dice il Vangelo, “perché saranno i primi nel Regno dei Cieli”. Questo è un problema che c’era anche a Galbiate. Poi, a furia di martellare il parroco, finalmente un bel giorno si è deciso e ha cambiato l’impianto. Però se c’è una cosa che non sopporto e che mi innervosisce, non soltanto dei preti ma anche dei frati, è che nei loro argomenti, quando fanno la predica, o anche nei dibattiti in televisione, non parlano mai della cosa più importante, cioè del motivo per cui siamo nati. Quel motivo nel quale è insito il cammino verso il traguardo, quel traguardo che segna non la fine di un’esistenza, ma l’inizio di una nuova vita. Insomma, i preti, i frati non parlano mai del Paradiso. Perché? Quasi come a dare l’impressione che l’uomo sia nato soltanto per morire. Ma le cose non stanno così. Qual è la camera dove sono dentro i preti? Ah questa. Le cose non stanno così. Noi non siamo nati per morire. Noi siamo nati per vivere. Voi preti siete obbligati a parlare del Paradiso, altrimenti la gente pensa che la vita sia quella che stiamo vivendo adesso. Ma che cazzo di vita è questa qua? Lo spread, l’economia, le guerre. Giornali inutili come l’Avvenire, Famiglia Cristiana: andrebbero chiusi definitivamente. Si occupano di politica e delle beghe nel mondo, anziché parlare di Dio e dei suoi progetti e non hanno la più pallida idea di quanto invece può essere confortante per i malati leggere di ciò che Dio ci ha promesso. Senza contare, poi, i malati terminali, che anche se non lo dicono, loro sono consapevoli di ciò a cui stanno andando incontro. Ma loro no, Famiglia Cristiana e l’Avvenire non la pensano così. Per loro il discorso di Dio è… il discorso di Dio, per loro, occupa poco spazio: lo spazio delle loro testate ipocrite. Ipocrite come le critiche che fanno a uno come Don Gallo, che ha…E di ultimi ce ne sono tanti. Ci sono sulla torre della Stazione Centrale di Milano, ci sono degli operai che dall’8 dicembre stazionano lì, giorno e notte, al freddo e al gelo, per protestare contro la cancellazione dei vagoni letto, quei vagoni letto che collegavano il Nord al Sud, lasciando a casa ottocento persone addette ai servizi nei treni di notte. E questo, purtroppo, con il triste scopo di cancellare un’altra fetta del passato che costituisce le fondamenta della nostra identità. Montezemolo ha fatto bene a fare il treno veloce, quello che… bello, confortevole: è giusto. È giusto fare l’alta velocità. Però bisogna bilanciare la velocità con qualche cosa di lento. E allora io ti dico, Montezemolo, che adesso devi fare subito un treno lento, che magari si chiama Lumaca, dove ti fa vedere le bellezze dell’Italia, perché c’è gente che vuole andare lì. Sono sicuro che lo farà.
CELENTANO Come ti chiami?
CANALIS Italia.
CELENTANO Resta un po’ qui.
CANALIS Non posso.
CELENTANO Perché?
CANALIS Le cose non vanno bene ed io sto perdendo la mia bellezza.
CELENTANO Tornerai?
CANALIS Sì, se gli italiani lo vorranno.
CELENTANO La parola politica sembra aver perso ogni valore e le lettere che la compongono stanno cadendo a pezzi sulla testa di un popolo che ancora si illude di essere sovrano. Ma cosa significa sovrano? Il vocabolario lo spiega bene. Maitre!
CELENTANO Cosa dice il vocabolario?
PAPALEO Non lo so.
CELENTANO Tu non leggi mai il vocabolario eh?
PAPALEO Non vorrei contraddirla, Immensità. Con tutto il rispetto, preferisco leggere il giornale, soprattutto dopo colazione. Ho provato a leggere il vocabolario ma… dice sempre le stesse cose. E alcune volte non si spiega neanche troppo bene. Per esempio, qualche giorno fa sono andato alla lettera “Governo Monti”. Dice: “Materiale di ottima resistenza, apparentemente indipendente, facile però all’ossido dei partiti”.
CELENTANO E questo è quello che dice il vocabolario?
PAPALEO Esattamente.
CELENTANO E sulla parola “Sovrano”?
PAPALEO No, lì si spiega molto bene. Sovrano… ecco qua. Sovrano: si dice di potere, dignità, diritto che non derivino da altra autorità, che non dipendano da altro potere. La Costituzione italiana sancisce che il potere sovrano appartiene al popolo che esercita un potere pieno e indipendente.
CELENTANO Questo è quello che dice il vocabolario. E noi sappiamo che, perché il popolo possa esercitare il suo potere incontrastato, bastano cinquecentomila firme.
PAPALEO Cinquecentomila.
CELENTANO Ma i promotori del referendum, Antonio Di Pietro, Parisi e Segni come al solito hanno esagerato e ne hanno raccolte un milione e duecentomila.
PAPALEO Un milione e duecentomila.
CELENTANO Che la Consulta non ha esitato a buttare nel cestino.
PAPALEO Nel cestino, nel cestino, nel cestino.
CELENTANO Per cui c’è qualcosa che non va. O la Consulta sbaglia, o se no bisogna cambiare il vocabolario perché altrimenti non si sa quando siamo sovrani e quando no. Una bella mattina io mi alzo, esco di casa contento… convinto di essere sovrano, di essere al di sopra di tutti, il più alto, perché questo vuol dire “sovrano” e magari incontro Pupo e mi dice: “Ue’ guarda che tu non sei nessuno eh?”.
PUPO. Ma cosa stai dicendo? Ma cosa stai dicendo?
CELENTANO Ue’. Cosa hai detto? Non ho capito. Come stai?
PUPO Comunque stasera hai detto una grande verità.
CELENTANO Perché?
PUPO Infatti è vero: tu non sei nessuno.
CELENTANO Perché?
PUPO Perché… sottovaluti quelli bassi. Non sottovalutare quelli bassi.
CELENTANO E chi lo sottovaluta? E poi non esistono quelli bassi o quelli alti: esistono quelli giusti o quelli sbagliati.
PUPO Ma certo! Tu hai la verità in tasca. Certo, è normale. Dall’alto di quel palco ti puoi permettere di dire quello che vuoi. Senti, ma secondo te, io da che parte starei?
CELENTANO No, tu per me sei praticamente normale.
PUPO Cosa? Ma lo sentite? Ha detto “praticamente normale”.
CELENTANO Be’ sì… c’è qualche cosetta ma…
PUPO Ma quale cosetta?
CELENTANO No… ma niente, una scemata. Ma non c’è bisogno di…
PUPO No, ma parla chiaro! Quale cosetta?
CELENTANO Ma… scusa… chi è?
CELENTANO C’è un altro?
MORANDI Cosa sta succedendo? Cosa sta succedendo?
CELENTANO No, stavamo discutendo… tu sai che la Consulta ha bocciato i referendum, no?
MORANDI Eh sì, non è stata una cosa molto bella.
CELENTANO Vedi che lo dice anche lui?
PUPO Questa è una novità: ma da quando in qua sei diventato un paladino delle battaglie perse della sinistra?
MORANDI Ma quale paladino?
PUPO E allora sentiamo: perché la Consulta avrebbe sbagliato?
MORANDI Be’, bocciando i referendum ha tolto la parola…Non si possono buttare nel cestino un milione, non si possono buttare nel cestino un milione e duecentomila firme. Se pensi che ne bastano cinquecentomila per dare la parola al popolo, figurati che errore che ha fatto la Consulta a buttare via un milione e duecentomila firme.
PUPO E non pensi, invece, che l’errore grosso come una casa lo stai facendo tu? Informati prima di parlare!
CELENTANO No, no… scusa un attimo. No, io volevo parlare, perché prima tu hai detto… come si chiama il Direttore della Rai, il Direttore Generale?
MORANDI Lei.
CELENTANO Chi?
MORANDI Come “chi”?
CELENTANO No, dico…il Direttore Generale, come si chiama?
MORANDI Si chiama Lei.
CELENTANO Ah, si chiama Lei. Ah, proprio così. Be’, originale però. No perché… eh, ma io ho capito perché. Perché lei vuole mantenere le distanze. Hai visto anche con Michele Santoro l’ha distanziato mica male.
MORANDI Be’ sì, anche lì non è stata una cosa molto bella eh?
CELENTANO Però tu adesso stai insinuando: non dirai mica che la Rai censura.
MORANDI No, no, io… scusa, ho avuto uno “sbandamento”. Ho avuto uno “sbandamento”. Cosa volevi dal Direttore Generale?
CELENTANO Volevo dire: in che camera alloggia il Direttore Generale?
MORANDI Mah, di solito in quella di centro.
CELENTANO Ecco, no, volevo dire che quelle cose che ha detto lui sulla Consulta, io non c’entro niente eh? Sono cose che ha detto lui.
MORANDI Sì, sì è vero: le ha scritte lui ma le ho dette io.
PUPO Ma piantatela di fare gli ipocriti. Ma non vi vergognate?
CELENTANO e MORANDI ALL’UNISONO Di che cosa?
PUPO E che ne so io di che cosa? Voi siete capaci solo di criticare, venite qui e fate il vostro “teatrino”. Ma informatevi prima di parlare, informatevi prima di parlare. Lo sapete, siete due ignoranti che a malapena riuscite a emettere qualche nota nel campo musicale. Ah ah… la Consulta… il popolo sovrano… ma chi ve l’ha dette queste cose?
MORANDI No, ma guarda che tu allora non hai capito.
PUPO No, capite sempre tutto voi, capite.
MORANDI No, tu sottovaluti la parola “sovrano”, che significa al di sopra di tutto, il più alto. Come fai a non capire?
CELENTANO No eh be’, scusa: lui non può capire. Scusa, quanto sei alto?
PUPO Come?
CELENTANO Quanto sei alto tu?
PUPO Un metro e dieci.
MORANDI Eh… effettivamente è un po’ poco eh?
PUPO. Un po’ poco? Un po’ poco? Comunque sono alto quanto basta per non essere ipocrita come siete voi. La Consulta non poteva fare altrimenti, in quanto la cosa si poteva risolvere solo in Parlamento. Anche nel ’95, quando ci fu il referendum per la privatizzazione della Rai, anche in quel caso più del 50 per cento votarono a favore. Ma anche lì dovettero per forza cestinare tutto. Perché se la Rai fosse stata privatizzata e il “popolo sovrano”, come voi lo chiamate, avesse avuto ragione questa sera probabilmente voi due non eravate qua a sparare le vostre cazzate, carissimi “amici”, i sapientoni del nulla, voi che vi credete dei giganti.
CELENTANO Non si tratta di essere dei giganti. È che a noi ci dispiace di vederti così.
PUPO Ma “di vederti così” come?
CELENTANO Così come sei tu.
MORANDI Ecco vedi perché diciamo che la Consulta ha sbagliato? Perché tu potresti essere moralmente più alto.
CELENTANO E anche meno basso.
PAPALEO C’è un errore.
CELENTANO Chi?
PAPALEO Non è alto un metro e dieci lui.
CELENTANO È più piccolo?
PAPALEO No. Il Pupo è alto un metro e 65. Quindi, se la Consulta non avesse bocciato il referendum, sarebbe alto quasi quanto voi.
MORANDI L’altezza, la bassezza fisica, grasso, magro, biondo, con gli occhi azzurri: tutte cose che contano fino a un certo punto. Ciò che conta veramente, invece, è essere alti dentro. Solo così è possibile arrivare intatti e senza macchia a quel traguardo di cui parlava Adriano, che se non altro, poiché nessuno è perfetto, tagliare quel traguardo con meno macchie possibili. Perché, come dice Adriano, quello che stiamo vivendo adesso, di vita, praticamente è uno scherzo.
CELENTANO E che la vita è uno scherzo basta guardare cosa succede nel mondo. C’è l’aria secca qua. Ma questa, di vita, è soltanto la prima… non la prima, una fermata. La prossima approderemo in un mondo che neanche lontanamente possiamo immaginare quanto è meraviglioso. Lì non ci saranno distinzioni di popoli: neri, bianchi; saremo tutti uguali. Eternamente giovani e belli, in compagnia di cristiani e musulmani, mentre ballano il tango della felicità, in un abbraccio d’amore senza fine. Certo, non mancherà il giudizio di Dio. Ci sarà qualcuno che, prima di entrare in Paradiso, avrà bisogno di una spolveratina. È per questo che è venuto al mondo Gesù: per metterci in guardia contro la polvere. Quella polvere che oscura l’anima, fino ad uccidere i propri simili e a rendere gli Stati assassini. Alla stregua di quei criminali che loro vogliono giustiziare con la pena di morte. Ma soprattutto è venuto al mondo per dimostrarci che la morte non esiste. Non esiste per i buoni e non esiste neanche per i cattivi che, di fronte alla vergogna che proverebbero in quel dato giorno davanti a Dio, forse preferirebbero morire. Ed è per questo che poi ha cominciato a fare i miracoli, pur sapendo che non sarebbero bastati perché avremmo detto: è un mago, è uno stregone. E allora lui cosa ha fatto? Ha fatto una cosa che nessun mago, nessuno stregone, potrà mai fare: è risorto. E per farlo ha dovuto morire e subendo il più straziante dei martiri. La morte è soltanto un ultimo gradino prima del grande inizio. Ed è per questo che noi… ed è su questo inizio che noi dobbiamo concentrare i nostri pensieri. E invece cosa facciamo? Stiamo qui ad affannarci su quel titolo, su quanto potrà fruttarci in Borsa; a litigare uno con l’altro; a prendercela per ogni piccola cosa. Ci rattristiamo se un deficiente come Aldo Grasso scrive delle idiozie sul Corriere della Sera. Cadiamo subito in depressione di fronte alla prima ruga. E invece dovremmo avere il coraggio di non tingerci i capelli. Io non so se voi vi rendete conto, ma per quanto lunga possa essere la vita sulla terra, diciamo anche due, trecento anni, che cosa sono? Niente. Io mi ricordo quand’ero giovane, ero forte, pieno di… adesso non mi ricordo più di che cosa ero pieno, però ero pieno di vita, di idee; non facevo in tempo a pensarla una cosa che l’avevo già pensata. Mi ricordo quando ero… voi forse non ci crederete, io mi ricordo che avevo pochi mesi di vita, mi pare quattro-cinque mesi, facevo già la quinta elementare e mi appoggiavo da solo sui braccioli di una sedia. A cinque mesi: vi rendete conto che forza che avevo? La vita è un lampo. Sei nel pieno della giovinezza e, quando meno te lo aspetti, non fai a tempo a guardarti allo specchio, che hai già più di 90 anni. Ecco perché si dice che il Regno dei Cieli è vicino.
La Merkel e Sarkozy impongono al governo greco l’acquisto delle loro armi. Se volete gli aiuti e rimanere nell’euro, hanno detto, dovete comprare i nostri carri armati e le nostre belle navi da guerra, imponendo così tagli e sacrifici agli straziati cittadini greci. Questo è ciò che diceva il Corriere della Sera di ieri a pagina 5. Ma già l’estate scorsa il Wall Street Journal rivelava che Berlino e Parigi avevano preteso l’acquisto di armamenti come condizione per approvare il piano di salvataggio della Grecia. È questa l’Europa che vogliamo, cinica e armata fino ai denti?