Le banche centrali sono diventate dei buchi neri

 

 

Il Pachistan deve capire che la nostra pazienza ha un limite. Gli imprenditori indiani non dovrebbero fare affari con la Russia. L’Unione Europea sarà completamente trasformata entro cinque anni, ma l’euro sopravvivrà.

George W. Bush, 9 novembre 2011

http://timesofindia.indiatimes.com/india/Chinas-No-1-target-is-the-US-next-is-India-Bush/articleshow/10664570.cms

Attorno ad ogni buco nero c’è quello che viene chiamato un orizzonte di eventi. È il punto oltre il quale non è più possibile tornare indietro. È difficile da notare, proprio come uno tsunami in mare aperto. Una leggera increspatura che non si nota finché non è passata. Lo stesso succede con i debiti. Anche in vaste quantità, il debito può essere relativamente innocuo. Ma oltre una certa soglia di accumulazione, le cose cambiano. La FED, la Banca del Giappone e la BCE hanno accumulato una tale massa di debiti, che ormai sono in procinto di convertirsi in buchi neri del debito. In altre parole, il debito che si sono accollate è così massiccio da essere gravitazionale, risucchiando qualsiasi debito e attività finanza, con una forza attrattiva sempre crescente.

Il problema è che le banche centrali hanno scelto di prestare a banche insolventi e alle nazioni che erano già in bancarotta, nel tentativo di salvare le loro banche, che a a tutti gli effetti non potevano essere salvate. Sperando di riuscire a far sembrare ragionevole la loro follia, le banche centrali hanno promesso a tutti che avrebbero accettato in garanzia dalle banche che ricevevano i loro prestiti solo i beni (asset) migliori.

La cosa non ha funzionato. Le banche non hanno reimmesso la liquidità sul mercato, non hanno contribuito a far ripartire l’economia, non hanno ricominciato a fidarsi l’una dell’altra. Questo perché le banche sanno che i loro “migliori beni” che si potevano offrire l’un l’altra come garanzia sono di qualità mediocre, anche perché, in teoria i bocconi prelibati spettavano alle banche centrali. Senza alcuna possibilità di ottenere dei prestiti orizzontalmente, le banche si sono dovute nuovamente rivolgersi alla sorelle maggiori, la BCE e la Fed. Poiché i beni migliori erano già stati dati in garanzia, i criteri sono diventati sempre più elastici e, dopo gli AAA [e sappiamo già quanto questi AAA possano essere fittizi, es. Lehman Brothers], si sono cominciati ad accettare anche i titoli di nazioni in difficoltà. Poi è stata la volta di tutto ciò che era a portata di mano. Il che, comprensibilmente, ha reso il ‘mercato’, ossia le altre banche, sempre più riluttanti ad accettare come garanzia quello che era rimasto. E così via, in un circolo vizioso che tra austerità e contrazione delle economie nazionali sta deteriorando ulteriormente il valore di queste garanzie. E lo sanno tutti. L’Irlanda è in recessione, l’economia della Spagna si sta contraendo e così quella del Portogallo. E lo spread s’impenna. [La stampa italiana esulta per uno spread tra i 300 ed i 350 punti base, quando fino a pochi mesi fa eravamo a 180].

Il risultato è che le banche private hanno già promesso in garanzia tutto quel che di buono avevano. Non si presteranno a vicenda alcunché, perché sanno benissimo che nessuna ha a disposizione qualcosa di valore. Ogni nuovo giro di prestiti dalla banca centrale comporta il risucchiamento di titoli tossici e l’affossamento di ogni possibilità di ristabilire un minimo di fiducia. In pratica, le banche centrali hanno inghiottito il mercato. Tutti i debiti e debitori stanno per essere assorbiti e nessuno sfuggirà, perché questi stessi beni sono stati usati come garanzia (“ri-ipotecati”) più volte, di banca in banca, fino alle banche centrali. Una catena che, ad un certo punto, innescherà un effetto-domino.

Fonte

http://www.golemxiv.co.uk/2012/03/the-ecb-swallowed-the-market/#comments

Prima vennero per i Greci e non dissi nulla, perché non ero greco

 

a cura di Stefano Fait

Monti è un esponente della destra finanziaria europea. È un uomo che sta in mezzo alle banche e alle istituzioni finanziarie da sempre. È espressione di quel mondo e ha ricoperto ruoli chiave per conto di quel sistema. Che è legittimo, certo, e Monti è una persona per bene, ma che costituisce l’assoluto opposto rispetto al posizionamento politico che deve avere un partito laburista, riformista di sinistra come deve essere il Pd. Noi dobbiamo difendere coloro che non contano un granché nel mondo, non difendere le ragioni di chi è già forte. […]. Se noi non lavoriamo su ipotesi di sostegno della domanda tutte queste manovra recessive che Monti ha fatto non avranno alcuna utilità perché ci sarà un crollo delle entrate tributarie.

Michele Emiliano, sindaco di Bari

Als die Nazis die Kommunisten holten, | habe ich geschwiegen; | ich war ja kein Kommunist. || Als sie die Sozialdemokraten einsperrten, | habe ich geschwiegen; | ich war ja kein Sozialdemokrat. || Als sie die Gewerkschafter holten, | habe ich nicht protestiert; | ich war ja kein Gewerkschafter. || Als sie die Juden holten, | habe ich geschwiegen; | ich war ja kein Jude. || Als sie mich holten, | gab es keinen mehr, der protestieren konnte.

Quando i nazisti vennero per i comunisti, | Io restai in silenzio; | Non ero comunista. || Quando rinchiusero i socialdemocratici, | Rimasi in silenzio; | Non ero un socialdemocratico. || Quando vennero per i sindacalisti, | Io non feci sentire la mia voce; | Non ero un sindacalista. || Quando vennero per gli ebrei, | Rimasi in silenzio; | Non ero un ebreo. || Quando vennero per me, Non era più rimasto nessuno che potesse far sentire la mia voce.

Friedrich Niemöller (1892 – 1984)

Yanis Varoufakis, direttore del dipartimento di politiche economiche dell’Università di Atene, racconta la Grecia attuale in un’intervista rilasciata all’Occupied Times:

“Ad Atene la gente si può trovare a parlare anche solo della crisi. Incontri persone che non vedi da una vita e invece di aggiornarsi a vicenda su cosa sia successo nel frattempo, ci si lancia in una discussione sul “disastro”. Le luci si stanno spegnendo sulla città, poiché molte famiglie hanno perso il diritto all’erogazione di elettricità. Un negozio su due è chiuso, anche nei quartieri eleganti di Atene. Anche le attività che in qualche modo tirano avanti si stanno preparando a chiudere bottega. Tutti devono dei soldi a qualcuno e nessuno può saldare i debiti. Il lavoro è un miraggio, con il tasso di disoccupazione giovanile che ha raggiunto il 45%. La bolletta dell’elettricità è cresciuta del 12% ed il governo sta introducendo nuove imposte attraverso le bollette dell’elettricità. Se non fosse tragico ci sarebbe da ridere.

Fino al 2008 le cose in Grecia stavano andando bene. L’economia stava crescendo più della media europea, gli investimenti erano in aumento sia nel pubblico sia nel privato….Quel che è successo è che prima dell’euro la Grecia riusciva ad evitare le crisi (dovute anche alla deindustrializzazione, all’evasione, ecc.) con delle frequenti svalutazioni ma una volta entrata nell’euro non è più stato possibile assorbire gli choc in questa maniera. Fu quello il tempo in cui fiumi di investimenti tossici prodotti in gran parte da Wall Street, dalla City di Londra e dalle grandi banche del Nord Europa sono affluiti nazioni come l’Irlanda, la Spagna, ecc. Diedero a tutti un falso senso di sicurezza e progresso, ma in realtà stavano producendo un boom fondato sui consumi. Così, quando arrivò il crash del 2008, il capitale affluito ci mise un attimo a defluire, lasciando devastazioni dietro di sé. Poiché non era più possibile svalutare, fu l’economia sociale ad essere colpita. Le agenzie di rating realizzarono il loro miracolo criminale quando le cose andavano a gonfie vele, specialmente a Wall Street e nella City. Ebbero un ruolo da protagoniste quando le banche stamparono i loro titoli tossici (CDO, Obbligazioni con garanzie collaterali) valutandoli come AAA, ossia privi di rischi. Si strinse un’alleanza infernale tra queste agenzie e le banche che edificò piramidi che crollarono nel 2008, con conseguenze che si fanno sentire tuttora. Oggi non contano più molto e se lo fanno è solo per colpa dei politici.

[…]

È importante sottolineare che l’aspetto peggiore dei bailout greci non è l’obiettivo di spogliare la Grecia di ogni risorsa. Lo scopo è quello di nascondere la reale, patetica situazione in cui versano le banche del Nord Europa. È per questa ragione che si pretende dallo stato greco insolvente e dalla sua tartassata cittadinanza di accollarsi dei prestiti che non potranno ripagare per poi trasmetterli alle banche insolventi. Ma per farlo, nonostante l’opposizione del parlamento tedesco, il governo tedesco deve dimostrare ai suoi deputati che la Grecia si merita i prestiti perché sta soffrendo, sanguinando e si sta svendendo. Perciò la Grecia viene depredata per placare i parlamentari tedeschi ed indurli ad approvare nuovi prestiti alle banche prossime al fallimento.

[…].

Finora il fardello e la sofferenza è spettato unicamente ai Greci, mentre l’Unione Europea e il Fondo Monetario Internazionale accumulano nuovi debiti sulle fragili spalle della Grecia, cosicché i banchieri non perderanno un centesimo dei loro crediti e interessi.

[…].

Ai Greci si chiede di negoziare con i banchieri quale colpo dovranno assorbire. È come chiedere ad un topo di negoziare con un gatto quale parte del topo il gatto può divorare. E tutto questo come precondizione perché l’UE e l’FMI concedano nuovi prestiti alla Grecia, che la Grecia userà per ripagare le banche, provocando un’austerità ancora più devastante, sotto la proibizione di usare anche solo una frazione di quel denaro per rilanciare l’economia o finanziare gli ospedali.

[…].

Penso che il collasso dell’euro sarebbe terribile per tutti noi ed anche per chi non fa parte dell’eurozona. Il costo umano per la Grecia, se dovesse lasciare l’euro mentre l’euro resta la valuta legale sarebbe mostruoso.

[Gli chiedono se la gente sarà costretta ad abbandonare le metropoli (Atene, Roma, Lisbona) per tornare in campagna]

Molte persone stanno effettivamente abbandonando Atene trasferendosi in campagna nella speranza di condurre una vita più semplice e sostenibile. Ma questa non è una soluzione. Viviamo in società urbanizzate e cosmopolite e la città è la pietra angolare della nostra civiltà. Il nostro compito è quello di farle funzionare, non di abbandonarle.

Il debito è così potente perché i creditori detengono il monopolio del potere sul sistema politico. Specialmente dopo il crollo del 2008 viviamo in un sistema che chiamo bancarottocrazia, governato da banche insolventi. Più grande è il buco nero, maggiore diventa la loro capacità di mobilitare lo stato. Finché la classe media non si rivolterà ed il sistema politico non si renderà conto che deve piegarsi alla volontà delle masse o scomparire, la gente non riuscirà a riprendere il controllo del sistema creditizio.

Il movimento degli indignati/occupanti è l’unico raggio di speranza in una notte particolarmente buia”.

Poi vennero a prendere noi.

E non era rimasto più nessuno che potesse dire qualcosa.

 

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: