Il ddl Renzi-Boschi:
– nega l’elettività diretta del Senato, ancorché gli venga contraddittoriamente ribadita la spettanza della funzione legislativa e di revisione costituzionale;
– privilegia la governabilità sulla rappresentatività;
– elimina i contro-poteri esterni alla Camera senza compensarli con contropoteri interni;
– riduce il potere d’iniziativa legislativa del Parlamento a vantaggio di quella del Governo;
– prevede almeno sette/otto tipi diversi di votazione delle leggi ordinarie con conseguenze pregiudizievoli per la funzionalità delle Camere;
– sottodimensiona la composizione del Senato (100 contro 630) rendendo irrilevante il voto dei senatori nelle riunioni del Parlamento in seduta comune relative alla elezione del Presidente della Repubblica e dei componenti del CSM (mentre per quanto riguarda i giudici della Corte costituzionale ne attribuisce irrazionalmente tre ai 630 deputati e addirittura due ai 100 senatori);
– pregiudica il corretto adempimento sia delle funzioni dei senatori, divenute part-time, sia quelle ad esse connesse, dei consiglieri regionali e dei sindaci;
– prevede degli inutili senatori pro-tempore di nomina presidenziale, ancorché il Senato non svolga più quelle alte funzioni che giustificavano la presenza di senatori a vita eletti dal Capo dello Stato.
– Inoltre ciò che preoccupa di più è il combinato disposto della riforma costituzionale e dell’Italicum (che è il bis del Porcellum), in conseguenza del quale il Premier-segretario conseguirebbe uno smisurato accumulo di poteri.
http://temi.repubblica.it/micromega-online/pace-%E2%80%9Crenzi-vuole-un-principato-ecco-le-ragioni-del-no%E2%80%9D/
I punti controversi del referendum sulla riforma costituzionale
13 febbraio 2016 a 09:50 (Resistenza e Rivoluzione, Verità scomode)
Tags: autoritarismo, costituzionalisti, ddl Renzi-Boschi, elezione dei senatori, Italicum, le ragioni del NO, Porcellum, referendum, revisione costituzionale, riforma costituzionale, riforma del Parlamento, riforma del Senato, Senato
Civiltà Scomparse said,
13 febbraio 2016 a 14:23
Speriamo che la “madre di tutti i collassi finanziari” spazzi via anche e soprattutto queste cazzate.
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stefano fait said,
13 febbraio 2016 a 15:00
«Se perdo il referendum non solo vado a casa, ma smetto anche di fare politica»
Matteo Renzi
Renzi ha personalizzato un referendum costituzionale, tramutandolo in un plebiscito sulla sua persona e ora raccoglierà ciò che ha seminato, come sempre accade, prima o poi.
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Civiltà Scomparse said,
13 febbraio 2016 a 15:20
Renzi è utilizzato dalle forze che fin dagli anni novanta premono per una stretta presidenzialista-autoritaria della repubblica italiana. Tutto quello che vuole fare non è certo farina del suo sacco.
Se il referendum fallisce è CERTA la fine di Renzi. A mio parere, dopo di lui potrebbe fare ritorno una figura alla Mario Monti, aggravando di brutto – e forse stavolta in maniera davvero irreversibile – il fossato tra le istituzioni e i citttadini.
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stefano fait said,
13 febbraio 2016 a 15:26
Dopo di lui il Diluvio. Renzi è l’ultimo dell’oscura schiatta. Lo tsunami finanziario che sta arrivando non è come quello indonesiano e giapponese. E’ roba tipo film “2012”: si chiude un capitolo della storia umana e se ne apre un altro

1929 e 2008 assieme saranno una bagatella, a confronto, come sempre quando invece di affrontare e risolvere i problemi si procrastina e si permette ai medesimi di ingigantirsi
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