La politica — quella vera, quella alta, quella nobile — dovrebbe creare visioni di futuro, finalità, comunità di destino che ci trascendono e tirano fuori il meglio di noi.
La fede in un destino comune per l’umanità, nella profonda unità delle azioni e aspirazioni umane è la precondizione per la cooperazione internazionale e quindi per un mondo migliore, una civiltà umana più adulta.
Al momento, però, prevalgono la brama di dominio, il paradigma del comando e controllo, le teorie della superiorità etnica-razziale, l’intolleranza religiosa, il darwinismo sociale.
Con che visioni di futuro ci ritroviamo? Per cosa ci battiamo? Per cosa ci alziamo dal letto? (Il Trentino che attende di essere creato).
- Ai musulmani è rimasto il concetto di comunità islamica, che alcuni interpretano fascisticamente.
- Ai cinesi si prospetta l’esplorazione spaziale, sottomarina e polare: il sogno cinese.
- Agli indiani un futuro di prosperità, dignità e abolizione delle caste.
- Ai russi la fine delle umiliazioni e del collasso demografico e un rilancio del ruolo di ponte tra Estremo Oriente ed Europa.
Noi che visioni di futuro abbiamo? Dolce&Gabbana? La conquista dello scudetto? La crescita del PIL?
Trattare una società e i suoi membri come unità economiche e di consumo da contabilizzare non unifica, ma atomizza ed è la conseguenza della capitolazione della politica agli interessi delle multinazionali (grande capitale globalizzato) che sono quasi sempre inconciliabili con quelli dell’umanità.
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equilibristasquilibrato said,
7 dicembre 2015 a 16:48
a dirti il vero, non credo in questo momento occorra pace ma piuttosto la capacità di individuare e combattere il nemico vero. Gli ideali hanno il difetto di diventare arma di manipolazione di questo “invisibile” nemico… compresi democrazia, pacifismo, ecologia ecc. ecc.
Le peggiori organizzazioni sioniste sono proprio quelle filantropiche e promotrici di alti ideali; i Protocolli dei Savi Anziani di Sion sono il falso più vero della storia… c’è scritto tutto, anche come soggiogarci usando i nostri migliori sentimenti
quanto alla cultura razziale, la più antica che ci è pervenuta è nero su bianco propugnata da Yahwe nell’Antico Testamento. Bisognerebbe meditare a lungo sulla cosa
Credo comunque che l’atomizzazione cui siamo costantemente sottoposti si potrebbe trasformare nell’arma più efficace con cui reagire. Una volta preso atto che i governi e la politica non ci rappresentano più bisogna ricorrere al localismo ed al rigetto della finanza in favore di un economia reale che saboti il centralismo. Con coordinazione, facendo fronte comune ad un altrettanto comune nemico, con la disobbedienza civile si verrebbe a capo del problema senza nemmeno usare la violenza
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stefano fait said,
7 dicembre 2015 a 18:34
Sulla prima parte posso essere d’accordo, ma sul “fare fronte comune contro un comune nemico” associato ad “atomizzazione”…puoi ben capire che non sono molto credibili assieme. Anzi, il vederli appaiati solleva il dubbio che il meme del “piccolo è bello” sia un’ottima strategia di rifeudalizzazione, in stile Brzezinski, un po’ come in Jugoslavia, una nazione un tempo internazionalmente pesante e ora completamente irrilevante nei suoi frammenti. Il (con)federalismo permette di evitare le storture del centralismo e quelle del localismo.
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equilibristasquilibrato said,
7 dicembre 2015 a 18:47
mi hai frainteso… non intendo certo “ognun per se e Dio per tutti”, intendo che ADESSO bisognerebbe avere un intento comune evitando però di rendersi vulnerabili agglomerandosi e gerarchizzandosi in strutture sociali troppo grandi. È l’ora di piantarla con le deleghe di potere ed è invece l’ora della responsabilità individuale… non vedo altra soluzione ad un passo dalla fine. C’è un nemico secolare che ha ordito ogni crimine storico, bisogna fermarlo perché è il nemico del genere umano. Questa è la priorità, poi si vede il resto, altrimenti rimarremo sempre paralizzati nelle opinioni sul da farsi e addio. E poi scusami, a parte la Corea del Nord, quale paese al mondo è completamente ermetico? Sono i bisogni sociali insiti in noi a non permetterlo, a meno che non ti venga imposto
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luigiza said,
7 dicembre 2015 a 18:50
quanto alla cultura razziale, la più antica che ci è pervenuta è nero su bianco propugnata da Yahwe nell’Antico Testamento. Bisognerebbe meditare a lungo sulla cosa.
Ci ha meditato e da tempo sta agendo per demolire quella criminale cultura il bravo Mauro Biglino.
Mi auguro che si moltiplichino a vista d’occhio.
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equilibristasquilibrato said,
7 dicembre 2015 a 19:07
esattamente… 🙂
tralaltro bisognerebbe tornare ad una mentalità DAVVERO aperta e scientifica che ci permetta di accettare realtà che ci hanno invece imposto di credere fuffa… tuttaltro, e lo dico per personale esperienza
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