Presentazione di:
Un mondo dove tutto torna, di Nicola Sordo,
Raccolto Edizioni , 2014.
Scrive Nicola Sordo:
“Chiedevo agli anziani di raccontarmi la vita di un tempo, il paese, la gente, e siccome avevo appena finito gli studi di Agraria abbiamo cominciato parlando di agricoltura, ma non quella di oggi, quella di quel tempo in cui tutti erano contadini, il tempo della civiltà contadina e dell’economia di sussistenza. In quelle voci ho trovato un tesoro, il tesoro era nelle loro parole, era il “cosa” e anche il “come”, quello che raccontavano e come lo raccontavano, due cose che fanno parte di una sola.”
L’autore dialogherà con Stefano Fait e Giovanni Kezich.
Biblioteca di via Roma, Sala degli affreschi – ore 17:30, Trento
http://www.bibcom.trento.it/nwcalendar/day/5/2/2015?sel_date=5-2-2015#2008
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Mi occupo di analisi dei MEGATREND.
Sono qui per dimostrare che la visione di Nicola Sordo è realistica, come lo è il suo progetto THE WISE GUEST.
http://wazars.com/2014/10/16/un-mondo-dove-tutto-torna-di-nicola-sordo/
http://www.futurables.com/2014/08/27/un-mondo-dove-tutto-torna-di-nicola-sordo-recensione/
http://wazars.com/2015/01/21/il-progetto-the-wise-guest/
Non è ancora un megatrend, è un picotrend, ma crescerà in fretta.
Individuare i megatrend non è cosa facile:
Nel 1895 l’ingegnere e matematico William Thomson, nominato barone di Kelvin (unità di misura della temperatura), affermava: “Macchine volanti più pesanti dell’aria sono impossibili”. Nel 1903 ebbe luogo il primo volo dei fratelli Wright.
Nel 1920 il New York Times scriveva: “Un razzo non sarà mai in grado di lasciare l’atmosfera terrestre”. Nel 1944 le V2 ce la fecero.
Nel 1928 il Nobel per la fisica Millikan annunciava: “Non c’è alcuna possibilità che l’uomo possa sfruttare l’energia dell’atomo”. Però ce la fece Enrico Fermi nel 1942, all’Università di Chicago.
Thomas Watson, futuro presidente dell’IBM, nel 1943 dichiarava: “Penso che nel mondo ci sia bisogno di non più cinque computer”
D’altra parte all’expo di New York del 1939 si anticipava un mondo in cui i robot avrebbero pulito casa e le auto si sarebbero guidate da sole. Ci siamo arrivati in questi anni.
MEGATREND RICCHI IN FUGA
Al Forum Economico Mondiale di Davos di quest’anno Robert Johnson, un ex manager di George Soros, ha riferito di vari amici e colleghi molto facoltosi che stanno pianificando una prossima fuga verso aree isolate e sicure, come la Nuova Zelanda, temendo reazioni giacobine/bolsceviche da parte delle masse immiserite (As inequality soars, the nervous super rich are already planning their escapes, Guardian, 23 gennaio 2015).
Pensate alle colossali implicazioni di questa rivelazione!
Cosa ci suggerisce?
- Gli insider sanno che qualcosa di gigantesco sta per accadere, in contrasto con i proclami ufficiali: IL COLLASSO DEL SISTEMA;
- Temono che le forze dell’ordine e i loro quartieri fortificati (gated communities) non potranno difenderli;
- Non si rendono conto che una galera non è fatta di muri, ma di assenza di libertà di circolare, di godersi la vita. Isole, fortezze, mega-yachts possono diventare delle prigioni: di lusso, ma pur sempre prigioni;
LA VISIONE ALTERNATIVA DI NICOLA SORDO È EMANCIPATIVA, SOSTENIBILE, COOPERATIVA
- AUTOMAZIONE SU INTERNET già oggi oltre il 50% degli utenti di internet non è umano (locomotive, satelliti, telecamere a circuito chiuso, droni, algoritmi per speculazioni borsistiche, intelligence artificiali che compilano le ultime notizie in tempo reale, stampanti 3d, sensori/misuratori/monitoratori, serrature digitali, ecc.).
- STAMPANTI 3d producono automobili, moduli abitativi, pasta, calzature. Tra qualche anno sarà possibile comprare una STAMPANTE 3D IN GRADO DI FABBRICARE UN’ALTRA STAMPANTE 3D seguendo un progetto caricato su internet e open source. Il che significa che, tramite donazioni, chiunque potrà avere la sua e diventare un auto-produttore;
- Le prime AUTO CHE SI GUIDANO DA SOLE stanno per essere messe in vendita e le ASSICURAZIONI penalizzeranno chi vuole continuare a guidare per conto suo: seguiranno furgoni-camion, navi, aerei che si guidano da soli.
- ROBOTICA nell’agricoltura (contro i parassiti, nella semina e raccolta, nell’irrigazione), nelle DIAGNOSI MEDICHE e nella CHIRURGIA. Gran parte delle transazioni in borsa sono effettuate da macchine autodidatte, ROBOT IN RETE CHE IMPARANO DAGLI ALTRI ROBOT, ISTANTANEAMENTE, come nessun medico, avvocato o trader potrebbe fare;
- GOOGLE, APPLE, AMAZON e FACEBOOK, assieme, valgono in fatturato quanto metà del PIL italiano. Danno lavoro a non più di 150mila persone. Nel giro di 10-20 anni, a seconda delle stime, TRA UN TERZO E IL 50% DEI POSTI DI LAVORO SARÀ SOSTITUIBILE DA ROBOT E ALGORITMI. Si chiama disoccupazione tecnologica e richiederà una radicale revisione del presente modello socio-economico;
- MEGATREND REWILDING – fino al 1882-1914 pochissime selve nelle Alpi antropizzate. PROGRESSO TECNOLOGICO RENDE POSSIBILE IL RINSELVATICHIMENTO, RINATURALIZZAZIONE: rimboschimento, parchi/oasi naturali -> 2 SCENARI: (a) Umanità concentrata in centri urbani tenuti rigidamente separati da una NATURA INTOCCABILE (psicologicamente deleterio); (b) Umanità post-consumista che impara a convivere con l’ambiente naturale e vive a contatto con esso (ideale)
IL PRIMO MEGATREND (AUTOMAZIONE) RENDE POSSIBILE IL SECONDO SCENARIO DEL REWILDING SE OPEN SOURCE/DEMOCRATICO-PARTECIPATO/POST-MATERIALISTA
Il trasferimento della quasi totalità della capacità produttiva dagli esseri viventi alle macchine è una rivoluzione che non ha precedenti nella storia umana e comporterà una radicale trasformazione della nostra mentalità e di quegli aspetti della società che diamo per scontati: lavoro, arrivismo, ricchezza, classismo, proprietà privata, controllo, denaro.
Infatti i robot produrranno altri robot gratuitamente, procurandosi (sempre gratuitamente) energia e materie prime per farlo e diventando sempre più efficienti nel farlo. Il 99% dei prodotti disponibili sarà gratuito e facilmente accessibile. Volendo, questo nuovo ordine garantirà prosperità a tutti, non immensi profitti per pochi; tempo libero in abbondanza per godersi la vita, frequentare le persone, allevare i figli come meritano, dedicarsi a tempo pieno ai propri hobby, senza fretta, senza ansie, cooperando invece di competere.
Nel nuovo ordine l’espansione delle coscienze sostituirà l’espansione degli eccessi materialistici.
Tutto questo, naturalmente, se impediamo all’attuale sistema oligopolistico di controllare questa transizione e tutto ciò che seguirà, all’insegna dell’avidità sociopatica. Serviranno un po’ dell’idealismo di Keynes e del realismo di Marx:
Se invece di guardare al futuro ci rivolgiamo al passato, vediamo che il problema economico, la lotta per la sussistenza, è sempre stato, fino a questo momento il problema principale, il più pressante per la razza umana: anzi, non solo per la razza umana, ma per tutto il regno biologico dalle origini della vita nelle sue forme primitive. Pertanto la nostra evoluzione naturale, con tutti i nostri impulsi e i nostri istinti più profondi, è avvenuta al fine di risolvere il problema economico. Ove questo fosse risolto, l’umanità rimarrebbe priva del suo scopo tradizionale. Sarà un bene? Se crediamo almeno un poco nei valori della vita, si apre per lo meno una possibilità che diventi un bene. Eppure io penso con terrore al ridimensionamento di abitudini e istinti dell’uomo comune, abitudini e istinti concresciuti in lui per innumerevoli generazioni e che gli sarà chiesto di scartare nel giro di pochi decenni. Per adoperare il linguaggio moderno, non dobbiamo forse attenderci un ‘collasso nervoso’ generale’? …Per la prima volta dalla sua creazione, l’uomo si troverà di fronte al suo vero, costante problema: come impiegare la sua libertà dalle cure economiche più pressanti, come impiegare il tempo libero che la scienza e l’interesse composto gli avranno guadagnato, per vivere bene, piacevolmente e con saggezza. … Per ancora molte generazioni l’istinto del vecchio Adamo rimarrà così forte in noi che avremo bisogno di un qualche lavoro per essere soddisfatti. Faremo, per servire noi stessi, più cose di quante ne facciano di solito i ricchi d’oggi, e saremo fin troppo felici di avere limitati doveri, compiti, routines. Ma oltre a ciò dovremo adoperarci a far parti accurate di questo ‘pane’ affinché il poco lavoro che ancora rimane sia distribuito tra quanta più gente possibile. Turni di tre ore e settimana lavorativa di quindici ore possono tenere a bada il problema per un buon periodo di tempo. Tre ore di lavoro al giorno, infatti, sono più che sufficienti per soddisfare il vecchio Adamo che è in ciascuno di noi.
John Maynard Keynes, nel suo Prospettive economiche per i nostri nipoti, 1928 sembra integrare molto bene l’utopia marxista:
In una fase più elevata della società …, dopo che è scomparsa la subordinazione asservitrice degli individui alla divisione del lavoro, e quindi anche il contrasto fra lavoro intellettuale e fisico; dopo che il lavoro non è divenuto soltanto mezzo di vita, ma anche il primo bisogno della vita; dopo che con lo sviluppo onnilaterale degli individui sono cresciute anche le forze produttive e tutte le sorgenti della ricchezza collettiva scorrono in tutta la loro pienezza, solo allora l’angusto orizzonte giuridico borghese può essere superato, e la società può scrivere sulle sue bandiere: Ognuno secondo le sue capacità; a ognuno secondo i suoi bisogni!”
Karl Marx, Critica del Programma di Gotha, 1875
emanuele paganini said,
5 febbraio 2015 a 18:00
Ciao, articolo lungimirante, però di fatto oggi accentramento del capitale e automazione/disoccupazione crescono a ritmi esponenziali, cosa ci fa pensare che il cosiddetto ‘progresso’ sia improntato a un’equa ridristibuzione delle ricchezze, e non invece a una crescente divergenza fra classi ricche e povere come accade oggi? Come possiamo rendere realtà l’utopia della giustizia sociale? In fondo il predatore più forte ha sempre schiacciato il più debole, il problema è che oggi la lotta si è spostata per noi – e solo per noi – dal piano fisico, muscolare, al piano tecnologico. E questo rende predatori pericolosi una minoranza elitaria di psicopatici che soverchiano il mondo. Cosa può fermarli? La nostra personale rivoluzione morale?
Condivido in pieno l’opzione “(b) Umanità post-consumista che impara a convivere con l’ambiente naturale e vive a contatto con esso (ideale)”, il problema è che è una battaglia molto dura, e quasi tutto rema contro. Quando ero bambino davano incentivi per vendere le vacche, oggi il latte a 30 centesimi ai produttori, se uno vuole puntare sulle fonti alternative o cerca di aggiustarsi una vecchia casetta in campagna, per lavorare la terra, tra tasse, permessi non cocessi, burocrazia e spesso la totale mancanza di incentivi, non fanno pensare che il sistema voglia favorire in alcun modo questo ritorno alle origini. Per me è una dura lotta, c’è ben poco di bucolico, eppure.. abbiamo vissuto così per migliaia di anni, anche se non c’erano gli euro o le agenzie di rating, e il Signore o il Re di turno erano più vicini. Oggi dobbiamo mantenere re in provincia, in regione, a Roma, Bruxelles, Strasburgo, Nazioni Unite.. la base non riesce più a sostenere una baracca così grande. Abbiamo creato troppe sovrastrutture, tecnologiche e sociali. La vera sfida è prendere quel tanto di tecnologia indispensabile, renderla semplice, pulita, economica e tornare alla natura, ognuno a curare il proprio orto senza voler soggiogare i vicini, a meno di non volerci mettere la faccia. Altra bella utopia, ma un motivo per vivere e forse anche uno per morire 🙂 Complimenti per l’articolo, ciao.
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stefano fait said,
6 febbraio 2015 a 08:20
Finché permane un assetto generale improntato al predominio dei monopoli e ad un’economia del debito ogni tipo di progresso servirà ad asservirci meglio, in “città smart” che saranno dei veri e propri campi di concentramento urbano separati dall’ecosfera circostante. Lo so che sembra una boutade, ma la tendenza è lì, per chi la vuole vedere – città a clima controllato, poste sotto cupole trasparenti, come nella letteratura fantascientifica (e nel cinema: es. THX-1138), a riprova del fatto che gli artisti vedono più lontano degli anticipatori sociali:
http://www.telegraph.co.uk/news/science/science-news/10752606/We-should-give-up-trying-to-save-the-world-from-climate-change-says-James-Lovelock.html
http://motherboard.vice.com/read/dubais-domed-climate-controlled-city-is-a-dystopia-waiting-to-happen
http://www.amazon.com/The-Unicorn-Project-Broadgate-Subterranean/dp/1906510105
http://nextbigfuture.com/2010/07/introducing-updated-dome-city-plans-for.html
http://www.thearcticinstitute.org/2011/10/5654-umka-domed-city-in-russian-arctic.html
L’errore da non commettere mai è quello di credere che la classe dirigente del pianeta sia predominantemente psicopatica/sociopatica e onnipotente. Chi si lascia convincere di questo non riuscirà a vedere i segnali che indicano una diffusa reazione alla decadenza del nostro tempo o addirittura li interpreterà come ulteriori prove della scaltrezza dei potentati.
Ma la verità è che una grossa fetta dell’élite è spaventata anche più di noi dall’ascesa di una “nuova guardia” psicopatoide e vorrebbe tornare a un sistema più equilibrato, in cui le masse ricevono quel giusto che serve a scongiurare rivolte e chi sta in alto si gode i suoi privilegi (es. Putin e, prima di lui, De Gaulle, i Medici, Giulio Cesare, ecc.). C’è una guerra in atto, contro l’invasione psicopatica, e l’opinione pubblica è il campo di battaglia. Una parte della massa si farà “incupolare”, un’altra parte no (metaforicamente ma anche concretamente).
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