#StopEbolaNow – Sommersi o Salvati? Le conseguenze della prima crisi planetaria dalla Z di Zaire alla A di Alesina

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Com’è accaduto? Di chi è la colpa? Sicuramente ci sono alcuni più responsabili di altri che dovranno rispondere di tutto ciò; ma ancora una volta, a dire la verità, se cercate il colpevole… non c’è che da guardarsi allo specchio. Io so perché l’avete fatto: so che avevate paura, e chi non ne avrebbe avuta? Guerre, terrore, malattie: c’era una quantità enorme di problemi, una macchinazione diabolica atta a corrompere la vostra ragione e a privarvi del vostro buon senso. La paura si è impadronita di voi e il caos mentale ha fatto sì che vi rivolgeste all’attuale Alto Cancelliere: Adam Sutler. Vi ha promesso ordine e pace in cambio del vostro silenzioso obbediente consenso.
V per Vendetta

A livello globale, la risposta della comunità internazionale è quasi zero. I leader in Occidente stanno discutendo della loro sicurezza e facendo cose come interrompere il traffico aereo. E non aiutano nessun altro.

Brice de la Vigne, direttore delle operazioni di Medici Senza Frontiere, 19 agosto 2014

A giorni Ebola esploderà come una bomba. Possiamo aspettarci una situazione drammatica. Se l’Onu non si muove sarà una vera catastrofe. MSF è allo stremo, non abbiamo più risorse per affrontare il problema.

Lorenzo De Filippi, presidente MSF Italia, 23 agosto 2014

Questa epidemia è senza precedenti, assolutamente fuori controllo e la situazione non fa che peggiorare, per cui si sta nuovamente estendendo, soprattutto in Liberia e Sierra leone, con focolai molto importanti. Se la situazione non migliora abbastanza rapidamente, c’è il rischio reale di vedere nuovi paesi colpiti. Non si può escludere, ma è difficile da prevedere, perché non abbiamo mai visto una tale epidemia.

Bart Janssens, direttore di Medici Senza Frontiere, 30 luglio 2014

Il peggio potrebbe ancora arrivare. L’allarme è concreto e la situazione fuori controllo.

Saverio Bellizzi, ematologo di Medici Senza Frontiere, 9 agosto 2014

Il fatto che tanti operatori sanitari si siano ammalati aumenta ansia e paure: se anche loro sono stati colpiti dal virus, che chance ha la popolazione inerme?…In alcune zone gli ospedali sono considerati degli incubatori di infezione [e vengono] evitati dai pazienti con qualsiasi tipo di malattia, riducendo i livelli generali di assistenza sanitaria

Ebola, allarme Oms: «Strage di medici eroi. Già più di 120 morti», il Messaggero, 26 agosto 2014.

Nessuno sta dicendo che questo ceppo di Ebola si trasmette per via aerea tra gli esseri umani, o che può essere trasmesso prima che i pazienti siano sintomatici. Piuttosto, alcuni di noi stanno facendo notare che questo ceppo ha sfidato misure e protocolli prestabiliti per prevenire la trasmissione e che hanno avuto successo nelle epidemie precedenti. Se le ipotesi sulle modalità di trasmissione che stanno guidando gli sforzi per contenere e porre fine al contagio devono adattarsi a questo particolare ceppo, sarà meglio rivisitarle adesso…Aggrapparsi a dei preconcetti in relazione all’ultimo contagio di un virus noto per la sua capacità di mutare può essere fuorviante, ha avvertito la direttrice dell’OMS Margaret Chan: “mutazioni e adattamento costanti sono i meccanismi di sopravvivenza dei virus e di altri microbi. Non dobbiamo concedere a questo virus opportunità di sorprenderci nuovamente”.

Rebecca Buckwalter-Poza, Why Aren’t Previously Successful Methods Used to Stop Ebola Working Against This New Strain?”, Pacific Standard, 4 agosto 2014

Cinque co-autori del più recente studio su Ebola sono stati uccisi dal virus prima che la loro ricerca fosse pubblicata. Ciò pone in evidenza gli enormi rischi assunti da coloro che lavorano per combattere la sua diffusione.

The Independent, 30 agosto 2014

Per essere infettati da Ebola occorre un contatto davvero stretto. Dunque, stare semplicemente su un autobus con qualcuno che ha l’Ebola non è un problema. Il virus non si trasmette con le goccioline di saliva. Dunque in teoria sarebbe davvero semplice da contenere.

Peter Piot, direttore della London School of Hygiene and Tropical Medicine, scopritore del virus

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Se Piot o Massimo Galli avessero ragione, oltre 240 tra medici e infermierimolti, tra i medici, avevano già avuto a che fare con epidemie di Ebola, senza ammalarsi – NON avrebbero contratto il virus e più della metà NON ci avrebbe lasciato la pelle (dati OMS).

Alcuni di loro figuravano tra i massimi specialisti mondiali e usavano tute BL3 (il massimo livello di sicurezza è Bio-Safety Level 4, quasi certamente l’unico equipaggiamento che può fermare Ebola con certezza).

10 membri dello staff sanitario che ha accudito il medico americano Patrick Sawyer (morto di Ebola) durante la sua quarantena hanno contratto il morbo. Difficile credere che ci sia stato scambio di fluidi – a quel livello di competenza ed attenzione –, in ben dieci casi. Cinque di loro sono morti, inclusa l’endocrinologa Ameyo Stella Adadevoh.

E che dire dell’epidemiologo senegalese infettato in un laboratorio dell’OMS in Sierra Leone?

Kent Brantly, il medico “miracolato”, ha contratto Ebola pur avendo seguito rigorosamente le linee guida del Center for Disease Control and Prevention di Atlanta, tanto che all’intervistatore ha risposto: “non ho ancora capito come me lo sono preso” [Brantly says he isn’t sure how he got infected. He’s certain he didn’t violate any safety guidelines, American Doctor Sick With Ebola Now Fighting For His Life].

L’OMS parla di strage di personale sanitario «senza precedenti».

Come se la spiegano Piot e Galli?

Ebola non si trasmette per via aerea come un’influenza (e speriamo che ciò non accada mai), altrimenti i numeri sarebbero molto ma molto più grandi. Tuttavia, sfortunatamente, è assai probabile che siano in errore riguardo all’aerosol (Piot non è nuovo alle gravissime sottovalutazioni).

Ebola, o almeno questo ceppo di Ebola, non si comporta come l’HIV o la rabbia e si trasmette anche per prossimità, non solo per contatto.

La stessa Organizzazione Mondiale per la Sanità lo sa da tempo, dato che nelle sue linee guida sull’Ebola e Marburg del 2008 raccomanda di usare respiratori per evitare gli aerosol (particelle liquide sospese nell’aria) (Interim Infection Control Recommendations for Care of Patients with Suspected or Confirmed Filovirus (Ebola, Marburg) Haemorrhagic Fever) e nel 2014 richiede ai medici di mantenere una distanza di sicurezza di un metro e ad usare un respiratore in caso di paziente che tossisce (pp. 5 e 7 di “Interim Infection Prevention and Control Guidance for Care of Patients with Suspected or Confirmed Filovirus Haemorrhagic Fever in Health-Care Settings, with Focus on Ebola”.

Non ha senso escludere a priori il contagio tramite aerosol (Growing concerns over ‘in the air’ transmission of Ebola, BBC, novembre 2012).

Le decine di contagi occorsi a persone dotato di tute anticontagio fanno sospettare che la trasmissione riguardi anche umani che tossiscono, sudano, vomitano copiosamente.

Se Piot è contento di sedere nello stesso autobus con dei malati di Ebola, faccia pure. Io eviterei.

È chiaro che la trasmissibilità è elevatissima e la distinzione tra “via aerea” e “aerosol” resta importante, ma non è più decisiva.

Continuare a negarlo serve solo a placare le proprie ansie non ad alterare la realtà: il prezzo da pagare per queste omissioni sarà catastroficamente salato.

La trasmissione avviene quasi certamente anche con le goccioline di saliva e con il sudore (aerosolizzazione) e, come se ciò non bastasse, il virus resta attivo nella forma di aerosol anche a distanza di 1 ora, sopravvive sulla plastica e sul vetro da molti giorni a diverse settimane a temperatura ambiente e al fresco (4°C), e indefinitamente a – 70°C o per liofilizzazione (“Piercy T.J. et al. The survival of filoviruses in liquids, on solid substrates and in a dynamic aerosol”, Journal of applied microbiology 109.5 (2010): 1531-1539; Lever et al. “Lethality and pathogenesis of airborne infection with filoviruses in A129 α/β -/- interferon receptor-deficient mice”, Journal of Medical Microbiology 2012;61(Pt 1): 8-15; Twenhafel NA et al., “Pathology of experimental aerosol Zaire ebolavirus infection in rhesus macaques”, Veterinary Pathology 2013; 50(3): 514-529; Reed DS1, Lackemeyer MG, Garza NL, Sullivan LJ, Nichols DK. “Aerosol exposure to Zaire ebolavirus in three nonhuman primate species: differences in disease course and clinical pathology”, Microbes and Infection 2011;13(11):930-936).

Questo significa che i colpi di tosse di un malato di Ebola possono infettare una porzione di stanza per ore in virtù della sospensione delle goccioline in aerosol e possono infettare una penna, un bicchiere, una parete, una maniglia, una carta di credito, ecc. Chi tocca questi oggetti e poi gli occhi o il cibo che consuma contrarrà quasi certamente il virus.

È già stato dimostrato che Ebola si trasmette anche senza un contatto diretto contatto tra macachi (Transmission of Ebola virus (Zaire strain) to uninfected control monkeys in a biocontainment laboratory, The Lancet, Volume 346, Issue 8991, Pages 1669 – 1671, 30 December 1995; Lethal experimental infections of rhesus monkeys by aerosolized Ebola virus, Int. J. Exp. Path. (1995), 76, 227-236) e tra macachi e maiali (Transmission of Ebola virus from pigs to non-human primates, Nature, 15 November 2012).

Il vomito, la diarrea, il muco, la saliva degli sputi, l’abbondante sudorazione, le emorragie: sono tutte sorgenti di aerosolizzazione del virus. La tubercolosi si diffonde allo stesso modo ma Ebola è una macchina di auto-propagazione efficientissima e usa tutti questi veicoli, al “meglio”, specialmente nel suo stadio terminale, dove si aggiungono le convulsioni e le emorragie diffuse. Secondo la Public Health Agency del Canada sono sufficienti pochissimi agenti virali aerosolizzati (da 1 a 10) per trasmettere Ebola: l’aerosolizzazione è un veicolo più che adeguato alla bisogna del virus. Un solo agente che arriva nel cavo orale o negli occhi di qualcuno ed Ebola può effettuare il trasbordo.

Ritengo sia estremamente urgente esaminare la possibilità che le modalità di trasmissione possano essere compatibili con quelle dei norovirus (che non contagiano per via aerea come l’influenza, ma restano altamente infettivi):

Il virus è altamente infettivo e bastano 10 particelle virali a dare vita a un’infezione. Data la loro persistenza nell’ambiente, che permette una loro replicazione e diffusione anche per due settimane dopo l’infezione iniziale, i norovirus sono difficili da controllare ed è quindi necessario applicare rigorose misure sanitarie per prevenirli e contenerli. La trasmissione avviene direttamente da persona a persona, per via orofecale o via aerosol, oppure tramite acqua o cibo infetti, ma anche per contatto con superfici contaminate. I norovirus sono piuttosto resistenti nell’ambiente, sopravvivono a temperature sopra i 60° C e anche in presenza di cloro, normalmente utilizzato per disinfettare le acque potabili. Inoltre, rimangono nelle feci delle persone infette per almeno 72 ore dopo la guarigione (Norovirus, Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute)

In quel caso siamo in grossissimi guai, perché le strutture ospedaliere occidentali hanno dimostrato di non essere in grado di reggere l’impatto dei norovirus, che pure sono scarsamente letali (Norovirus ‘crisis’ at Royal Cornwall Hospital, 6 marzo 2013).

Ciò a cui stiamo assistendo in Africa occidentale è innegabilmente senza precedenti nella storia di Ebola.

Non ha senso incolpare l’inadeguatezza delle strutture sanitarie locali. In tutti precedenti contagi la situazione era del tutto identica (es. Uganda), ma non si è verificato nulla di anche lontanamente paragonabile.

Dopo Sierra Leone, Guinea, Liberia e Nigeria, Ebola ha raggiunto il distintissimo e popoloso Congo (pare sia un diverso ceppo, indipendente). Si parla di coincidenza, ma è una coincidenza davvero singolare. Magari è davvero così. Ma se su questo pianeta, in questi anni, c’è un terreno fertile per sviluppare Ebola, allora la faccenda diventa ancora più complicata.

Le morti accertate hanno raggiunto (superato?) la soglia di 1500, ma quelle effettive sono certamente molte di più, dato che un numero crescente di famiglie di malati nasconde i propri cari e li seppellisce clandestinamente, senza segnalarli alle autorità, per evitare lo stigma e per diffidenza.

Il tasso di mortalità è attualmente di poco superiore al 50%, un dato storicamente basso rispetto alla media di Ebola, ma il suo tasso di morbilità è molto superiore a quelli precedenti, per questo sta comunque uccidendo molte più persone.

Ciò può essere dovuto al fatto che questa variante è mutata per diventare più efficace, il tratto caratteristico di agenti patogeni in evoluzione.

EVOLUZIONE DELL’EPIDEMIA

Medici Senza Frontiere aveva ottimisticamente stimato che in meno di un anno sarebbe stato possibile bloccare l’epidemia. Però le popolazioni delle nazioni colpite ora ammontano a 250 milioni di persone e, di questo passo, se il virus si trasmette così facilmente o se dovesse mutare, e se l’opera di contenimento non funzionasse, entro un paio di anni quasi ogni persona del pianeta potrebbe scoprire se fa parte della metà dei sommersi o della metà dei salvati.

Questa è una possibile progressione del contagio.

Mar, 2014 – Infetti: 104 Decessi: 62
Apr, 2014 – Infetti: 194 Decessi: 116
Mag, 2014 – Infetti: 360 Decessi: 216
Giu, 2014 – Infetti: 670 Decessi: 402
Lug, 2014 – Infetti: 1.247 Decessi: 748
Ago, 2014 – Infetti: 2.319 Decessi: 1.391 (in realtà al 25 agosto eravamo già a 2615/1427, tra quelli accertati)
Set, 2014 – Infetti: 4.313 Decessi: 2.588
Ott, 2014 – Infetti: 8.022 Decessi: 4.813
Nov, 2014 – Infetti: 14.921 Decessi: 8.953
Dic, 2014 – Infetti: 27.753 Decessi: 16.652
Gen, 2015 – Infetti: 51.621 Decessi: 30.973
Feb, 2015 – Infetti: 96.016 Decessi: 57.610
Mar, 2015 – Infetti: 178.590 Decessi: 107.154
Apr, 2015 – Infetti: 332.177 Decessi: 199.306
Mag, 2015 – Infetti: 617.849 Decessi: 370.709
Giu, 2015 – Infetti: 1.149.199 Decessi: 689.519
Lug, 2015 – Infetti: 2.137.510 Decessi: 1.282.506
Ago, 2015 – Infetti: 3.975.768 Decessi: 2.385.461
Set, 2015 – Infetti: 7.394.928 Decessi: 4.436.957
Ott, 2015 – Infetti: 13.754.567 Decessi: 8.252.740
Nov, 2015 – Infetti: 25.583.494 Decessi: 15.350.096
Dic, 2015 – Infetti: 47.585.299 Decessi: 28.551.179
Gen, 2016 – Infetti: 88.508.656 Decessi: 53.105.193
Feb, 2016 – Infetti: 164.626.099 Decessi: 98.775.660
Mar, 2016 – Infetti: 306.204.545 Decessi: 183.722.727
Apr, 2016 – Infetti: 569.540.453 Decessi: 341.724.272
Mag, 2016 – Infetti: 1.059.345.243 Decessi: 635.607.146
Giu, 2016 – Infetti: 1.970.382.153 Decessi: 1.182.229.292
Lug, 2016 – Infetti: 3.664.910.804 Decessi: 2.198.946.482
Ago, 2016 – Infetti: 6.816.734.096 Decessi: 4.090.040.457

Non è un Ebola come gli altri e non è vero che non ha le carte in regola per diventare una pandemia globale.

Uccidendo “solo” il 50-60% delle persone affette e grazie al periodo relativamente lungo di incubazione (prima di 11 giorni non si manifestano i sintomi) ha la possibilità di arrivare ovunque, prima di esaurire il suo corso. Diffondendosi, il virus potrebbe sviluppare delle mutazioni imprevedibili. Questo ceppo è meno ingordo degli altri e quindi molto più efficiente. È come uno psicopatico che ha imparato ad integrarsi nella società e quindi causa molti più danni, perché è difficile sgamarlo.

Non si capisce perché l’OMS abbia dichiarato che interrompere i voli da e verso le località affetta da Ebola sia ingiustificato, pur riconoscendo che ogni città con un aeroporto internazionale è a rischio. Bloccare il traffico aereo è l’unica maniera per aiutare a contenere l’espansione del virus.

Tra l’altro non è da escludere che possano esistere portatori sani del virus, ossia persone che non manifestano i sintomi, proprio come Mary tifoide.

In nome del principio di precauzione e tenuto conto della non-linearità di questo fenomeno, non c’è alcuna vantaggio nel prendere per buono lo scenario ideale, quello degli assunti standard fondati su pochi decenni di esperienza, per non seminare il panico, quando i dati sul campo e sperimentali già citati differiscono drammaticamente e li confutano clamorosamente.

Stiamo parlando di virus, cioè di vere e proprie macchine evolutive, capaci di evolvere più rapidamente di qualsiasi organismo noto (non sono neppure considerati degli esseri viventi: assomigliano più a delle macchine parassitarie). Perciò l’unica cosa che importa per prendere delle decisioni è che il potenziale per acquisire le caratteristiche di un norovirus (per ricombinazione) esista (The Scariest Virus: Ebola Is Back, and It’s Worse Than Ever, Pacific Standard).

Senza un intervento deciso e rapido a livello globale rischiamo di assistere alla più enorme moria di esseri umani della storia.

Questo virus ha la capacità di spazzare via oltre la metà dell’umanità e quindi l’atteggiamento migliore è quello di chi prende tutte le precauzioni possibili, a prescindere, perché non possiamo permetterci di sbagliare.

EBOLA E IL VILLAGGIO GLOBALE

Oltre 6 mesi di inazione: potevamo inviare tende, letti, tute isolanti, guanti, maschere, apparecchiature, elicotteri, ambulanze, inceneritori, disinfettanti, cibo, capitali/donazioni, personale. Tutte cose chieste da Medici Senza Frontiere e mai ricevute. Il mondo sta ignorando l’Africa a suo discapito. Non esistono una fortezza America, una fortezza Europa o una fortezza Giappone in grado di tenere lontano Ebola. Il morbo doveva essere schiacciato subito, con l’aiuto di tutti. Non saranno solo i neri a morire come le mosche, se non li aiutiamo adesso e prendiamo questa crisi sul serio, ossia come una crisi planetaria e non regionale. Viviamo sullo stesso pianeta e fregarsene dei vicini può risultare letale per noi stessi. Siamo tutti sulla stessa barca, nello stesso villaggio globale e siamo una grande famiglia, che ci piaccia o no: questa volta non possiamo infischiarcene come abbiamo fatto col Ruanda e con il Congo. La punizione sarebbe (sarà?) terribile.

Cina e Cuba hanno mandato personale medico, equipaggiamento e soldi. L’Europa?

Stiamo spendendo cifre galattiche per la “guerra al terrore” quando l’unica vera guerra da combattere sarebbe quella per il contenimento e soppressione di Ebola.

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EBOLA E LA PESTE NERA

Se la teoria della peste come virus del tipo Ebola è corretta, allora il mondo potrebbe essere a rischio pandemico

Julia Paoli, Could the Black Death Actually Have Been an Ebola-like Virus? Nature

…due ricercatori dell’ università di Liverpool, Susan Scott e Christopher Duncan, autori del saggio Biology of Plagues pubblicato dalla Cambridge University Press. La loro tesi è che la peste del 1347-48, quella descritta dal Boccaccio nel Decamerone, e le pesti successive, fino a quella del 1630-31 descritta dal Manzoni nei Promessi Sposi, non furono pesti vere, cioè malattie epidemico-contagiose dovute – come fin qui s’è creduto – al bacillo denominato Yersinia pestis in onore del suo scopritore, il medico svizzero Alexandre Yersin che ne dimostrò la presenza nel materiale infetto durante l’epidemia di Hong-Kong del 1894. Le tesi, rivoluzionaria, è fondata su criteri clinici e su rilievi di epidemiologia, biologia molecolare e modellistica informatica. Essa colloca «il quadro delle pesti europee in una nuova cornice». Anzitutto ricordiamo che, com’è noto, la peste arrivò in Europa dall’Asia per la via del mare: entrò da Sud, dalla Sicilia, recata da navi genovesi importanti grano dalle terre bagnate dal Mar Nero, e dall’ Italia dilagò a macchia d’ olio nel continente fino all’ Inghilterra e ai Paesi scandinavi. Fu un’immane moria, che stroncò le vite di 30 milioni di europei (su una popolazione complessiva di 100 milioni). Clinicamente la malattia fu caratterizzata da febbre alta, fetore corporeo, sbocchi di sangue, macchie emorragiche sulla pelle, tumefazioni ghiandolari (bubboni): un quadro, affermano Scott e Duncan, che non è affatto specifico della peste da bacillo di Yersin, ma è proprio di altre malattie, del passato e del presente, che ebbero o hanno caratteristiche analoghe e analogo decorso iperacuto con esordio improvviso. Si tratta di malattie vecchie e nuove come l’ influenza «spagnola» del 1918, l’Aids prima maniera, la malattia da virus Ebola: malattie, come si vede, non bacillari, ma virali. La peste che esordì in Europa nel basso Medioevo fu dunque dovuta a un virus? Di quella peste il Boccaccio e i testimoni coevi – medici e cronisti – descrivono l’andamento repentino, i decessi fulminei, i contagi immediati (cioè i contatti apparentemente da uomo a uomo). Non si parla né di topi (ospiti di prima scelta del bacillo di Yersin) né di pulci (vettrici del bacillo); si pensò che tale omissione fosse dovuta al fatto che pulci e topi erano una presenza quasi fisiologica in una società, come quella medievale, a corto d’igiene individuale e collettiva. Ma, rilevano i due attenti ricercatori di Liverpool, il topo marrone fece la sua comparsa in Europa mezzo secolo dopo la scomparsa spontanea della peste (che essi datano intorno al 1670). E d’altra parte il rapidissimo propagarsi dell’ epidemia come avrebbe potuto essere compatibile con un contagio murino, mediato da topi certamente ostacolati nei loro percorsi dalle barriere naturali dei fiumi, dei monti, dei mari? Il contagio, si afferma, non poté che essere interumano, trasmesso dall’ uomo all’ uomo attraverso le vie di comunicazione transfluviali, transmarine, transalpine….

Giorgio Cosmacini, Boccaccio e Manzoni: Non fu vera peste, Corriere della Sera, 28 agosto 2002

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I guai che potremmo dover affrontare potrebbero essere paragonabili a quelli di chi è incorso nella Peste di Giustiniano o nella Peste Nera, che erano virus del tipo Ebola, non certo batteri (Biology of Plagues: Evidence from Historical Populations, by Susan Scott and Christopher J. Duncan; Stefano Fait, Le ebole, la peste, la Crimea e il gene Ccr5).

Duncan e Scott hanno passato in rassegna la sintomatologia e le ipotesi sull’eziologia delle cronache dei tempi della Peste Nera, scoprendo importanti corrispondenze con la Spagnola, il virus del Nilo occidentale e, ancora più stringenti, con Ebola.

I testi dell’epoca parlano di febbri repentine, seguite da morti altrettanto repentine, con i vasi sanguigni che esplodono, organi interni che si dissolvono e vomito di materia nerastra.

Cosa fecero i nostri avi, per salvarsi, stante il fatto che non erano in grado di rinvenire delle cure? Misero in quarantena i malati e si rinchiusero tra le mura (come fece Milano, che infatti si salvò: ora sarebbe impossibile).

Queste misure funzionarono e il loro successo dimostra che i ratti non avevano alcun ruolo nel contagio, dato che sarebbe stato impossibile far rispettare loro la quarantena.

La buona notizia è che qualcuno, in Europa, ha la possibilità di scamparla anche grazie alle precedenti pestilenze: “Se il dieci per cento degli europei è immune al virus dell’Hiv, ciò è dovuto alle epidemie che si diffusero nel continente in epoche passate….si trattava di epidemie di una febbre emorragica virale e letale che utilizzava il gene Ccr5 per penetrare nel sistema immunitario (v. mutazione CCR5-delta 32). Avvalendosi di modelli computerizzati, i due ricercatori hanno dimostrato come il manifestarsi di questa malattia nel corso della storia abbia fornito la pressione selettiva necessaria – offrendo semplicemente protezione da una morte altrimenti certa – a far aumentare la frequenza di questa mutazione genetica da 1 caso su 20.000 all’epoca della “morte nera”, nel 1347, ai valori odierni di 1 caso su 10. “L’epidemia emorragica non scomparve dopo la grande peste di Londra del 1665-66, ma continuò a dilagare in Svezia, a Copenaghen, in Russia, in Polonia e in Ungheria fino al 1800″, ha concluso il professor Duncan. “Il perdurare dell’epidemia emorragica ha determinato il protrarsi della pressione selettiva sulla [mutazione genetica] ed è per questo che oggi essa si riscontra con la massima frequenza in Scandinavia e in Russia”.

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CONSEGUENZE DI UNA PANDEMIA DI EBOLA PARAGONABILE ALLA PESTE NERA

La peste nera nel Medioevo ha ucciso fino a un terzo della popolazione europea eppure, per chi è sopravvissuto, ha avuto degli effetti positivi. La morte non ha fatto distinzioni tra poveri e ricchi, così i superstiti si sono trovati in possesso di terreni e ricchezze, un’imprevedibile prosperità che, gettata sul mercato da molti di quelli che non riuscivano più a dare un senso alla loro esistenza di miracolati, alimentò un grande boom economico.

Al giorno d’oggi, oltre alla fine dell’austerità e dell’indebitamento (chi riscuoterà?), una nuova peste nera porrebbe fine alla questione demografica, al problema dell’inquinamento di qualunque origine, alla scarsità d’acqua, al depauperamento della fauna ittica, alla deforestazione.

Ci potrebbero però essere anche disastrose conseguenze anche per l’ecosfera (lo preciso per gli animalisti misantropi che dovessero gongolare).

Ad ogni buon conto, è verosimile che l’umanità sia in grado di mettere da parte le divisioni, smetterla di cercare capri espiatori, sbarazzarsi degli psicopatici (senza eliminarli fisicamente) e diventare realmente una grande famiglia, una squadra unita dalla necessità di cavarsela durante e dopo il contagio (specialmente in caso di glaciazione).

Forse, allora, finalmente, si troverà il modo di ostracizzare le personalità psico-sociopatiche, evitando così che ci portino alla rovina.

Se però l’umanità non saprà fare l’indispensabile salto di qualità morale-spirituale, ci ritroveremo nell’eterno ciclo della competizione sfrenata e del bieco sfruttamento dei molti da parte dei pochi che sembra piacere molto ad Alberto Alesina:

Sterminando quasi un terzo della popolazione europea, la peste del XIV secolo ruppe quell’equilibrio fra crescita della produzione e crescita demografica che aveva lasciato quasi invariati per secoli gli standard di vita. Dando maggior valore al lavoro e opportunità di impiego anche alle donne, l’epidemia ridusse stabilmente la natalità, almeno nelle regioni protestanti, rendendo possibile l’accumulazione di capitale…A sostenerlo è Alberto Alesina, economista italiano che insegna alla Harvard University, in un articolo pubblicato su “Science” (“Come la Peste Nera favorì lo sviluppo del capitalismo”, Le Scienze).

6 commenti

  1. 27 agosto 2014 a 15:22

    […] Lo lascio qui perché la gente deve capire che avere un blog è una responsabilità. O scrivi le tue cose dopo che ti sei informato, oppure tanto vale che vai al bar a sparare cazzate. L’articolo che avrei dovuto scrivere è invece questo: https://versounmondonuovo.wordpress.com/2014/08/27/stopebolanow-sommersi-o-salvati-le-conseguenze-del… […]

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  2. Hart said,

    28 agosto 2014 a 17:30

    … Ebola mutato. E se l’avessero fatto mutare? Le armi batteriologiche non sono mica lì per nulla. Prima o poi devono essere utilizzate per finalizzare l’investimento. D’altronde nei piani dei soliti noti c’è anche l’opzione pandemia per giungere più o meno a 1 miliardo di persone entro il 2050.

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    • stefano fait said,

      28 agosto 2014 a 20:14

      Caro Hart, troppa gente chiude il cervello e va altrove se dici cose del genere. Ed è per questo che si merita tutto quel che le accadrà.

      “…dal 1985 al 1994, Israele finanziò segretamente le ricerche del dottor Wouter Basson presso il laboratorio Roodeplaat (Sud Africa). Il suo alleato, il regime dell’apartheid, cercava di mettere a punto delle sostanze, chimiche e soprattutto biologiche, che avrebbero ucciso solo gli individui secondo le loro “caratteristiche razziali” (sic), che si trattasse dei palestinesi in particolare e degli arabi in generale, o persone dalla pelle nera. La Commissione per la Verità e la Riconciliazione non è stata in grado di determinare i risultati ottenuti da questo programma, né quel che sia diventato. Tuttalpiù ha dimostrato il coinvolgimento in questo enorme progetto segreto degli Stati Uniti e della Svizzera. È stato accertato che diverse migliaia di persone sono morte come cavie del dottor Basson”.
      http://www.voltairenet.org/article180226.html

      “There were revelations of research into a race-specific bacterial weapon; a project to find ways to sterilize the country’s black population; discussion of deliberate spreading of cholera through the water supply; large-scale production of dangerous drugs; the fatal poisoning of anti-apartheid leaders, captured guerrillas, and suspected security risks; even a plot to slip thallium, a toxic heavy metal that can permanently impair brain function, into Nelson Mandela’s medication before his release from prison in 1990. . .”
      http://www.newyorker.com/magazine/2001/01/15/the-poison-keeper

      Questi imbecilli hanno creato qualcosa che gli esploderà in mano.

      Bisogna comunque dire che il Mossad opera in maniera TOTALMENTE indipendente rispetto al governo israeliano e non occasionalmente contro gli stessi interessi di Israele, al punto da pianificare l’uccisione di presidenti americani (es. George Bush padre).

      Il Mossad sta usando Israele e qualcuno sta usando il Mossad [Riciclaggio, via coi soldi dei cittadini: il banchiere Rotschild furioso: “Smuovo il Mossad per trovarlo”]
      http://www.lanazione.it/firenze/cronaca/2012/06/15/729281-madoff-maremma-riciclaggio-inchiesta-procura.shtml
      Purtroppo quando si saprà di quanti crimini si è macchiato il Mossad gli ebrei diventeranno ancora una volta un capro espiatorio.

      E non c’è niente da fare perché la maggioranza è pigra e preferisce credere a una realtà inesistente: così moltissimi ebrei innocenti moriranno per un equivoco.

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  3. Hart said,

    28 agosto 2014 a 17:51

    Ministro Lorenzin: «per l’Italia non c’è nessun rischio» Ebola, … «il nostro Paese è attrezzato per valutare e individuare ogni eventuale rischio di importazione della malattia». Mentre è scontro in Gran Bretagna dopo che il segretario generale del sindacato per i dipendenti del servizio immigrazione, Lucy Moreton, ha dichiarato alla Bbc che le dogane del Regno Unito non sono pronte per fronteggiare un’emergenza sanitaria causata dal virus.
    (La Stampa, 31/07/2014)

    Ancora oggi sul sito del Ministero della Salute si tranquilizza contro ogni misura di precauzione e buon senso:
    «Virus Ebola: in Italia nessun caso, controlli alzati. Raccomandazioni ai viaggiatori.
    Ministro Lorenzin: “Nel nostro Paese c’è allarmismo inutile, ma in Africa la situazione è molto seria”. Focolai della malattia in cinque paesi africani. Il parere di Aldo Morrone»
    (Notizie in prima pagina da http://www.salute.gov.it/)

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  4. 2 settembre 2014 a 19:52

    […] mondo deve prepararsi a un nuovo ordine economico, a una nuova era climatica, a un Ebola mutato che si comporta come una […]

    "Mi piace"

  5. 8 settembre 2014 a 15:36

    […] e infermieri, alcuni dei quali erano specializzati nel trattamento del virus, non sarebbero morti. Si comporta come la meningite, ossia passa dai malati ai sani con l’aerosol (gocciole di saliva, sudore e sangue vaporizzate: […]

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