a cura di Stefano Fait, direttore di FuturAbles
http://www.futurables.com/2014/03/15/72-ore-spese-bene/
Le persone che fanno leva sui punti più deboli della natura umana sono quelle che fanno di gran lunga più soldi di tutti gli altri messi insieme. Le persone sono disposte a pagare di più per dei servizi che soddisfano il desiderio di eccitazione, l’autoinganno, la vanità, il piacere. Sono quelle le situazioni in cui le persone si sentono più vive, non quando ascoltano un’insegnante premurosa o sono assistite da un infermiere capace in ospedale. Questo potrebbe apparire come ingiusto, ma il denaro non ha a che fare con la giustizia, bensì con le emozioni e con l’apprendere a gestirle… Tempo e denaro sono al centro di analoghe illusioni. La proliferazione del desiderio è stata la base della nostra economia capitalistica. Non è la soddisfazione del desiderio, ma la creazione di desideri artificiali. Le persone non hanno bisogno del 99% dei prodotti immessi sul mercato. Se i cosiddetti desideri “normali” fossero soddisfatti, allora l’economia crollerebbe. L’economia si basa su illusioni e falsi desideri. Chi ha bisogno di 20 tipi di succo d’arancia al supermercato? È qui che entra in gioco la questione del tempo. A causa di tutti questi desideri dobbiamo lavorare per molte più ore e molto più duramente per poterceli permettere e poi abbiamo troppo poco tempo per acquistare i prodotti o servizi, per non parlare di goderne. Questo, a sua volta, è un riflesso della vita nelle nostre teste che ci mantiene continuamente impegnati con i nostri desideri di futuri possibili. Il tempo sembra quindi scorrere sempre più velocemente. Semplicemente non abbiamo abbastanza tempo per fare tutto quello che pensiamo di dover fare, non abbiamo nemmeno il tempo di fare ciò che realmente dobbiamo fare. Questa è la povertà di tempo. Proprio come nel caso del denaro, con il tempo stiamo assistendo alla perdita di valori e del senso di cosa sia un essere umano. È una crisi molto grave, e non potrà andare avanti così ancora a lungo.
Jacob Needleman, intervista
Interrogato dai farisei: «Quando verrà il regno di Dio?», rispose: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!»
Luca 17: 20-21.
Perché il regno di Dio non consiste in vivanda né in bevanda, ma è giustizia, pace ed allegrezza nello Spirito Santo. Poiché chi serve in questo a Cristo, è gradito a Dio e approvato dagli uomini. Cerchiamo dunque le cose che contribuiscono alla pace e alla mutua edificazione.
Paolo, Romani 14:17-20.
Perché il regno di Dio non consiste in parole, ma in potenza/energia. Che volete? Debbo venire a voi con il bastone, o con amore e con spirito di dolcezza?
Paolo, 1 Corinzi 4: 20-21
Gesù non era un rivoluzionario politico.
Per lui l’Apocalisse era la rivelazione che il Regno di Dio è già tra noi e in noi, è un regno sociale e spirituale, in cui la Coscienza guida le nostre azioni e quindi le trasformazioni sociali e politiche (non in maniera casuale e controproducente).
Secondo Gesù l’azione umana non illuminata dallo Spirito causa solo divisioni e diatribe. Il diavolo è precisamente colui che divide.
Malkutha è la parola aramaica per regno e la radice mlkh è anche quella per consiglio. Quando preghiamo “venga il tuo Regno” stiamo invocando la guida di forze spirituali e divine già presenti dentro di noi. Il regno è la presenza divina, la sovranità divina, non è un dominio terreno o ultraterreno come ce lo potremmo immaginare.
Nessun potere terreno può raddrizzare il legno storto dell’umanità, senza essere guidato da una coscienza illuminata.
Con il passare del tempo il numero di miracoli compiuti da Gesù si riduce a zero. Eppure non chiede nulla a nessuno, se non ospitalità in cambio dei suoi insegnamenti. Il minimo indispensabile. Dio vede e provvede.
Gesù è moralmente e spiritualmente esigente, non lo è materialmente. Gesù non acquista nulla. Dà e riceve in un costante flusso di scambi che non priva nessuno di niente, perché nessuno accumula più di quanto sia necessario. Non c’è un senso di inappagamento nel suo mondo, non c’è noia, non c’è frustrazione e quindi non c’è shopping compulsivo, c’è consumo ma non c’è consumismo.
C’è beatitudine, il piacere di un lavoro ben fatto e di un’interazione umana rispettosa, umana, onorevole.
Questo è il Regno.
equilibristasquilibrato said,
19 marzo 2014 a 21:26
L’ha ribloggato su Senza Filoe ha commentato:
molto ben scritto, quoto parola per parola…
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gianni said,
22 marzo 2014 a 11:08
ce una parte di me che dice : ben venga la crisi , l unica cosa di cui tutti abbiamo bisogno e’ la poverta’
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stefano fait said,
22 marzo 2014 a 12:05
se essere poveri fosse bello non esisterebbero ladri e migranti
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gianni said,
23 marzo 2014 a 11:21
non dico che e’ bello ma che ne abbiamo bisogno
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stefano fait said,
23 marzo 2014 a 11:44
è quello che ci hanno continuato a dire gli austeristi per tagliarci le pensioni e i salari, per farci ingoiare il precariato e le nuove forme di servaggio.
La decrescita è una strategia geniale, per chi vuole annullare in un colpo solo tutte le conquiste sociali e civili delle generazioni precedenti e tornare ad ampliare il divario tra ricchi e poveri, avendo per alleati proprio le persone che patiranno di più.
Il tafazzismo non mi è mai piaciuto. A me piacciono libertà, uguaglianza, cultura e fratellanza, ossia tutto quello che non si trova nella povertà.
Chi ha provato cosa sia una vita dignitosa non accetterà di essere ridotto in miseria ed è questo che ci salverà, perché molti capiranno che vita mortificante sia toccata in sorte al 70% della popolazione mondiale.
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idea3online (@idea3online) said,
25 marzo 2014 a 21:55
La povertà non è volontà di Dio, la ricchezza non è volontà di Dio. La ricchezza di pochi è direttamente proporzionale alla povertà di tanti, i ricchi sono tentati dall’avidità di possedere tanto denaro, i poveri sono tentati di percorrere strade illegali per la mancanza di denaro. Il povero in Cristo può possedere beni che le circostanze permettono, e non possedere beni che le circostanze non permettono. In un periodo di benessere economico grazie al lavoro avrà qualcosa in più, in un periodo di crisi avrà qualcosa in meno. La materia o materialismo ha pochissimo valore se confrontata con l’affetto di un cagnolino che vale poco economicamente ma dona gioia che non potrà mai donare un cellulare…..osservare un cielo stellato ha un costo zero, ma dona una gioia più grande che osservare con occhi stanchi la luce monotona di un monitor. Tutto il materialismo inanimato è la più grande mediocrità degli ultimi secoli, tutta la materia animata dalla vita del Creatore è spiritualità e ricchezza, mai povertà, appunto per questo nessun credente sarà mai povero, perchè la materia animata da Dio dona tante di quelle emozioni a costo zero, che se le stesse emozioni le avessero create l’ingegno umano sarebbero state privilegio dei soli ricchi escluse ai poveri di moneta, ma grazie a Dio che fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
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gengiss said,
31 marzo 2014 a 16:34
Proprio in questo momento sto rileggendo Tolstoj, che aveva scritto “Il regno di Dio è in voi”. E’ forse poco noto che Gandhi mutuò il concetto di non-violenza proprio da lui.
http://it.wikiquote.org/wiki/Il_regno_di_Dio_%C3%A8_in_voi
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