Sabu, un attore passato alla regia nel 1996 con D.A.N.G.A.N. Runner, è degno di nota sia per il nome – con chiaro riferimento alla star indiana delle vecchie epiche esotiche hollywoodiane – che per le scene di inseguimento dei suoi film. Sabu le realizza alla maniera di Buster Keaton, con esilarante inventiva e spensierata indifferenza verso le leggi della probabilità. Nel suo quarto film, Monday, Sabu dà finalmente tregua agli inseguimenti, mantenendo il suo particolarissimo stile di racconto e le sue preoccupazioni tematiche. Questa storia del disastroso weekend di un impiegato fa veramente ridere a crepapelle. Shinichi Tsutsumi (già attore per Sabu in Postman Blues e Unlucky Monkey) è Takagi, un impiegato che si sveglia un lunedì in una stanza d’albergo e non si ricorda dove è stato durante il week-end. Trova un pacchetto di sali purificanti, di quelli che vengono dati alle persone in lutto durante i funerali – e la nebbia comincia ad alzarsi. Si ricorda di essere stato alla veglia funebre di un collega, e di essere stato il responsabile del modo macabro ed esilarante in cui questa si è conclusa. Il resto del film procede tra passato e presente, mentre Takagi recupera altre parti del weekend perduto. Man mano che le sue azioni passate, da quelle più idiote a quelle più terribili, cominciano a entrare nel suo presente sempre più disperato, il film muove verso un finale assurdo ed esplosivo. Sabu ha già usato in precedenza elementi comici simili, ma in Monday questi vanno a posto con estrema precisione ed efficacia. Inoltre, abbandonando le comodità degli stereotipi del cinema giapponese, il film respinge anche la formula hollywoodiana del signor nessuno che diventa un eroe. C’è qualcosa di ammirevole nella trasformazione di Takagi da semplice travet a leone fuorilegge, che urla il suo disprezzo contro i guardiani della legge mandati a ridurlo al silenzio, ma c’è allo stesso tempo qualcosa di ridicolo. Egli rimane, fino al finale esplosivo, l’idiota tipo per una nuova era.
Scenes set in a yakuza boss’s private nightclub nod to Jim Jarmusch and David Lynch, but the overriding influence appears to be Quentin Tarantino, especially in a stylized sequence that quotes the John Travolta-Uma Thurman dance from “Pulp Fiction.”
Social forecaster, horizon scanner
entrepreneur
Arts and Culture reporter for "Trentino" & "Alto Adige"
social media & community manager
professional translator
editor-in-chief of futurables.com
peer reviewer and contributor for Routledge, Palgrave Macmillan, University of British Columbia Press, IGI Global, Infobase Publishing, M.E. Sharpe, Congressional Quarterly Press, Greenwood Press.
Laurea in Political Science – University of Bologna (2000). Ph.D. in Social Anthropology – University of St. Andrews (2004).
Co-author of “Contro i miti etnici. Alla ricerca di un Alto Adige diverso” (2010)
https://medium.com/@stefano_fait
michele90 said,
18 dicembre 2012 a 14:57
Perchè tutto ciò? 😀 Bella scena, non ho mai sentito parlare ne del film ne del regista.
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grandebeltazor said,
18 dicembre 2012 a 15:15
Perché è anche importante divertirsi ;o)
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