La Germania e l’eurozona – storia di una cannibalizzazione

La crisi della zona euro è parte della crisi globale che ha avuto inizio nel 2007 dalla crisi immobiliare statunitense, la quale è degenerata poi in una crisi bancaria globale, innescando una recessione globale e dando luogo a quella crisi del debito sovrano che è al centro delle preoccupazioni di tutti, in questi giorni, sebbene molti analisti si aspettino un altro tsunami di derivati, ossia una crisi bancaria più grande di quella precedente.

A causa del diverso grado di competitività delle economie europee, l’introduzione dei cambi fissi e poi dell’euro ha divaricato le differenze tra le economie del nord e quelle del sud e periferiche, che si sono progressivamente deindustrializzate ed hanno accumulato un crescente deficit, con il risultato che la Germania è diventata una superpotenza economica rispetto alle altre economie dell’eurozona. Il che non significa che tutti i Tedeschi ne abbiano tratto vantaggio, anzi. I lavoratori tedeschi, in generale, hanno visto il loro tenore di vita ridimensionarsi in certi casi anche drammaticamente ed hanno perso una parte dei diritti conquistati dalle generazioni precedenti.

Sono state adottate politiche neoliberiste che hanno privilegiato la salvezza dei sistemi bancari rispetto alla tutela del reddito e della capacità di consumo delle famiglie.

Le politiche di austerità in una fase recessiva hanno aggravato la recessione incrementando l’indebitamento, invece di ridurlo. Una contraddizione resa ancora più dirompente dalla diversa competitività delle economie europee che costringe a fare una scelta: o si impongono dal centro costose politiche che consentano alla periferia di diventare più competitiva, oppure si arriverà alla rottura.

http://www.finanzaelambrusco.it/finanza/1157-come-la-germania-ha-rubato-la-merenda-agli-altri-dopo-la-creazione-delleuro.html

10 commenti

  1. bortocal said,

    7 agosto 2012 a 18:11

    ahh ahh, adesso la crisi italiana non è frutto del berlusconismo, ma colpa della Germania.

    buona la battuta.

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    • 8 agosto 2012 a 09:24

      la crisi non è italiana, è sistemica.

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      • bortocal said,

        8 agosto 2012 a 10:32

        meglio ancora: non solo la crisi italiana, ma persino la crisi mondiale è colpa della Germania.

        che cos’è? nazismo alla rovescia?

        ho già avuto modo di scrivere che nella falsa coscienza italiana i tedeschi hanno assunto il ruolo che per i nazisti avevano gli ebrei.

        a quando la soluzione finale del problema tedesco?

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        • 8 agosto 2012 a 11:39

          Ho dedicato diversi post alla difesa dei Tedeschi ma tu, come troppo spesso ti succede, sei incapace di rispettare l’intelligenza mia e degli altri lettori.
          O cambi registro o sarò costretto ad invitarti a non commentare più.
          Ultimo avvertimento.

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          • bortocal said,

            8 agosto 2012 a 13:00

            i post che hai dedicato alla difesa dei tedeschi erano tutti intitolati come quello che citi qui sopra: come-la-germania-ha-rubato-la-merenda-agli-altri-dopo-la-creazione-delleuro?
            per la cronaca dal sito http://www.finanzaelambrusco.it

            non mi pare la prima volta che reagisci in questo modo ad una critica mia.

            contavo sulla tua capacità di confrontarti, parendomi impossibile che una persona tanto in gamba sia anche tanto intollerante e scostante nei confronti di forme di pensiero diverse dalla sua.

            comunque è inutile insistere; se proprio tu amassi una discussione un poco più civile ti consiglierei di leggere questo e di provare a dare una svolta alla tua azione di sostegno alla propaganda nazionalista italiota:

            Donato Di Donna, L’oro alla patria (da Il Fatto).

            quando dicevo che sei di destra, intendevo proprio riferirmi a questo tuo spirito talebano, che è un vero peccato e che rovina tutto il senso della tua azione nel blog, meritoria per tanti versi, anche quando prendi della cantonate tremende (e, a conclusione di una lettura abbastanza sistematica, sono più le cantonate, a mio modo di giudicare, che le cose azzeccate, anche se queste giustificherebbero pur sempre la lettura).

            ma che dire? procedi pure convinto di avere sempre talmente ragione che non ti possa dire che ogni tanto fai ridere, anche tu, come tutti, fattene una ragione.

            le regole dell’educazione le conosco e non verrò più a disturbarti, però i prossimi “avvertimenti” falli a tua sorella.

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          • 8 agosto 2012 a 13:07

            Rileggi quello che hai scritto ed applicalo al tuo caso e poi magari ti prenderò sul serio. Mauro Poggi è stato fin troppo clemente con te.

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        • silvio said,

          25 aprile 2013 a 17:28

          Suggerisco a tutti la lettura di Bortocal (post intitolato “Bagnai, un guitto …”.)
          Io trovo Bagnai ironico, simpatico, ma non razzista.
          Se dico che la Germania esporta grazie all’euro, sono razzista?
          E se sostituissimo la parola Germania con Paperolandia, la parola euro con doblone, si potrebbe fare lo stesso discorso fatto da Bagnai, senza offendere Bortocal.

          Questo il testo con cui Bortocal spiega perchè una rivalutazione non farebbe diminuire le esportazioni:

          “la rivalutazione di una moneta, secondo Bagnai, fa diminuire le esportazioni, e questo è giusto in linea di tendenza, perché ovviamente, a cambio rivalutato, i prodotti venduti all’estero si pagano di più e dunque possono essere acquistati di meno, ma secondo lui fa anche aumentare necessariamente le importazioni, e questa è la sciocchezza.

          se la moneta vale di più, le importazioni ovviamente, al contrario, si pagano meno in quella moneta e dunque potrebbe esservi una compensazione tra aumento dell’importato e spesa per pagarlo; non solo, ma se la produzione diminuisce perché si vende di meno, naturalmente si comperano meno anche energia e materie prime che si devono acquistare dall’estero, e pagandole meno, e dunque non è affatto vero che una rivalutazione della moneta porta automaticamente in deficit per due motivi.

          anzi, se la diminuzione delle esportazioni non è troppo marcata, si potrebbe vendere un po’ di meno, ma a valori reali maggiori, per cui perfino il primo motivo per andare in deficit non è assolutamente certo, è solo una tendenza da verificare.

          in ogni caso si tratta pur sempre di deficit commerciale, non direttamente di debito pubblico, e anche se il primo ha una indubbia relazione col secondo, alla fine siamo nel campo del risparmio e dell’indebitamento privato, non del bilancio dello stato in quanto tale.”

          Aiutatemi a capire, grazie

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          • stefano fait said,

            25 aprile 2013 a 18:32

            mancano degli elementi elementi fondamentali:
            1. probabilmente oltre il 40% delle nostre esportazioni deriva da precedenti importazioni (siamo un’economia di trasformazione);
            2. la svalutazione di circa un terzo della sterlina non ha aiutato per nulla le esportazioni inglesi;
            3. la svalutazione dello yen è servita a far aumentare le esportazioni, ma solo grazie al mercato americano (finché tiene: l’anno prossimo i tagli draconiani voluti dai repubblicani manderanno l’economia statunitense in recessione). Le esportazioni verso Cina (-2,5%) ed Unione Europea (-4,7%) continuano a diminuire, mentre il deficit commerciale giapponese si gonfia esponenzialmente, anche perché la bolletta energetica pesa molto di più (specialmente dopo la chiusura delle centrali atomiche, che sta condannando a morte l’economia giapponese, allo stesso modo in cui sta fiaccando quella tedesca, ormai sempre più dipendente dall’inquinantissimo carbone).

            Gli esempi concreti aiutano a capire meglio la differenza tra teorie/modelli e realtà.

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      • Mauro Poggi said,

        8 agosto 2012 a 12:01

        Ciao Stefano.
        La crisi è sistemica e del debito PRIVATO, anche se politicamente è molto più comodo imputarla al debito pubblico. Le tabelle che hai postato lo indicano con estrema eloquenza, così come dimostrano che l’unica ad avvantaggiarsi dell’euro è stata la Germania.
        La responsabilità della sinistra italiana nell’aver portato avanti il progetto euro senza alcuna contropartita che ovviasse agli squilibri derivanti dal mettere insieme aree valutarie non ottimali (per ignoranza o connivenza, vallo a sapere) è pesante: sarà la storia a giudicare, ma intanto noi paghiamo. La responsabilità della Germania a non voler capire che le sue esportazioni dipendono dalle importazioni di altri paesi, e che se tutti – come hanno fatto loro – deprimessero il mercato interno a favore delle esportazioni nessuno importerebbe più, mi pare altrettanto ovvia.
        Le tabelle dimostrano anche, a mio avviso, che l’eurozona – a queste condizioni – è destinata a scomparire.
        C’è un e-book scaricabile gratuitamente su Micromega scritto da diversi economisti italiani che trovo prezioso per capire cosa realmente è successo e sta succedendo, tanto per andare al di là dell’aria fritta che propina la maggior parte dei nostri organi di disinformazione e smettere di ragionare per luoghi comuni:

        http://temi.repubblica.it/micromega-online/oltre-lausterita-un-ebook-gratuito-per-capire-la-crisi/

        anche questo post di A: BAgnai su Goofynomics può aiutare:

        http://goofynomics.blogspot.it/2012/08/unhappy-families-il-portogallo.html

        PS: Sono clamorosamente in arretrato nella lettura dei post, ma in questo periodo dedico la quasi totalità del mio tempo alla montagna… Mi rifarò in autunno!

        Un caro saluto 🙂

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        • 9 agosto 2012 a 16:14

          sei così latitante che il sistema ti ha sparato direttamente nello spam!
          Per fortuna che ho controllato! ;o)
          Divertiti!

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