“Contro i miti etnici” – un libro “preveggente” ed in offerta speciale (-20%) per i lettori del blog

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Preveggente e lucido – (modestia a parte ;o)

Nelle annotazioni precisate che siete lettori del blog di Stefano Fait ed otterrete lo sconto (offerta valida fino al 31 agosto):
http://www.raetia.com/index.php?id=522&no_cache=1&lang=it&title=CONTRO%20I%20MITI%20ETNICI

Stefano Fait/Mauro Fattor
CONTRO I MITI ETNICI
Alla ricerca di un Alto Adige diverso

Osservandolo dall’esterno, l’Alto Adige appare una realtà molto particolare. Nel mezzo dello spettacolare scenario delle Dolomiti, due, anzi tre culture condividono un piccolo fazzoletto di terra, parlano tre lingue diverse e costituiscono un ponte tra nord e sud. Un’immagine che purtroppo, per ragioni storiche, non rispecchia la realtà. Stefano Fait e Mauro Fattor ritraggono l’Alto Adige da una prospettiva esterna e, (pur essendo) consapevoli del contesto storico mostrano che la “Matrix sudtirolese” si basa su principi troppo chiusi e rigidi, spesso interpretati erroneamente. Volk/popolo, Heimat/patria, Kultur/cultura sono concetti da ridefinire per il futuro di questa regione. Secondo gli autori, il presupposto per una pacifica convivenza è andare oltre il culturalismo.

Un’analisi corrosiva e spietata degli idoli e dei miti etnici che frenano la società sudtirolese e non solo. Dall’ideologia del Bergbauer/contadino al dispotismo degli idoli identitari, il libro è il tentativo di mettere a nudo la retorica della patria e del “tempo degli eroi” attraverso il filtro di un’analisi rigorosa che tocca sociologia, antropologia, politica, storia, filosofia.

Premio Itas 2011

del Libro di Montagna

 

SEGNALATO

dalla Giuria

 

59° Trentofilmfestival Montagna Esplorazione Avventura

 

 

 

 

Voci correlate al libro

“Se Fattor e Fait sono due utopisti, sono anche sufficientemente realisti da sapere che la distruzione del paradigma etnico è solo un lato della medaglia. Per questo non si limitano alla demolizione del mito etnico, ma anche a smontare la falsa consapevolezza che deriva dal rendere reale una costruzione sociale.”
Günther Pallaver

 

“È a questa Europa di minoranze in cammino e di identità mutabili che dovremmo affidare il futuro della nostra bella terra. Orgogliosi dell’autogoverno ma al tempo stesso responsabili nel costruire.”
Michele Nardelli

 

Eco della stampa

In Sudtirolo si scrive molto di Sudtirolo. Monografie e saggi di carattere politico e storico, talvolta assai ben documentati, non mancano. Con un piccolo, significativo, difetto. Una riflessione su questa terra pensata e redatta in lingua italiana stenta a decollare, oppure è consegnata alla fugacità di interventi giornalistici che non consentono il necessario approfondimento. Contrastando in modo programmatico questa tendenza, il volume “Contro i miti etnici”, uscito per l’attivissima casa editrice “Raetia” di Bolzano, colma questa lacuna e propone un punto di vista critico sul “modello Südtirol” con il quale è senz’altro utile confrontarsi. Il saggio, utilizzando un linguaggio accessibile a tutti e risultando con ciò comprensibile anche a chi non sia particolarmente esperto di problematiche locali, lancia la sua provocazione e vuol far discutere: decostruire le mitologie che innervano e condizionano un discorso pubblico tuttora impostato sulla prevalenza dei gruppi, proponendo – in opposizione – il senso di una progettualità più vicina alle esigenze degli individui.
Corriere dell’Alto Adige

Il volume di Fait e Fattor è un atto di accusa contro il “doping identitario” della politica locale. (…) Il libro è tanto un saggio quanto un pamphlet.
Alto Adige

Il libro è molto interessante e merita di essere letto con attenzione.
Corriere dell’Alto Adige, Gabriele di Luca

Stefano Fait und Mauro Fattor analysieren die ethnischen Mythen und versuchen die Mechanismen und Beweggründe hinter der patriotischen Rhetorik freizulegen.
Der Brixner

Quello di Fait e Fattor è un coraggioso tentativo di rendere fruibile ad un pubblico di non addetti ai lavori, quello che nasce come uno studio di natura sociale ed antropologica della società altoatesina.
dislivelli, Daniela Zecca

Un libro fondamentale, assolutamente da leggere, forse il testo più “vero” e doloroso mai scritto sull’Alto Adige.
Reinhard Christanell, franzmagazine

INTRODUZIONE

“Vi hanno detto che senza le radici non si costruisce il futuro, che senza un’identità collettiva la vita non ha senso, che l’atto di togliere il crocifisso dai luoghi pubblici è un’offesa a ciascuno di voi, prima ancora che a Dio, che ognuno dovrebbe essere orgoglioso della propria patria/Heimat ed è tenuto ad amare la propria lingua. Tutto questo lo si deve fare a prescindere. Un po’ come le Tavole della Legge donate da Geova a Mosè sul Sinai: “Io sono il Signore, tuo Dio… Non avere altri dèi di fronte a me. Non ti farai idolo né immagine… Non ti prostrerai davanti a quelle cose…ecc.” I Comandamenti sono stati debitamente aggiornati e la loro osservanza è dovuta. È curioso che l’unico animale terrestre nato per essere libero abbia trascorso la sua storia escogitando ogni possibile mezzo e metodo per ingabbiarsi. Eppure, per noi umani, non esiste a questo mondo nulla di inevitabile, tranne la morte. Geni, ambienti familiari, culture, lingue, estrazione sociale, ecc. non programmano la nostra esistenza. È estremamente facile provarlo…”
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9 commenti

  1. bortocal said,

    22 luglio 2012 a 20:14

    il libro non me lo perdo di sicuro, da buon sudtirolese in esilio, ma, non per parer venale, ma solo per saperlo: quanto costa?

    ciao.

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    • 23 luglio 2012 a 08:28

      Molto bene! ;o)
      Costava 18 euro, ora lo porti a casa con 14/15 euro, mi pare.

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      • bortocal said,

        23 luglio 2012 a 08:41

        ok, affare fatto, nonostante la crisi ci arrivo ancora… 😉

        conosci certamente il romanzo Eva dorme di Francesca Melandri: che ne pensi?

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        • 23 luglio 2012 a 08:48

          Non l’ho letto, quindi non lo giudico.
          E non l’ho letto perché è uscito quando stavo concludendo il mio saggio ed ero talmente saturo da non voler più sentir parlare di Alto Adige e di questioni etniche.
          E non l’ho letto in seguito perché nessuno ne parlava male e, in genere, quando c’è un consenso quasi unanime di massa, la cosa mi infastidisce (è un mio problema psicologico, non una considerazione profonda).
          Però sono comunque contento di ascoltare i pareri di chi l’ha letto.
          Tu l’hai letto?

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          • bortocal said,

            23 luglio 2012 a 08:54

            sì, te lo chiedevo per questo, per confrontare i giudizi; ma senza confronto possibile non c’è gusto a dire il proprio.

            è un romanzo su un doppio livello, in fondo un classico romanzo storico, e il livello base è una ricostruzione della storia del Sued Tirol dalla prima guerra mondiale ad oggi (a proposito, perché lo chiami Alto Adige anche tu?).

            ci ho ritrovato qualche pezzo della mia infanzia meranese e della fuga della mia famiglia negli anni del terrorismo irredentista sudtirolese.

            (spero che questo non sia un giudizio, se no mi contraddico… :))

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          • 23 luglio 2012 a 09:06

            Perché non dovrei chiamarlo Alto Adige?
            Alcuni lo chiamano Sudtirolo ed altri Alto Adige: in Italia è comunemente noto come “Alto Adige” ed io scrivo per un pubblico italiano. Il libro è stato scritto per un pubblico più ampio di quello locale, visto che non si occupa semplicemente di Alto Adige, ma di qualunque mito etnico e patriottico e di qualunque conflitto tra comunità.

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  2. 26 luglio 2012 a 10:45

    […] da Stefano Fait e Mauro Fattor, “Contro i miti etnici: alla ricerca di un Alto Adige diverso“, Raetia, 2010, 224 […]

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  3. 1 agosto 2012 a 01:04

    […] detto, 22 luglio 2012 a 20:14 il libro non me lo perdo di sicuro, da buon sudtirolese in esilio, ma, non per parer venale, ma […]

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