Jacques Attali e gli asteroidi (il mondo non finirà, ma…)

Gli impatti cosmici sono molto più frequenti di quel che si possa credere. Impatti catastrofici avvengono ad intervalli di poche migliaia di anni. Un grande asteroide, oppure una cometa, di dimensioni tali da poter sterminare un quarto della popolazione mondiale di allora, colpì l’Oceano Indiano, 1500 km a sud-est del Madagascar, circa nel 2807 a.C., generando uno tsunami di almeno 183 metri d’altezza, 13 volte più grande di quello del 2004:
http://www.nytimes.com/2006/11/14/health/14iht-meteor.3532822.html
Questi eventi lasciano tracce nelle tradizioni mitologiche che ora sono indagate da una disciplina di recente affermazione, la geomitologia:
http://archaeology.about.com/od/climatechange/a/masse_king.htm
Ma anche i classici sono preziose fonti cronachistiche:
http://fanuessays.blogspot.com/2011/10/fetonte-era-una-cometa.html
Deep Impact (prodotto da Spielberg) e Armageddon (prodotto da Bruckheimer) sono due film che esplorano questa evenienza.

Jacques Attali non è uno sprovveduto e non parla a vanvera.

Da: Jacques Attali, “Domani chi governerà il mondo?” Roma: Fazi, 2012

p. 284: il pianeta è stato in passato colpito da asteroidi e lo sarà di nuovo in futuro. Anche qui, non si vede come i governi e le istituzioni internazionali attuali potrebbero far fronte a tale minaccia, alla quale nessuno si sta preparando seriamente.

293: catastrofi ecologiche e crisi economica, l’accrescimento del potere di un’economia criminale, l’incombere della caduta di un meteorite, la virulenza di un movimento terroristico potrebbero, alla fine, spingere i governi democratici del mondo a unire le loro forze.

310: sarà anche messa in campo una forza di difesa e di prevenzione per difendere la terra dalla caduta di meteoriti

326: telescopi ottici sono in grado di individuare il più piccolo meteorite da uno a sei mesi prima dell’eventuale impatto, precisando il luogo con alcune settimane d’anticipo. È possibile attivare un’organizzazione mondiale efficiente: un sistema di osservazione efficace dovrebbe seguire 500mila asteroidi e conoscere le loro orbite almeno quindici anni prima della loro eventuale caduta. Per arrivare a questi risultati, basterebbe coordinare i due sistemi esistenti di sorveglianza automatizzata di questi corpi celesti: il Sentry, creato dalla NASA, e il suo equivalente italiano, il NEODyS. Insieme contano un numero considerevole di telescopi al suolo e nello spazio, che analizzano le orbite e i probabili punti d’impatto.

332: Infine, per ridurre la minaccia di impatto di meteoriti, l’azione più efficace dovrebbe essere quella di mettere insieme i quindici paesi che hanno realmente i mezzi scientifici, umani e tecnici utili. Una volta individuato l’eventuale impatto, questo gruppo dovrà valutare il livello di rischio sistemico mondiale sulla Scala di Torino. Se il rischio sarà considerato grave, bisognerà organizzare due missioni: una per osservare la struttura dell’oggetto, l’altra, se necessario, per deviarlo; se il meteorite raggiungerà più di quattrocento metri di diametro, sarà necessaria un’esplosione nucleare. Bisognerà reagire molto prima di disporre di un’analisi affidabile sulla probabilità che raggiunga il nostro pianeta. Converrà agire nel momento in cui ci sia più di una possibilità su dieci che l’impatto avvenga, creando un cratere di più di quaranta metri di diametro. Bisognerà prendere in media una decisione di questo genere ogni dieci anni. Tale processo decisionale esige una notevole preparazione. L’Association of Space Explorers e l’International Panel on Asteroid Threat Mitigation stimano che bisogna mettere a punto entro dieci anni una rete di sorveglianza, di meccanismi decisionali e di mezzi d’azione di questo tipo.

Si veda anche:
https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/06/23/avvistamenti-di-bolidi-negli-stati-uniti-2005-2012/

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