di Gustavo Zagrebelsky
“La democrazia è un sistema di governo molto compiacente. Può ospitare tante cose, senza abbandonare il suo nome. La classe politica…non rinuncerebbe a dirsi democratica. I cittadini comuni, a loro volta, spesso sono, per così dire, di bocca buona e si lasciano persuadere facilmente d’essere loro a tenere in mano le carte del gioco democratico…siamo sorpresi nel constatare che alla massima estensione spaziale della democrazia corrisponde un’insicurezza, anzi uno scetticismo crescente, diffuso e diffusivo…Il “dispotismo democratico” sembra a qualcuno il destino della democrazia di massa preconizzato da Tocqueville…Una volta si misuravano i progressi della democrazia, oggi i regressi…La democrazia è sempre stata, finora, la rivendicazione degli inermi, degli esclusi. Di quelli che contano poco o nulla e vogliono contare di più, vogliono farsi valere in società che li tengono ai margini…La democrazia dovrebbe stare dalla parte, dovrebbe essere la parola d’ordine dei senza-potere, contro coloro che dispongono di troppo-potere. Dovrebbero essere i primi, non i secondi ad esserle amici. […]. Mi pare si debba constatare il contrario. Sono i detentori del potere (i dynàstai) a fare della democrazia – della parola democrazia – il proprio orpello, a invocarla per rendere indiscutibile il proprio potere sugli inermi. Quanti abusi di potere si giustificano “democraticamente”! La democrazia, intesa come ideologia dei governanti, è una sorta di assoluzione preventiva dell’arbitrio sui deboli, sugli esclusi, sui senza speranza, in nome della forza del numero…La democrazia come icona politica sta cambiando partito, sta mostrando un volto minaccioso proprio nei confronti di coloro ch’essa è nata per proteggere…Sto parlando dell’uso interno, quello diretto a giustificare prepotenze, illegalità, discriminazioni, indecenze di ogni tipo, fosse anche rivestite dalla forma della legge, in nome del “consenso”…È stato detto cinicamente, al tempo del maccartismo, che se il fascismo si fosse introdotto negli Stati Uniti, lo si sarebbe chiamato democrazia. Tutto mostra l’odierna forza compulsiva della parola: perfino l’antidemocrazia deve vestire i panni della democrazia. […]. Non ti pare che si stia creando una distanza persino nella conformazione fisica esteriore tra una super e una infra-umanità? Non è razzismo, perché attraversa tutte le popolazioni d’ogni colore. Ha invece qualcosa di nietzscheano. La ricchezza e la povertà, con l’accesso o l’esclusione a cure, trapianti, trattamenti d’ogni genere, mai forse come ora – o comunque mai visibilmente come ora – si trasformano in differenze di corpi e di prospettive di vita […]. Possiamo parlare ancora di “umanità”, al singolare? Un orrore che non ha nemmeno lontanamente a che vedere con la differenza di vita esistente un tempo tra un proletario e un borghese nelle nostre società. La stirpe umana si sta dividendo tra un sopra e un sotto biologico, come conseguenza d’un sopra-sotto sociale, e questa divisione è a tutti evidente. […]. E vuoi che prima o poi questa tensione, una volta che l’ideologia si congiunga con la tecnologia della violenza in una dimensione mondiale, non possa raggiungere un punto di rottura in grado di provocare la catastrofe?…Osserviamo i segni dei tempi. Questo è un tempo apocalittico. Segni premonitori e letteratura, analisi dotte ed elevate (non ciarpame new age o ciarlatani pseudo-religiosi e millenaristi) colgono nel tempo presente segni catastrofistici che spianano la strada a una mentalità apocalittica…La globalizzazione, per ora, è un altro modo di dire una grande e crescente ingiustizia che avvolge il mondo. […]. Per difendere la democrazia dai suoi nemici, si può sospendere la democrazia? È la questione dello “stato d’eccezione”, della sospensione dei diritti, della concentrazione dei poteri, dell’azione senza controlli, del segreto di Stato, della separazione degli “amici” dai “nemici”…La guerra è in sé la negazione della democrazia. È forza scatenata. La guerra liberala violenza, anche quella più turpe, sia contro i nemici esterni (i detenuti in carceri speciali o in “campi” come ad esempio Abu Ghraib o Guantanamo), sia contro gli interni (i “disfattisti”)… Bill Clinton è stato crocifisso per le bugie dette nella sua storia boccaccesca. Bush e Blair, per la guerra costruita su prove falsificate, no. Nessuno ne parla più. […] Hanno vinto la guerra, ma se l’avessero persa, loro, i loro consiglieri e gli affaristi che li spingevano, sarebbero davanti a una Corte penale internazionale…il fatto è che la nostra democrazia, la democrazia dell’Occidente, presenta caratteristiche che non piacciono affatto anche alla gente comune…L’Occidente come ideologia ha tanti acritici corifei, ma è un’ideologia di guerra. […]. C’è chi dice che non siamo in una dittatura semplicemente perché non c’è nemmeno più bisogno della dittatura. La dittatura, nel senso recepito della parola, non c’è perché è diventata superflua. […]. Nessun vero e duraturo rinnovamento sociale è mai stato imposto dall’alto dell’autorità, dallo Stato. Semmai, dall’alto ci si impadronisce dei fermenti sociali per dare loro forma, guidarli e, non infrequentemente, strumentalizzarli e tradirli. […]. Che cos’è la democrazia? Forse, dal punto di vista della felicità-infelicità, potremmo dire così: è il modo più sopportabile di sopportare l’infelicità, cioè il modo più umano, compassionevole, conviviale, in una parola, mite, di organizzare l’infelicità dell’humana condicio, riducendo al minimo la prepotenza, il disprezzo, la sopraffazione e, soprattutto, distribuendone il peso sul maggior numero possibile in una specie di mobilitazione generale delle umane imperfezioni. […]. Sono i potenti che rivendicano la felicità come diritto, la praticano e l’esibiscono, quasi sempre oscenamente, come stile di vita. […]. Sentiremo questo eterogeneo popolo degli esclusi e dei sofferenti chiedere non felicità ma giustizia. Un minimo di giustizia è ciò che ha preso il posto della felicità”.
Fonte: Gustavo Zagrebelsky, “La felicità della democrazia: un dialogo”, Roma; Bari: Laterza, 2011.
Bandiere greche in Val di Susa – disobbedienza civile solidale nel Mediterraneo e oltre « Verso un Mondo Nuovo said,
2 marzo 2012 a 13:54
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Zuccotti Park e Piazza Battisti: il fallimento di indignati ed autonomisti ci serva di lezione « Verso un Mondo Nuovo said,
12 marzo 2012 a 10:53
[…] conflitto ci potrebbe condurre l’ha spiegato Gustavo Zagrebelsky senza tanti giri di parole: https://versounmondonuovo.wordpress.com/2012/02/29/gustavo-zagrebelsky-sul-nuovo-ordine-mondiale-e-la… Perché sia stata intrapresa proprio ora non è una questione da affrontare in questa sede, ma è […]
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